Pantafa: un'inquietante ninna nanna in una clip esclusiva del folk horror!
Vi mostriamo in esclusiva una clip tratta da Pantafa, il folk horror con Kasia Smutniak in uscita il 30 marzo al cinema
Mancano dieci giorni all'uscita di Pantafa nei cinema italiani: il folk horror di Emanuele Scaringi (Bangla la serie, La profezia dell'armadillo) che vede, come protagonista, Kasia Smutniak, arriverà infatti nelle sale il 30 marzo.
E proprio il sonno è protagonista della scena che vi mostriamo, con una ninna nanna decisamente inquietante cantata alla piccola Nina, che sembra risvegliarsi improvvisamente dal sonno e aggirarsi per la grande casa in cui si è trasferita con la madre Marta. Sarà un sogno o la realtà?
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Chi è la Pantafa
Come spiegano le note di regia, la Pantafa è una leggenda popolare. Una creatura che si siede sul petto e ti ruba il respiro. Il folclore italiano è popolato da numerose leggende che fanno parte della nostra cultura e che rappresentano uno dei modi principali con cui esorcizzare il male e le paure. Attingere a questo impressionante pozzo di storie significa entrare in un mondo fatto di riti, superstizioni e meraviglie. Un mondo affascinante e pauroso insieme.
La Pantafa è la raffigurazione del mostro. La rappresentazione del male. L’incarnazione della nostra parte più buia. Un male oscuro che ci consuma quotidianamente e rode ogni nostra piccola sicurezza. Una delle paure più inconfessabili e difficili da accettare è l’odio verso la progenie. Un rancore indicibile e soffocato. Quello spirito maligno che insinua il dubbio che senza quel figlio la propria vita sarebbe stata diversa. Un tabù. Forse il più terribile di tutti. La Pantafa è una parte di noi, parla delle nostre bassezze più recondite. Quello che spaventa non è l’orrore mostrato ma il non visto, l’orrore che viene evocato. Quello che non si potrebbe raccontare. Le storie dell’orrore servono anche a questo, a trasformare, tramandare e liberarsi delle nostre paure e debolezze.
Pantafa: la trama
Marta si trasferisce insieme a sua figlia Nina a Malanotte, un piccolo paese di montagna. La bambina da qualche tempo soffre di paralisi ipnagogiche, un disturbo del sonno che può portare ad avere stati allucinatori, e Marta ha pensato che un po’ di aria di montagna e di lontananza dalla frenesia cittadina possano giovare alla piccola. La casa in cui si trasferiscono però è tutt’altro che accogliente e per le strade di Malanotte non si vedono mai bambini. I sintomi di Nina cominciano a peggiorare già dalla prima notte, la bambina fa incubi sempre più vividi in cui una figura spettrale le si siede sul petto, la immobilizza e le ruba il respiro. Per Marta, madre sola in un paese che le appare sempre più sinistro, sarà ogni giorno più difficile trovare il modo di fare la cosa migliore per la sua bambina.
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