Prince of Persia, cosa funziona e cosa non funziona nel film Disney con Jake Gyllenhaal

In occasione dell'uscita di Prince of Persia: The Lost Crown, ragioniamo insieme sul film del 2010 con protagonista Jake Gyllenhaal

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Uscito nell’ormai lontano 2010, Prince of Persia - Le sabbie del tempo è un film che ha diviso gli spettatori di tutto il mondo. Da un lato ci sono coloro che ne hanno apprezzato il tono scanzonato e leggero, mentre dall’altro ci sono coloro che hanno trovato questo tono eccessivamente blando e incapace di trasmettere grandi emozioni. Poi, fuori dal “ring”, troviamo i fan del videogioco che ha ispirato la pellicola diretta da Mike Newell. Fan che sono certamente consci del fatto che il film potesse venir realizzato con una cura maggiore, ma che alla fine si sono trovati tra le mani una discreta trasposizione dell’omonimo titolo del 2003. Attenzione: “discreta" non significa “precisa”.

Prince of Persia - Le sabbie del tempo si prende numerose libertà rispetto al materiale originale, mantenendo però il tono del principe e farcendo il tutto con numerosi riferimenti estetici provenienti anche dai videogiochi Prince of Persia: Spirito guerriero e Prince of Persia: I due troni. E poi diciamolo: nel 2010 quanti altri film tratti da videogames potevano essere definiti “discreti”? La risposta è semplice: pochissimi.

Da qualche giorno è disponibile su PC, piattaforme PlayStation, Xbox e Nintendo Prince of Persia - The Lost Crown, il nuovo capitolo del celeberrimo franchise. Contro ogni aspettativa da parte del pubblico, il titolo si è rivelato una vera chicca. Un metroidvania di rara bellezza, caratterizzato da un level design eccelso e da un solido combat system. I dettagli ve li lasciamo nella nostra recensione che trovate qui sotto, ma sappiate che si tratta di un gioco che è riuscito ad attirare nuovamente l’attenzione verso questa IP. Per celebrare l’uscita di The Lost Crown, abbiamo quindi deciso di fare un viaggio nel tempo, soffermandoci proprio sul film del 2010 scritto da Carlo Bernard, Doug Mior e Boaz Yakin. 

Cerchiamo quindi di rispondere a una sola domanda: cosa funziona e cosa non funziona nel film con Jake Gyllenhaal?

UN’OPERA PER TUTTA LA FAMIGLIA

Prince of Persia - Le sabbie del tempo è sicuramente un’opera creata sulla scia di Pirati dei Caraibi. Un’avventura per famiglie che cerca di essere il più trasversale possibile, senza la volontà di conquistare esclusivamente i fan del videogioco. Sotto questo punto di vista, il film di Mike Newell funziona molto bene, raccontando una storia leggera, ma senza mai prendere in giro lo spettatore. Certo, si sarebbe potuto fare di più, ma il risultato è comunque più che soddisfacente. Merito in parte anche del lavoro sul soggetto di Jordan Mechner, autore anche del Prince of Persia originale.

E poi diciamolo: Jake Gyllenhaal potrebbe rendere affascinante anche il peggior film sulla faccia della Terra. È innegabile, infatti, l’ottimo lavoro di casting fatto dalla produzione. Un lavoro che ha permesso ai fan di vedere in scena la perfetta trasposizione della controparte videoludica, accompagnata da un gruppo di attori di altissimo livello come Ben Kingsley e Alfred Molina. Nulla da dire nemmeno sugli effetti speciali realizzati da BlueBolt (Il Trono di Spade, Scott Pilgrim vs. the World), che riescono a portare in scena momenti appaganti, circondati da scenografie storiche dal grande impatto. Un lavoro che, se paragonato a film come l’adattamento live action di Aladdin, ci fa capire quanto siano cambiati (in peggio) i tempi.

QUANDO CERCHI DI ACCONTENTARE TUTTI…

Il principale problema di Prince of Persia - Le sabbie del tempo è una conseguenza del suo più grande pregio: il voler piacere a tutti. Per essere più trasversale possibile, il film mette sul piatto roboanti scene d’azione, ma mai troppo violente, tematiche interessanti, ma mai troppo approfondite, dialoghi più seri, ma stemperati da costante umorismo. Insomma: Le sabbie del tempo vuole piacere a tutti, ma proprio per questo rischia di non piacere poi a nessuno. Sia chiaro: come già affermato il film non è del tutto da buttare via, però è evidente che siamo di fronte a un’opera che, se libera da precise regole di mercato, avrebbe potuto dare molto di più. Un’opera imbrigliata dalla produzione, che sogna di essere migliore, ma senza mai fare nulla per manifestare questo desiderio.

A questo si aggiunge una sceneggiatura che tenta di fare tutto, mettendo forse troppo carne al fuoco. Questo ci porta a situazioni risolte rapidamente e a spiegazioni date in modo sbrigativo. Un vero peccato, soprattutto visto quanto tempo viene “sprecato” per alcune situazioni secondarie e per rispondere alle esigenze di mercato sopracitate. In ogni caso, è un vero dispiacere che il film non abbia mai ricevuto un seguito. Le basi di partenza per dare vita a un franchise avvincente c’erano tutte e siamo certi che con qualche accorgimento si sarebbe potuto portare sullo schermo quello Spirito guerriero che i videogiocatori hanno tanto apprezzato.

IL FUTURO DI PRINCE OF PERSIA AL CINEMA?

Al momento non è chiaro se il Principe di Persia sia destinato a tornare al cinema. Di sicuro, però, la storia di Dastan si è fermata al 2010 e non troverà nuove strade da percorrere. Il successo di Prince of Persia: The Lost Crown, però, potrebbe spingere qualcun altro a rimettere mano al franchise, tentando magari un nuovo adattamento del videogioco. Un adattamento che, non vi nascondiamo, speriamo possa essere animato e con uno stile vicino a quello di Spider-Man: Into the Spider-Verse. Dopotutto The Lost Crown già implementa alcune scelte cromatiche che ci hanno ricordato il capolavoro firmato Sony Pictures Animation, quindi non vediamo del tutto folle l’idea di una trasposizione di questo tipo.

E voi vorreste rivedere Prince of Persia al cinema? In che modo? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, attraverso i nostri canali social (TikTok incluso).

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