Phillip Kennedy Johnson a ruota libera su Superman, L'ultimo dio, Carnage e Alien
Phillip Kennedy Johnson traccia un percorso della propria carriera di sceneggiatore, tra Superman, Alien, L'ultimo dio ed Extreme Carnage
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Johnson - Da sempre ho in mente di lavorare su Atlantide, un intero mondo all'interno del pianeta Terra, di cui non mi stanco mai. Ho sempre voluto sapere di più sulla sua cultura, sulla sua gente, sulle relazioni fra gli abitanti e il resto del mondo. Ho un sacco di domande in merito. Warworld Rising mi concede l'opportunità perfetta, perché la storia è concentrata sulla famiglia di Superman, su Warworld, sui rifugiati phaelosiani, ma parla anche della Justice League, per mostrarci Arthur e la forza della sua lealtà alla superficie oppure ad Atlantide.
Non è frequente vedere discordie così forti all'interno del gruppo, almeno non quando le cose contano e quando c'è davvero il rischio di una divisione. Mi pare che qualcosa come il Frammento Genesi potrebbe potenzialmente rappresentare ragione di rottura. La Justice League deve prendere in carico il benessere del mondo intero, ma se questo va ai danni di Atlantide credo che Arthur debba essere molto sulla difensiva. Amo vedere Aquaman interagire con Superman, il massimo possibile della morale e della forza di un super eroe, mentre Arthur è un sovrano e pretende rispetto.
Phillip Kennedy Johnson ha anche parlato delle sue responsabilità in casa Marvel, per cui scrive i fumetti dedicati al mondo di Alien.
Johnson - Volevo riportare i fumetti all'interno delle storie raccontate dalla saga cinematografica di Alien. Quando erano proprietà di Dark Horse, si sono viste un sacco di belle cose e di decisioni interessanti, ma la mitologia è cresciuta a dismisura ed è andata ben oltre quella dei film. Nel tempo, i fumetti non si sono più trovati in armonia con i lungometraggi e mi hanno sempre più dato l'impressione di essere un universo parallelo. Voglio dare ai lettori storie che siano connesse a quelle dei film e che consentano loro di passare dal primo al secondo capitolo cinematografico per poi passare alle avventure su carta e avere consapevolezza che tutto accade nello stesso universo.
Lo sceneggiatore confessa di preferire il primo film, Alien, al secondo capitolo del grande schermo. Pur riconoscendo al lavoro di James Cameron maggiore solidità in termini di sviluppo dei personaggi e sceneggiatura, l'esordio targato Ridley Scott è visivamente e registicamente più appagante, per lui.
Johnson - Voglio che chi legge si senta dentro una storia di H.R. Giger e rendere il mondo sempre più ampio. Da bambino, ero affascinato dal fatto che gli Xenomorfi avessero caratteristiche di varie specie animali e dal fatto che fossero incredibilmente adattabili, che sapessero prendere le caratteristiche più adatte all'ambiente dei propri ospiti. Esploreremo un po' questo concetto nel primo arco narrativo, ma il mio primo istinto era quello di mostrare un sacco di specie viventi come ospiti. Troppo presto, per ora. Non voglio buttarmi in qualcosa che sia troppo distante dalla saga, ancora.
Tornando sulla sponda DC, Phillip Kennedy Johnson ha parlato di L'ultimo Dio, il suo fumetto dark fantasy pubblicato sotto l'egida di Black Label.
Johnson - Si tratta di uno dei lavori di cui sono più orgoglioso, se non il principale. Di fatto, è una storia che parla delle bugie che diciamo ai nostri figli quando parliamo di eroismo, dell'illusione dell'eroismo, del modo in cui queste due componenti si intersecano. Volevo dare ai lettori un mondo simile a quello di autori come Tolkien, Robert E. Howard, C.S. Lewis, introducendo però degli elementi che mostrassero la verità dietro le vicende. Ad esempio il razzismo, lo scontro religioso, il costo della violenza nella realtà.
Ci sono elfi non altrettanto luminosi e immortali, non una razza perfetta ma schiavizzata e dominata, che sente una rabbia realistica, giustificata verso gli umani. Sono meglio di noi sotto molti aspetti, ma anche più complicati. Di base, volevo costruire una versione più complessa delle storie che amiamo, che andasse oltre la polarizzazione tra bene e male. Tutto è un po' più grigio, come in tutte le avventure che voglio raccontare.
In chiusura, lo sceneggiatore ha parlato dei suoi piani per Extreme Carnage.
Johnson - I lettori pensano di sapere sempre cosa aspettarsi da una storia su Carnage. Il personaggio non è che un simbionte super psicotico e i lettori pensano sia prevedibile. Con Extreme Carnage: Alpha, volevo raccontare qualcosa di diverso da tutto ciò che abbiamo letto in passato. L'idea era una trama riassumibile con: Carnage incontra The Manchurian Candidate. La Marvel ha accettato la scommessa e mi ha lasciato trattare le divisioni politiche che dilaniano il nostro Paese oggigiorno.
L'ultima volta che avevamo visto Carnage in un fumetto, era una strana creatura nell'oceano e sapevamo che era in qualche modo vivo, ma senza dettagli su come e perché. In Extreme Carnage, lo abbiamo visto arrampicarsi su per la piramide alimentare globale, fino ad occupare la politica americana. Una visione completamente diversa del personaggio, che trovavo rinfrescante.
Abbiamo introdotto nuovi personaggi di cui sono entusiasta e i miei co-autori stanno facendo un lavoro incredibile, aggiungendo elementi interessanti al canone. Senza anticipare troppo sul destino del personaggio a un anno da oggi, posso dirvi che è evento davvero entusiasmante. Sono felice di farne parte.
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Fonte: CBR