Panini Comics celebra 80 anni di Marvel con Chris Claremont e Jim Starlin | LuccaCG19

Pepe Larraz, Mattia De Iulis e Marco Checchetto accompagnano Jim Starlin e Chris Claremont nella celebrazione targata Panini degli ottant'anni della Marvel

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


Condividi

Si è svolta nella piovosa e caotica mattinata di sabato 2 novembre l’incontro Panini Comics sulla Marvel e i suoi ottant’anni di storia. Jim Starlin e Chris Claremont, i due ospiti più clamorosi e attesi di questa edizione di Lucca Comics & Games, sono ovviamente il nucleo centrale della discussione, che vede protagonisti anche Mattia De Iulis, Marco Checchetto, Rickey Purdin e Pepe Larraz.

Marco L. Lupoi e Nicola Peruzzi a gestire questo parterre des dieux, come l'ha definito il direttore della casa editrice modenese.

Il viaggio negli ottant'anni di Marvel e venticinque di Panini Comics inizia con una domanda al talent scout della Marvel: Rickey Purdin viene interrogato su come ci si senta a plasmare la Casa delle Idee di domani, nel rispetto di leggende come Starlin e Claremont, reclutando giovani e giovanissimi artisti ed scrittori.

Purdin – Sono molto fortunato a fare quel che faccio. Seguo questo mondo da sempre, anche da quando leggere fumetti significava passare per sfigati. Partner internazionali come Panini ci aiutano a farci conoscere in tutto il mondo e a incontrare nuovi talenti ovunque. Sono molto contento, ovviamente, di incontrare questi artisti e felice del fatto che siano anche persone straordinarie, che posso tranquillamente definire amici.

Seconda domanda per Chris Claremont, voce di personaggi importanti come gli X-Men e narratore che li ha realmente fatti diventare famosi in tutto il mondo. Lupoi è colpito soprattutto dalle sue figure femminili, già trent’anni fa modernissime, forti, complesse, seconde a nessuno per coraggio e determinazione.

Claremont – Sono stato alla Marvel soltanto tredici anni in meno di Stan Lee, quindi molto a lungo. Semplicemente pensavo che le donne avessero diritto di divertirsi nel mondo del Fumetto tanto quanto gli uomini e di colmare il divario nei loro confronti. E siccome i bravi artisti rubano quanto possono dalla vita reale, ho rubato da essa molte figure interessanti, forti, saltuariamente anche incredibilmente imbecilli, maschili che femminili. Il resto mi piace pensare che sia successo naturalmente.

Ora che la Marvel ha riportato gli X-Men ai suoi Studios cinematografici, ho speranza che succeda quel che ci auguravamo io e Stan Lee trent'anni fa: che la prossima generazione di X-Men al Cinema dia voce alle tante grandi donne della saga di questi personaggi come meritano.

Domanda per Pepe Larraz, ovviamente sulla nuova generazione di Uomini X che si trova sottomano l’artista spagnolo, partner di Jonathan Hickman nella sua innovazione profonda dei personaggi e del loro status. In House of X, il disegnatore ha disegnato una quantità impressionante di personaggi. Qual è stata la sfida più grande durante questa impresa?

Larraz – Bella domanda. A volte quando disegni una serie per la Marvel non ti sono familiari proprio tutti i personaggi. Devi studiarne la storia per capire cosa li muova, quali scopi e quali desideri. Io amo davvero gli X-Men e volevo molto lavorare su di loro, onorare il loro passato mantenendo la personalità classiche, e allo stesso tempo avevo il compito di realizzare qualcosa di completamente nuovo. I personaggi dovevano per forza cambiare molto. Tenere insieme le due cose e concentrarsi sul conflitto in atto è stato interessante e difficile allo stesso tempo. Perché devi disegnare Magneto, ed è Magneto, santo cielo. Un sacco di storia alle spalle e allo stesso tempo una nuova visione del personaggio. La parte più complessa è stata quindi dare a lui ed altri una personalità visiva coerente con il passato, che onorasse anche gli artisti che mi hanno preceduto, in un contesto di forte rinnovamento.

Jim Starlin ha lavorato alla Marvel dagli anni Settanta, momento di grande espansione creativa della casa editrice. La grandezza della componente cosmica delle storie si deve soprattutto a lui, come la creazione di eroi e villain fondamentali. Si rendeva conto, in quel momento, di essere un deus ex machina che stava creando un universo che poi sarebbe diventato enorme nella cultura popolare?

Starlin – Quando ho iniziato, nel 1972, la Marvel raccontava storie grandi come il teatro in cui ci troviamo. Oggi le storie sono grandi come tutta Lucca. È stato uno strano viaggio, ma ho sempre avuto in mente che la Casa delle Idee è stata creata da Stan, Steve e Jack. Anche da persone come Larry Lieber, che è poco celebrato ma fu fondamentale. Loro hanno costruito quella casa. Gente come me e Chris ha aggiunto delle stanze, ma le storie di Jack Kirby e Stan Lee sono quelle che hanno dato via a quel cosmo che poi io ho ampliato. Sarò sempre grato a quei pionieri e al loro contributo all’immaginario del mondo in cui ho raccontato le mie avventure.

Con Marco Checchetto si torna invece ai luoghi e alle situazioni in cui sono nati gli eroi Marvel: nelle strade di New York, che l’artista ha rappresentato molte volte, disegnando le storie di Spider-Man, Punisher e Daredevil. Cosa preferisce del lato più umano degli eroi Marvel?

Checchetto - Fatemi per prima cosa sottolineare l’emozione di trovarmi a questo tavolo, per me che sono da sempre un Marvel zombi. Sin dalla prime esperienze, la Casa delle Idee mi ha spedito in ogni angolo del suo universo, ma quando mi hanno proposto Daredevil ho avuto la sensazione di tornare a casa, perché per me gli eroi urbani sono la Marvel. Sono quelli che amo di più. Matt forse è più di tutti il super eroe con super problemi, grazie al suo handicap, che lo distanzia ancor più dai lettori poiché nessuno di noi vorrebbe essere cieco, ma la sua carica emotiva è visibile in ogni pagina. Amo disegnare i personaggi tristi, nonostante io lo sia poco e raramente, e Chip sta affossando Matt sempre di più. Cosa che me lo fa amare. Sono davvero grato alla Marvel per le opportunità che mi concede.

Come Checchetto, il talentuoso Mattia De Iulis è uno dei tantissimi artisti che hanno firmato lo speciale Marvel Comics #1000, e l'emozione di trovarsi allo stesso tavolo degli altri ospiti era palpabile nel giovane artista. Torneremo a parlarvi approfonditamente di lui nell'intervista che gli abbiamo strappato a Lucca Comics & Games 2019.

Stay tuned!

Continua a leggere su BadTaste