Il piano della nuova gestione della Festa del cinema per lavorare tutto l'anno
È stata presentata a Roma la nuova Festa del cinema tra piani per le attività tutto l’anno, rinforzi economici e un conflitto di interessi
Ogni festival cerca di lavorare tutto l’anno, o almeno è quello che tutti dicono, poi non è detto che tra il dirlo e il farlo questo accada. Spesso creano dei laboratori in cui coltivare talenti, altre volte realizzano eventi. A Roma la Fondazione cinema per Roma, che gestisce e organizza la Festa del cinema, sono anni che lavora per riuscire a fare eventi tutto l’anno, di solito riuscendo a farne (anche non pochi) durante la festa e poi l’estate.
Già questo segno è di quelli importanti. I sindaci di Roma si sono divisi tra quelli che hanno investito e curato la Festa e quelli che l’hanno ignorata. Gualtieri sì è speso abbastanza per l’idea di eventi tutto l’anno ed è venuto alla conferenza a metterci il cappello. Zingaretti invece è da sempre che punta moltissimo sull’industria dell’audiovisivo per la regione Lazio, tanto da averla portata ad essere una di quelle con i maggiori investimenti in assoluto. Entrambi fanno parte della fondazione che aumenterà il budget per queste nuove edizioni, quindi hanno entrambi aderito ad investire di più.
La festa tutto l’anno
La novità più grande è che la Festa del cinema programmerà la Casa del cinema, il che significa che ci sarà una struttura importante, con tre sale al centro di Roma, la cui programmazione sarà curata tutto l’anno dalla Festa a partire dal 2023. Purtroppo non è stato spiegato come accadrà, chi se ne occuperà effettivamente e che fine faranno le persone che ad oggi programmano la Casa del cinema, cioè due programmer sotto la supervisione del direttore Giorgio Gosetti (presente in sala). Non è chiaro se loro passeranno sotto l’ombrello della Fondazione, se il loro lavoro finisce qui o se collaboreranno e quindi sarà una gestione a due.
Per il resto gli eventi saranno ancora prettamente estivi. Da Cinema al MAXXI (partito già da qualche anno in collaborazione con l’omonimo museo), alle arene all’aperto di RomaCinemaArena, fino alle proiezioni del Floating Theatre di Alice nella città e poi, in autunno, il festival dei documentari al MAXXI (che anche geograficamente è molto vicino all’Auditorium di Roma, ragione per la quale esiste questa sinergia forte), più una singola proiezione evento di Vacanze romane di William Wyler proprio a via Veneto, sulle mura aureliane.
La festa del cinema
La Festa del cinema invece come già annunciato torna al passato (“Sarà una festa con il sapore di un festival” ha esordito Paola Malanga) e ad avere un concorso internazionale (mossa stranissima, in controtendenza con quello che fanno tutti i festival moderni di medio livello che, là dove possibile, cercano di liberarsi del vecchiume di premi e premiazioni), e due altre sezioni oltre alle retrospettive: Grand Public, un fuori concorso con titoli di grande appeal commerciale, e Freestyle, che mostrerà in sala ogni tipo di formato specialmente quelli che spesso finiscono su altri schermi (videoarte, videoclip, serie tv ecc. ecc.). A questo si aggiunge anche Best of 2022 con il meglio di quanto visto ai grandi festival internazionali (l’unica cosa che rimane della gestione precedente).
Ci saranno ovviamente gli incontri, che da sempre sono una colonna portante della Festa, divisi però in due sezioni: Absolute Beginners in cui grandi nomi parlano del loro primo film, e Paso doble, in cui due esponenti del mondo del cinema si intervistano a vicenda.
Interrogati a proposito sia Farinelli che Malanga hanno precisato che il festival non ha come requisito del concorso la prima mondiale e hanno fatto capire che benché queste saranno benvenute (se ci saranno) non è un interesse primario della Festa del cinema poiché “è qualcosa di riservato ai grandi festival internazionali come Cannes e Venezia”.
Il conflitto di interessi
Nonostante fosse un po’ ovunque sulla stampa il fatto che Paola Malanga non si sia licenziata dal suo ruolo, non da poco, in Rai Cinema (cioè vicedirettrice), ma sia in aspettativa, la cosa è stata per la prima volta confermata in questa conferenza: “Sono in aspettativa perché si può fare, è legale” è stata la risposta. E alla domanda se questo non costituisca un conflitto d’interessi, cioè che la direttrice di un festival importante sappia di essere destinata a tornare al suo ruolo di vicedirettrice per quella che è la società di produzione più importante d’Italia, ha risposto: “Non penso sia un conflitto di interessi, chi mi conosce sa che non è il caso. Rai Cinema ha come mandato un investimento cospicuo nel cinema italiano, ma è anche vero che in concorso a Cannes c’era un film di Medusa e uno di Vision che non erano di Rai Cinema, e a Venezia succederà altrettanto. Quindi anche a Roma succederà altrettanto”.
Sarà molto difficile se non proprio impossibile stabilire effettivamente se si concretizzerà o meno il conflitto d’interessi. Occorrerebbe infatti essere a conoscenza delle convenienze e dei piani di Rai Cinema per i propri film e sapere anche quali e quanti, necessitando di un passaggio festivaliero per la propria valorizzazione, vengano presi solo per quella ragione. Insomma impossibile da stabilire con certezza. Rimane il fatto che l’esistenza di questo conflitto è accettata e metabolizzata con la medesima ragione che abbiamo sentito addurre in tanti altri casi di conflitti d’interesse, incluso il più grande della storia recente italiana, cioè sostenendo che la persona che lo incarna è dotata di uno standard di moralità tale che riuscirà a far sì che non si concretizzi.