Paul King sul finale del suo Pinocchio mai realizzato: “Volevo raccontare l’essere genitori, aspettavo il mio primo figlio”
Prima che Robert Zemeckis salisse a bordo del progetto Disney+, l’adattamento del live action di Pinocchio era in mano a Paul King
Prima che Robert Zemeckis salisse a bordo del progetto Disney+, l’adattamento del live action di Pinocchio era in mano a Paul King (Paddington, Wonka) che - come David Heyman - rinunciò al progetto per motivi non chiari.
Il regista è tornato a parlare del suo Pinocchio che non ha visto la luce, rivelando nel dettaglio quale sarebbe stato il cuore e il focus emotivo della sua versione, ossia l’essere genitori e il concetto di paternità:
Ero davvero interessato a raccontare l’idea del diventare genitori e cosa questo comporti, infatti avevo scritto il film mentre aspettavamo il nostro primo figlio. La chiave per me era raccontare soprattutto della separazione, dei figli che si allontanano dai genitori.
Il burattino si riuniva a Geppetto, la piccola mano di legno che stringeva il dito del padre. Una volta a casa, pronto sull’uscio del negozio di giocattoli per uscire di nuovo ed esplorare il mondo, il burattino era titubante, quasi impaurito all’idea di lasciare il padre da poco ritrovato.
Geppetto: “Su, puoi andare ora”.
Pinocchio: “Non so se voglio andarmene. Non senza i miei fili”
Geppetto: “Ci saranno SEMPRE dei fili che mi legheranno a te”
Ha poi parlato del fatto che all’epoca in cui avrebbe dovuto lavorare a Pinocchio erano già stati annunciati gli omonimi progetti e versioni di Matteo Garrone e Guillermo Del Toro. Il regista ha definito la pressione - già alle stelle nell’avere in mano il live-action Disney di un classico dell’animazione - snervante e insostenibile:
Beh, forse avrei potuto realizzare il terzo miglior film di Pinocchio dell’anno.
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