Omen – l’origine del presagio: la regista sull'attualità dei temi e sulle idee per un potenziale sequel

Arkasha Stevenson, regista di Omen – l’origine del presagio, parla dell'attualità dei temi e della possibilità di un sequel

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Omen – l’origine del presagio, prequel della classica saga horror (LEGGI LA RECENSIONE) è dal 4 aprile nelle sale italiane. Come protagonista troviamo Nell Tiger Free (Servant) nei panni di una giovane donna americana, Margaret, che viene mandata in Italia per iniziare una vita al servizio alla Chiesa. In un'intervista con Variety, la regista Arkasha Stevenson ha spiegato l'aspetto principale con cui il suo film si differenzia dai precedenti:

Quello di Omen è un franchise piuttosto maschile. Esplorarlo attraverso il punto di vista di una donna è stato emozionante. È stato come convalidare il suo posto perché aveva già qualcosa di nuovo da dire.

Allo stesso tempo, dal film originale, uscito nel 1976, Omen - l'origine del presagio riprende l'atmosfera e un particolare elemento della messa in scena:

Non volevamo che sembrasse un film horror moderno. Una cosa così unica degli anni '70 era il ritmo e l'attenzione ai personaggi, sia nel film nel suo complesso, ma anche nelle scene horror e negli spaventi. Dal punto di vista estetico, ci è piaciuto molto il modo in cui la macchina da presa nell'[originale] Il presagio era molto elegante. Volevamo partire dall'evocare la nostalgia degli anni '70, con una macchina da presa molto riservata che alla fine, man mano che la psiche di Margaret inizia a andare in pezzi e la sua realtà inizia a vacillare, inizia a prendere vita propria.

A livello narrativo, poi, il film ripropone alcuni temi e spunti di riflessione ancora attuali:

Il tema del bene e del male e di queste forze ultraterrene o soprannaturali ci attrae sempre. Penso che la Chiesa cattolica esercitasse un diverso tipo di potere e di influenza, quindi abbiamo usato questo film come un'opportunità per parlare delle istituzioni al potere e di come rispondono alla paura, di come si aggrappano a quel potere a rischio, dei pericoli dell'ideologia, delle istituzioni patriarcali, per riflettere gli orrori del nostro tempo. Stavamo usando l'horror religioso come mezzo per attingere ad altre paure che ci riguardano.

Volevamo modernizzare la storia parlando di reali problemi contemporanei. Ma non si vuole mai politicizzare un franchise sacro. Non si vuole mai essere pedanti. Eravamo consapevoli di mantenere questo aspetto all'interno del tema del film. Credo che la grande domanda che mi sono posta da fan di Il presagio, crescendo, sia stata: "Da dove viene Damien [il bambino protagonista del film]?". Naturalmente si parla già di nascite e forse di riproduzione forzata. Per come si svolge la storia, si parla anche di violenza sessuale. Poter esplorare l'orrore attraverso la prospettiva femminile si è prestato con naturalezza al parlare di questi temi.

La regista poi si dice disponibile a realizzare un altro capitolo della saga per approfondire maggiormente la storia [attenzione: possibili SPOILER su Omen – l’origine del presagio]:

Mi piacerebbe continuare a lavorare in questo mondo. C'è così tanto con cui giocare nell'horror religioso. È un sottogenere così ricco in cui lavorare. Con questo film abbiamo risposto a una grande domanda, ma ne sono sorte molte altre. Sono molto interessato allo Sciacallo, alla sua origine. Mi interessa approfondire questo aspetto con la cospirazione della Chiesa. Mi interessa sapere dove andranno a finire Margaret e i bambini. Qual è il futuro di Layla, la sorella di Damien? Potrei parlarne per ore.

Trovate tutte le informazioni su Omen – l’origine del presagio nella nostra scheda.

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FONTE: Variety

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