Oz Perkins, regista di Longlegs, spiega perché "non ha alcun interesse negli horror contemporanei"
Oz Perkins, regista di Longlegs, spiega perché "non ha alcun interesse negli horror contemporanei" come Maxxxine
Longlegs, horror dal 12 luglio nelle sale statunitensi (GUARDA IL TRAILER) è la seconda prova dietro la macchina da presa per Oz Perkins, figlio di Anthony, celebre interprete di Norman Bates in Psyco. In un'intervista con THR, il regista di Gretel e Hansel ha raccontato perché proprio il suo legame col padre è la ragione per cui non è interessato ai prodotti contemporanei del genere.
Come figlio di un padre [famoso], c'è una ricerca intrinseca di chi sia quella persona. Cerchiamo di emulare i nostri genitori o, in questo caso, di emulare il padre, di fare ammenda con il padre. Se si è appassionati nel senso di Joseph Campbell, si vuole cercare di allinearsi. Come si fa ad allinearsi sia nel bene che nel male? Mio padre era, da un lato, una vera e propria luce splendente nel genere, avendo creato uno dei personaggi più indelebili del cinema, per non parlare dei film dell'orrore o dei film polizieschi e sui killer. C'era quindi un intenso orgoglio che si mescolava a questa situazione di disagio. Quando stavo entrando nel mondo del cinema, tra i 12 e i 15 anni, mio padre faceva film horror molto brutti. Veniva pagato bene per andare in Europa a fare schifezze. Ed era ovvio che questa roba fosse una m*rda; la cosa faceva arrabbiare molto mia madre [Berry Berenson]. Quindi la disparità tra lo zenit, Psyco, e il nadir delle cose, che era, per esempio, un film su Dr. Jekyll e Mr. Hyde [Dr. jekyll e mr. hyde: sull'orlo della follia] che fece quando ero bambino, ha sempre innestato in me un'inquietudine nei confronti dell'horror.
Da un lato, voglio identificarmi o fare ammenda con mio padre percorrendo la stessa strada e rappresentando il buon nome del genere in questione, ma dall'altro ho anche una sorta di avversione per questo. Non direi che sono una persona che ama o non ama i film horror. Non ne vedo di nuovi. Non ho alcun interesse. Non vedrò mai MaXXXine, non vedrò mai Pearl. Ho visto X per un motivo, non l'ho fatto apposta. Non vedo le cose contemporanee. Non mi interessano affatto, e questo non vuol dire che non siano grandiose. Sono sicuro che sono fantastiche e rendono felici molte persone, che è l'unica cosa che conta davvero. Ma mi piace l'horror perché è il genere che permette la maggior invenzione e incoraggia la maggior poesia. È tutto un tirare a indovinare e afferrare ciò che è essenzialmente inconoscibile. Almeno per me è così. Se qualcuno mi propone una storia di Jeffrey Dahmer, mi attirerebbe qualcosa di più difficile. Non mi interessa vedere qualcuno che finge di essere un serial killer. Non ha alcun fascino. Per me è molto banale. Preferirei guardare il Dracula di Tod Browning e sentire il romanticismo, il lusso, lo sfarzo e la maestosità di quel tipo di opera che mi eccita. Ma vedere un Terrifier contemporaneo o cose del genere è l'opposto di ciò che voglio inserire nel mio cervello.
Longlegs, la sinossi
L’agente dell’FBI Lee Harker (Monroe) è una talentuosa nuova recluta a cui viene assegnato il caso irrisolto di un inafferrabile serial killer (Cage). Mentre il caso prende pieghe complesse portando alla luce prove dell’occulto, Harker scopre un legame personale con lo spietato assassino e dovrà fare una corsa contro il tempo per fermarlo prima che uccida un’altra famiglia innocente.
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FONTE: THR