Paul Schrader non condivide l'idea di Martin Scorsese secondo cui i cinecomic non sono cinema
A quanto pare, Paul Schrader non condivide la ben nota - e discussa - idea di Martin Scorsese, ma resta comunque critico sul contesto attuale
Il regista e sceneggiatore, forse lo avrete già letto in giro, magari proprio qua su BadTaste.it, ha presentato la sua ultima pellicola, Il collezionista di carte, al Festival di Venezia. Il film, per restare in tema, è prodotto proprio da Martin Scorsese.
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No, sono cinema. Così come quel video del gatto su YouTube. La cosa che, semmai, è sorprendente è che quello che eravamo soliti considerare come intrattenimento adolescenziale sia diventato il genere economicamente predominante. Ma ogni generazione è informata a modo suo, lo è dalla letteratura, dal cinema, dalla televisione o dalla scuola di cinema. Ora abbiamo una generazione che s'interessa ai videogame e ai manga. Non sono i registi a essere cambiati, ma il pubblico. E se il pubblico non vuole film seri, diventa molto, molto difficile farne uno. Quando lo fanno, quando ti chiedono "Cosa dovrei pensare in materia di diritti delle donne, dei gay, delle problematiche razziali e della disuguaglianza economica?" e il pubblico è interessato a saperne di più su queste tematiche, beh, a quel punto puoi fare quei film. E lo abbiamo fatto. Specie fra gli anni cinquanta e settanta, ne facevamo uno o due alla settimana. E facevano soldi perché era quello che voleva la gente. Poi è cambiato qualcosa a livello culturale, si è spostato il centro dell'attenzione. Quelle pellicole vengono ancora fatte, ma non sono più al centro della discussione.