The Nun 2, il regista su Bonnie Aarons: "Non segue il metodo, non devi chiamarla Valak sul set"

Il regista di The Nun 2 spiega che l'interprete di Valak Bonnie Aarons è terrificante nei panni del personaggio, ma smette di interpretarlo una volta finita la scena

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In The Nun 2, il nuovo capitolo del Conjring Universe uscito la scorsa settimana nelle sale cinematografiche italiane, il demone Valak, interpretato dall'attrice Bonnie Aarons, torna a tormentare la Suor Irene di Taissa Farmiga (e non solo lei chiaramente).

Intervistato dal People Magazine, il regista di The Nun 2 Michael Chaves ha lodato l'operato di Bonnie Aarons definendola una vera e propria icona del mondo del cinema horror, una persona davvero splendida e adorabile che, una volta calata nel trucco e parrucco della demoniaca suora, è capace di portare sul set un'energia davvero unica.

Bonnie è un'icona dell'horror ed è apparsa in molti grandi film horror (ecco la sua pagina su Imdb). Questo è ovviamente il suo più riconoscibile, è quello per cui tutti la conoscono. Ha un'energia spaventosa sul set. Quando si trucca e si presenta sul set, è davvero inquietante. È davvero dedita al personaggio e porta in scena un'energia alla quale tutti rispondano positivamente, dalla troupe agli attori.

C'erano attori che erano fan del film originale, e c'era questa sorta di ammirazione, quasi da celebrità: erano tutti e tutte entusiasti di vederla nei panni di The Nun e di essere in un film con The Nun, ma erano anche molto spaventati da lei. Posso dire di aver provato questa sensazione personalmente la prima volta che è apparsa sul set.

Quando non è nel personaggio però, spiega Michael Chaves, Bonnie Aarons:

È una persona adorabile al di fuori del personaggio ed è l'esatto opposto di Valak. È molto divertente, vivace ed è facilissimo parlare con lei. È davvero una gran persona.

Il regista aggiunge anche che Aarons non segue il method acting e non rimane nel personaggio durante tutta la lavorazione del film.

Smette di essere il personaggio fuori dalle scene. Non devi chiamarla Valak o spruzzarle addosso l'acqua santa per farla lavorare e andare sul set. È bellissimo avere una relazione professionale con lei. Quando accende la sua interpretazione, lo fa davvero. Accade quello che si può vedere anche con Vera e con Taissa Farmiga: possono "accendersi" e immergersi completamente nel momento e nel personaggio. Ma poi, quando si dice "taglia" e il ciak finisce, prendono una boccata d'aria e tornano alla normalità. È un livello di professionalità elevatissimo. Solo certi attori possono farlo davvero. È davvero complicato essere in grado di entrare in quella zona e poi essere capaci di tornare alla realtà. Loro lo fanno benissimo.

Tutte le informazioni sul film nella nostra scheda!

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FONTE: People Magazine

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