Pixar: Darla K. Anderson, produttrice di Coco, lascia la compagnia dopo quasi 25 anni
Poco dopo aver vinto un Oscar per Coco, la produttrice Darla K. Anderson ha annunciato il suo addio alla Pixar dopo quasi 25 anni di permanenza nella compagnia
In una dichiarazione ufficiale diffusa tramite l’Hollywood Reporter, Anderson ha espresso la sua gratitudine all’azienda per la quale ha lavorato per quasi un quarto di secolo:
È stata un’esperienza magica e un grande privilegio poter lavorare in Pixar per oltre due decenni. Questa compagnia non ha eguali in termini di creatività, immaginazione e innovazione. Sono grata e onorata di aver fatto parte di questo storico percorso e sono emozionata all’idea di ciò che sarà il mio prossimo capitolo.
Negli anni, Anderson ha prodotto titoli come A Bug’s Life, Monsters & Co., Cars, Toy Story 3 e, da ultimo, Coco.
Ambientato in Messico, Coco racconta la storia di Miguel, un aspirante cantante e chitarrista autodidatta che sogna di seguire le orme del suo idolo Ernesto de la Cruz, il musicista più famoso nella storia del Paese. Ma ormai da generazioni la musica è severamente proibita nella famiglia del ragazzo. “Miguel si sente costretto a scegliere tra la sua passione per la musica e l’amore che nutre per la propria famiglia”, afferma il co-regista Adrian Molina. “Vorrebbe condividere con loro il proprio talento e dimostrare che fare musica è sia bello che onorevole”
“Con Coco abbiamo cercato di raccontare un tema universale in cui noi tutti possiamo immedesimarci: il legame con la famiglia”, afferma il regista Lee Unkrich. “Volevamo fortemente esplorare i legami familiari che ci legano alle generazioni venute prima di noi”, prosegue, “questa storia è incentrata sulla celebrazione del nostro passato anche mentre stiamo guardando al futuro”.
Diretto da Lee Unkich, co-diretto da Adrian Molina e prodotto da Darla K. Anderson (Toy Story 3 – La Grande Fuga), Coco arriverà nelle sale italiane insieme al nuovo contenuto speciale firmato Walt Disney Animation Studios Frozen – Le Avventure di Olaf.
Fonti: Hollywood Reporter (via HH)