Paul Schrader non condivide l'idea di Martin Scorsese secondo cui i cinecomic non sono cinema

A quanto pare, Paul Schrader non condivide la ben nota - e discussa - idea di Martin Scorsese, ma resta comunque critico sul contesto attuale

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Paul Schrader è uno che conosce bene Martin Scorsese. D'altronde quando si parla di un dei "padri fondatori" della Nuova Hollywood che ha firmato le sceneggiature di film leggendari come Taxi Driver, Toro Scatenato, L'ultima tentazione di Cristo e Al di là della vita, impiegare l'espressione "conosce bene Martin Scorsese" è quantomai appropriato.

Il regista e sceneggiatore, forse lo avrete già letto in giro, magari proprio qua su BadTaste.it, ha presentato la sua ultima pellicola, Il collezionista di carte, al Festival di Venezia. Il film, per restare in tema, è prodotto proprio da Martin Scorsese.

A quanto pare, Paul Schrader non condivide la ben nota - e discussa - idea di Martin Scorsese secondo cui "i cinecomic non sono cinema, sono dei parchi divertimento". Lo ha detto, contestualizzando la sua posizione con una riflessione sul cambiamento negli interessi da parte del pubblico, in una chiacchierata fatta con GQ in cui gli è stato espressamente domandato se condivida l'opinione del suo illustre collega e amico. Una posizione che smentisce l'uscita di Scorsese, ma resta comunque critica verso il panorama dell'intrattenimento attuale.

No, sono cinema. Così come quel video del gatto su YouTube. La cosa che, semmai, è sorprendente è che quello che eravamo soliti considerare come intrattenimento adolescenziale sia diventato il genere economicamente predominante. Ma ogni generazione è informata a modo suo, lo è dalla letteratura, dal cinema, dalla televisione o dalla scuola di cinema. Ora abbiamo una generazione che s'interessa ai videogame e ai manga. Non sono i registi a essere cambiati, ma il pubblico. E se il pubblico non vuole film seri, diventa molto, molto difficile farne uno. Quando lo fanno, quando ti chiedono "Cosa dovrei pensare in materia di diritti delle donne, dei gay, delle problematiche razziali e della disuguaglianza economica?" e il pubblico è interessato a saperne di più su queste tematiche, beh, a quel punto puoi fare quei film. E lo abbiamo fatto. Specie fra gli anni cinquanta e settanta, ne facevamo uno o due alla settimana. E facevano soldi perché era quello che voleva la gente. Poi è cambiato qualcosa a livello culturale, si è spostato il centro dell'attenzione. Quelle pellicole vengono ancora fatte, ma non sono più al centro della discussione.

Cosa ne pensate delle opinioni di Paul Schrader? Ditecelo nei commenti!

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