Luca Guadagnino al lavoro sul film dei Buddenbrook e su un documentario su Bernardo Bertolucci: "Voglio parlare con Scorsese"

Il regista italiano aggiunge altri impegni alla sua fittissima agenda!

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Luca Guadagnino proprio non si vuole fermare. Dopo aver concluso le riprese di After the Hunt e aver presentato al Festival di Venezia Queer, il cineasta ha rivelato, ospite del podcast di Indiewire, di essere al lavoro su un documentario incentrato su Bernardo Bertolucci, grande regista scomparso nel 2018, nonché dichiarata influenza per Guadagnino (mettere a confronto ad esempio Io ballo da sola con Chiamami col tuo nome). Ecco a che punto è:

Al momento, lo sto montando. Ho ancora alcune conversazioni da fare, voglio parlare con Martin Scorsese. Stiamo girando da un po' di tempo. Non sono interviste, è una conversazione. È un film molto personale. Io sono il protagonista del film. Potrebbe intitolarsi "Io e Bertolucci", ma non sarà così.

Il titolo attuale è infatti Joie de Vivre ("Gioia di vivere"). Guadagnino ha spiegato inoltre che il documentario non si sottrarrà dalle polemiche su Bertolucci (la più nota è inerente alle riprese di Ultimo tango a Parigi) con l'obiettivo non di sostenere la grandezza del regista in una concezione gerarchica , ma piuttosto di evidenziare come:

Un maestro è tale perché qualunque sia il suo genere ti permette di capire te stesso in un modo in cui forse non avresti avuto la possibilità di fare da solo: ti aprono una visione improvvisa di te stesso in un modo inaspettato. Quindi estrae qualcosa da te piuttosto che limitarsi a stare lì a guardarti.

Il regista ha dichiarato poi che Queer (adattamento dell'omonimo romanzo di William S. Burroughs) è ad oggi il suo film più personale, aggiungendo di essere al momento al lavoro, insieme alla sceneggiatrice Francesca Manieri (We Are Who We Are), sulla trasposizione di un altro romanzo importantissimo per la sua formazione: I Buddenbrook di Thomas Mann. Ecco perché:

Ci sono due libri con cui sono cresciuto, uno l'ho letto prima di [Queer], ovvero I Buddenbrook di Thomas Mann. Penso che si rispecchino a vicenda, o che siano l'uno il rovescio dell'altro. Uno [Queer] parla della nostalgia del passato e dell'inevitabilità di incontrare qualcuno che ti attrae davvero, per cui vuoi vederti riflesso nel suo sguardo. E l'altro [I Buddenbrook] parla della decadenza di una società occidentale radicata nella forma più brutale di repressione, interna prima che esterna. Per capire l'oscenità della repressione che viene esercitata sulle persone, penso che si debba vedere e guardare dentro la repressione che le persone che la esercitano su altre persone hanno dentro di sé, non per giustificarle, ma per andare alla radice di questo cuore di tenebra.

Ricordiamo che, sempre con Manieri, Guadagnino si sta occupando anche dell'adattamento del romanzo Camere separate di Pier Vittorio Tondelli, che dovrebbe vedere come protagonisti Josh O’Connor e Lea Seydoux.

Fonte / Indiewire
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