Obbligo o verità: l'idea di Tyler Posey per il sequel "meta" mai realizzato

Sono passati molti anni dall'uscita di Obbligo o verità e oggi apprendiamo del sequel mai realizzato dalla Blumhouse

Redattore per badtaste.


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Sono passati molti anni dall'uscita di Obbligo o verità, l'horror prodotto dalla Blumhouse, diretto da Jeff Wadlow, con Lucy Hale e Tyler Posey.

Con un budget di 3,5 milioni di dollari, il film è stato un altro successo per lo studio, conquistando 95,3 milioni in tutto il mondo. Nonostante gli ottimi risultati, il progetto non ha avuto un sequel, ma in una recente intervista con Variety il regista e gli attori hanno svelato che per un periodo si è parlato concretamente di portare avanti la storia.

Il film ruotava attorno al gioco di “obbligo o verità” che sfugge al controllo di un gruppo di amici quando qualcuno – o qualcosa – inizia a punire coloro che mentono o che si rifiutano di sottostare a un obbligo. Su nove personaggi, sette facevano una brutta fine, perciò un sequel sarebbe stato infattibile.

Tyler Posey, però, ebbe un'idea. Ispirato dalla grande amicizia stretta con gli altri protagonisti del film, tra cui la stessa Hale, l'attore pensò che sarebbe stato elettrizzante realizzare un sequel "meta":

Ho iniziato a dire: "Quale sarebbe un modo fico di apparire tutti in una parte due in un modo non scontato?". Eravamo tutti in viaggio in camper e allora mi è venuta l'idea: "E se fossimo noi i protagonisti? Se si iniziasse il film con noi alla prima del film?". Poi magari andiamo tutti in viaggio a Big Bear Lake e lì iniziano a succedere delle cose folli.

Jeff Wadlow rispose alla proposta di Posey con entusiasmo e così fece scrivere Obbligo o verità IRL. La palla passò così in mano a Jason Blum della Blumhouse che chiese al regista di girare in un periodo particolarmente difficile: nel picco della pandemia:

Ho accettato la proposta, ma poi credo che abbiano iniziato a rendersi conto che con i rischi legati alla salute e i costi legati agli obblighi di quarantena per gli attori avrebbe significato pagare straordinari a tutti per tutta la durata delle riprese, così non se n'è fatto più nulla.

Posey ha raccontato di essersi battuto per ricevere un credito da sceneggiatore:

La situazione era confusa perché l'idea era stata mia e poi qualcun altro si era occupato della sceneggiatura, perciò non sapevano come accreditarmi. All'inizio mi hanno proposto di girare dei dietro le quinte e svelare che l'idea era stata mia. Ho risposto: "Col cavolo! Voglio essere accreditato, voglio esser trattato da professionista e leggere il mio nome nei titoli di coda. Credo di meritarlo". La Blumhouse alla fine è stata d'accordo e mi hanno dato un credito creativo. È stato un grande traguardo.

L'attore ha definito "struggente" non poterlo girare: "Adoro la storia così tanto", mentre il regista ha convenuto sull'occasione persa: "Quella barca è salpata".

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