Quentin Tarantino rivela a quale condizione girerebbe un film Marvel e perché non ha potuto realizzare Casino Royale

Quentin Tarantino rivela a quale condizione girerebbe un film Marvel e perché non ha potuto realizzare Casino Royale

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Nel libro Cinema Speculation Quentin Tarantino ripercorre decenni di storia del cinema dal suo punto di vista, analizzando i titoli che hanno catturato la sua immaginazione da bambino e che lo hanno spinto a intraprendere il suo percorso dietro la macchina da presa. In un'intervista con Deadline, il leggendario regista ha parlato della sua infanzia cinefila e delle tante opere citate nel volume, commentando anche alcune questioni che stanno tenendo banco in questo periodo.

Vi riportiamo le principali curiosità emerse.

A quali condizioni Quentin Tarantino girerebbe un film Marvel

In una recente intervista, Tarantino aveva definito i registi che lavorano coi Marvel Studios dei "mercenari" specificando anche che un “ruolo” del genere non gli interessa (qui tutti i dettagli). Ora il cineasta precisa meglio le sue dichiarazioni e rivela a quale condizioni potrebbe prendere in considerazione la collaborazione con la compagnia:

Non volevo dire questo. Volevo dire che la Marvel è una società. Hanno delle proprietà e quando assumono un regista, lo fanno per gestire le loro proprietà. Non sto cercando un lavoro del genere, e non sono nemmeno idoneo per un lavoro del genere.

Se dovesse funzionare per me, andrei alla Marvel Comics. Creerei un personaggio. Loro non avrebbero alcun diritto sul personaggio se non quello di pubblicare il libro, e poi, quando il libro avesse successo, farei un film e loro non avrebbero alcun diritto sul film se non il privilegio di distribuirlo.

Perchè non ha realizzato l'adattamento di Casino Royale

A proposito di grandi franchise, Tarantino rivela che, dopo Pulp Fiction, uscito nel 1994, avrebbe voluto realizzare un film di James Bond, portando sullo schermo il romanzo Casino Royale, ma di essere stato bloccato dai produttori. Ecco perché:

Tutti loro hanno dichiarato che Casino Royale non era filmabile. Ho pensato che la situazione giusta fosse quella di 10 anni prima, quando Casino Royale era l'unica cosa che la famiglia Broccoli non controllava. Quindi avrei cercato di realizzarlo passando dalla porta sul retro. Ma si è scoperto che non era più così. Si aspettavano che qualcuno come me arrivasse dalla porta sul retro. Così hanno fatto una cosa con la Ian Fleming estate e hanno detto: "Guardate, stiamo comprando i diritti di tutto ciò su cui Ian Fleming ha messo il suo nome. Quindi nessuno può fare quello che questo tizio, Tarantino, sta cercando di fare o quello che questo Tarantino cercherà di fare tra un paio d'anni". Se voglio fare un film dal suo diario di viaggio Thrilling Cities, devo coinvolgere i Broccoli, perché hanno comprato i diritti cinematografici di Thrilling Cities.

Quando Quentin Tarantino ha capito che sarebbe diventato regista

Parlando della sua infanzia, Tarantino racconta come all'epoca il suo sogno non era quello di stare dietro la macchina da presa:

Quando ero più giovane, volevo fare l'attore. Quindi niente mi faceva pensare: "Ehi, voglio fare il regista". Ma francamente, a dire il vero, mia madre e Curt, il mio patrigno, un po' lo hanno sempre saputo. Dicevano che un giorno o l'altro sarebbe diventato un regista. E io: "Cos'è un regista?". Ma siccome mi piacevano così tanto i film, non lo dicevano sempre, ma solo di tanto in tanto ai loro amici quando ero relativamente giovane.

A fargli cambiare idea è stato poi un preciso momento della sua vita:

Tutto è cambiato per me quando sono entrato in una scuola di recitazione molto buona a Toluca Lake. Vi ho partecipato per molti anni. A quel punto ero un vero cinefilo e gli attori non erano i miei eroi. I miei eroi erano i registi. Quindi, come attore, volevo solo lavorare con loro. Sapevo molte cose. Mi sono riempito il cervello di tutte queste robe, solo per scoprire che gli altri ragazzi del corso di recitazione, che mi piacevano, pensavo fossero bravi ragazzi, ma non sapevano un c*zzo. Non solo non sapevano un c*zzo di cinema, ma non gliene importava niente. Si preoccupavano solo di loro stessi. Gli importava solo di essere delle star del cinema. Era l'unica cosa che interessava loro. Poi, a un certo punto, ho capito che tenevo troppo ai film per potervi semplicemente apparire. Volevo che il film fosse mio. Stiamo parlando degli anni '80, '81, '82. Appena dopo la fine del libro.

La possibilità di un film su Cliff Booth

L'intervistatore gli condivide poi il suo desiderio di vedere un film dedicato a Cliff Booth, lo stuntman interpretato da Brad Pitt in C'era una volta a... Hollywood, personaggio che il regista approfondisce nel libro omonimo, che funge da versione "estesa" della pellicola. Quest'ultimo sembra apprezzare decisamente l'idea:

In un certo senso lo penso anch'io. Ho scritto quelle scene. Mi chiedo: "Ma le sto buttando via?". È davvero bello. Sembra che ci sia una storia di Cliff alla Elmore Leonard, ambientata negli anni '80, in agguato, che aspetta di essere raccontata.

Cosa ne pensate delle parole di Quentin Tarantino? Lasciate un commento!

FONTE: Deadline

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