Project 7, primissimi dettagli sul nuovo gioco di Remedy Entertainment

Grazie ad un'intervista rilasciata a Polygon, veniamo a conoscenza dei primi dettagli su Proect 7, il nuovo titolo di Remedy Entertainment

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Completati i lavori sul deludente Quantum Break, Remedy si è subito rimessa a lavoro. Chi spera, testardamente, in Alan Wake 2 resterà drammaticamente deluso. Durante un'intervista rilasciata a PolygonMikael Kasurinen, si è lasciato scappare qualche interessante dettaglio su Project 7, nome in codice che nasconde il prossimo progetto del team finlandese.

A quanto pare il gioco prenderà in prestito diversi elementi di gameplay visti sia in Alan Wake, che in Quantum Break, con l'obiettivo ultimo di fondere le parti ludiche con una narrazione che vuole essere dinamica e il più possibile in armonia con l'anima interattiva del titolo.

Un obiettivo piuttosto ambizioso, figlia della solita ricerca di design applicato alla narrazione da sempre promossa dallo studio, che potrà essere raggiunto per mezzo del cooperazione tra utenti, feature che dovrebbe caratterizzare più di qualsiasi altra il prossimo progetto di Remedy.

"Con questo nuovo progetto", ha affermato Mikael Kasurinen durante l'intervista, "ci siamo posti l'obiettivo di trovare un modo più fluido e organico per raccontare una storia. Vogliamo dare ampio spazio alla caratterizzazione dei personaggi, ad un plot capace di sorprendere, senza sacrificare il gameplay. E' questa la rotta che vogliamo mantenere con Project 7, trovare un nuovo modo, un modo dinamico per raccontare storie. Quando iniziamo a pensare ad un nuovo gioco, non pensiamo affatto che ci sia forzatamente bisogno del multiplayer. Iniziamo sempre dal concept e ci chiediamo quali possano essere gli elementi che lo renderanno unico e speciale".

Il nuovo orientamento al multiplayer non deve comunque spaventare, come ha affermato Sam Lake nel corso della stessa intervista.

"Avevamo già detto in passato che stavamo cercando un modo per introdurre elementi multiplayer nei nostri giochi, ma ciò non significa che trascureremo la narrazione. La co-op offre spunti interessanti per sviluppare lo storytelling nei giochi".

Esperimenti come Journey, in effetti, sembrerebbero dare ragione all'ipotesi formulata da Sam Lake. Ci auguriamo solo che Project 7 sappia assomigliare più allo splendido Alan Wake, che non allo zoppicante Quantum Break. Noi incrociamo già le dita.

Fonte: Polygon

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