Oscar: l'Academy pronta a inserire il requisito di un'ampia uscita in sala per i candidati

L'Academy sarebbe pronta a varare una nuova norma per richiedere l'uscita nei cinema di almeno 20 città dei film che puntano alla nomination

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L'Academy ha annunciato ufficialmente la creazione di una nuova branca, chiamata Production and Technology Branch. Con esso, i gruppi in cui sono suddivisi i quasi diecimila membri dell'organizzazione sono quindi 18.

La Production and Technology Branch è composta da circa 400 persone, precedentemente noti come semplici Soci Aggregati, che lavorano in posizioni chiave sul fronte tecnico e produttivo nelle varie fasi della realizzazione di un film, dalla pre-produzione alla post-produzione. Parliamo di capi reparto senior in servizi creativi o tecnologici, specialisti nella conservazione e nel restauro, ma anche ruoli di produzione come coordinatori degli stunt, supervisori alla sceneggiatura, coreografi, supervisori alle musiche, coloristi, line producers e produttori associati. Uno dei membri della nuova Branch entrerà a far parte del consiglio di amministrazione dell'Academy.

Nel frattempo arriva la notizia, dalla newsletter di Matthew Belloni, che l'Academy starebbe valutando concretamente l'inserimento di una clausola per promuovere la distribuzione cinematografica nel regolamento degli Oscar. Il piano è stato deciso dopo aver consultato studios, streamer e piccoli distributori ed è volto a legare ulteriormente i premi alle sale cinematografiche. Supportato dal CEO dell'Academy Bill Kramer, il piano andrà approvato dai 54 membri del consiglio di amministrazione che si riuniranno a fine aprile e prevede che per essere candidato all'Oscar al miglior film, un titolo debba uscire al cinema in 15 o 20 dei 50 principali mercati cinematografici americani. Ci sarebbe addirittura una versione hardcore del piano che includerebbe una finestra distributiva esclusiva di 1-2 settimane, l'obbligo di una campagna marketing per promuovere l'uscita del film e il divieto di noleggio della sala (con conseguenze comunicazione degli incassi).

Nel regolamento attuale, per rientrare nella selezione un film deve uscire al cinema per almeno una settimana consecutiva in uno dei sei mercati principali tra Los Angeles, New York, San Francisco, Chicago, Miami o Atlanta. E attualmente non ci sono finestre: un film insomma può uscire in contemporanea anche in streaming.

L'obiettivo di ampliare questi requisiti non è quello di danneggiare streamer come Netflix o Prime Video, ma "valorizzare arti come il suono e gli effetti visivi, progettati per la sala cinematografica". È chiaro che vi sarà un impatto anche sulle pellicole più indie e a basso budget, che magari non riescono a permettersi una distribuzione in 20 città. Ma va detto che la decisione sembra essere in linea con le strategie promesse da streamer come Amazon e Apple, che recentemente hanno promesso di investire circa 1 miliardo di dollari all'anno in film che usciranno al cinema.

Chi invece si tiene ancora decisamente alla larga dai cinema è Netflix, che però punta ormai da 7-8 anni agli Oscar investendo centinaia di milioni di dollari in campagne promozionali. Finora non è mai riuscito a ottenere l'Oscar a miglior film, ma quest'anno Niente di nuovo sul fronte occidentale è stato il secondo film a ricevere più statuette. Sembra che Scott Stuber, capo della divisione film di Netflix, sia stato coinvolto nelle discussioni su questo nuovo piano dell'Academy, ma non è certo lui la figura ostile alla distribuzione in sala dei film Netflix: semmai lo sono dirigenti come Ted Sarandos, Bela Bajaria, Greg Peters e ovviamente il co-fondatore Reed Hastings.

Netflix ha una forte influenza nel consiglio di amministrazione dell'Academy, quindi non è detto che il piano passi senza un ridimensionamento. Vi terremo aggiornati!

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