One Piece: una battuta infelice di Eiichiro Oda scatena le polemiche

Un commento riportato da Eiichiro Oda sul volume 89 di One Piece ha indignato parecchi giapponesi

Nella vita spaccio libri e fumetti e mangio piadina e refusi.


Condividi

One Piece, copertina volume 89

La redazione di Weekly Shonen Jump, settimanale nipponico edito da Shueisha, ha pubblicato un messaggio di scuse in merito al commento di Eiichiro Oda scritto sull’ottantanovesimo volume di One Piece, uscito lo scorso 4 giugno. Nel messaggio si parla di una “mancanza di considerazione” da parte del mangaka e del fatto che lui e la redazione stanno riflettendo su quanto accaduto.

La scritta, apparsa sull’aletta della copertina del volume, racconta di una cena con un gruppo di persone, alla fine della quale era rimasto un solo pezzo di karaage (un tipo di pollo fritto giapponese), che uno dei commensali ha chiamato “sergente Yokoi”, per poi aggiungere "il sergente Yokoi è stato lasciato indietro! Qualcuno finisca la guerra!". Oda ha invitato i suoi lettori più giovani ad andare a controllare quale fosse il riferimento della battuta, per poi concludere l'aneddoto così: “Con vergogna!!! Comincia il volume 89!!!

Il riferimento in questione è Shoichi Yokoi, il sergente dell’esercito imperiale giapponese che venne ritrovato nella giungla dell’isola di Guam nel 1972, dopo aver vissuto nascosto in una grotta ed essere venuto a conoscenza della fine del conflitto solo nel 1952; rientrato in Giappone dopo ventotto anni dalla partenza, dichiarò di provare vergogna all'idea di essere tornato a casa vivo.

Nonostante molti ritengano il commento di Eiichiro Oda innocente, altrettanti lo considerano insensibile e inappropriato, un segno di mancanza di rispetto nei confronti di un soldato che è rimasto fedele al rigido codice etico del Bushido e alla sua patria. Da tanti giapponesi, Yokoi è considerato un simbolo di determinazione, meritevole di compassione per la sua devozione al Paese.

Non è il primo caso di critica a commenti di fumettisti giapponesi: recentemente, anche MINE, autore delle light novel Nidome no Jinsei o Isekai de è stato accusato di odio nei confronti della popolazione cinese e sud coreana a causa del contenuto della sua opera, incentrata sulla storia di un giapponese che ha ucciso più di 3.000 persone con la sua spada durante il conflitto con la Cina, tra il 1937 e il 1945. A gettare benzina sul fuoco, anche alcuni tweet risalenti al 2012, nei quali avrebbe espresso pareri molto ostili nei confronti della nazione cinese. Le polemiche hanno portato alla cancellazione dell’adattamento animato dei suoi romanzi.

A fronte di questi recenti fatti, in tanti si sono espressi a favore della libertà di parola e di pensiero, ritenendo eccessive le reazioni di una parte del pubblico.

Fonte: Anime News Network

Continua a leggere su BadTaste