Nomadland, Frances McDormand: "Lavorare con persone come Chloé Zhao è il mio sogno americano che si realizza"

Frances McDormand e la regista Chloé Zhao hanno presentato il film Nomadland, in concorso alla Mostra di Venezia, parlando dell'esperienza di immergersi in un mondo molto particolare e poco conosciuto

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Il film Nomadland, diretto da Chloé Zhao, è stato presentato in concorso alla 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e la regista e la protagonista Frances McDormand, coinvolta anche come produttrice, hanno partecipato via Zoom alla conferenza stampa che ha permesso di approfondire alcuni dettagli del progetto, già tra i favoriti alla vittoria del Leone d'oro e alla corsa agli Oscar.

L'idea di realizzare il lungometraggio è nata proprio dall'attrice:

Tutto è iniziato con il libro di Jessica Bruder e da un mio amico, il produttore Peter Spears, che me l'aveva inviato mi ha chiesto se dovessimo realizzarlo e acquistarne i dettagli. Poi ho visto The Rider, l'ho adorato e l'ho voluta incontrare perché avevo deciso che volevo realizzare un film con lei, e così è accaduto.

Il clima durante le riprese era davvero unico, considerando la necessità di spostarsi come la comunità al centro della trama. L'attrice ha sottolineato:

Eravamo solo 25 impegnati sul set e io ero la più vecchia, con i miei 61 anni, mentre la persona più giovane ne aveva 24. Abbiamo viaggiato per sei mesi attraversando molti stati, siamo diventati come un organismo, abbiamo legato moltissimo e collaborato a ogni dettaglio. Ci siamo mossi in modo molto fluido e molto spesso abbiamo anche improvvisato, siamo entrati in quel mondo in modo coeso. Abbiamo affrontato la situazione pensando "Cosa accadrebbe se?", in questo caso se fossimo stati parte di quella comunità.

La regista ha inoltre sottolineato che ha trascorso moltissimo tempo insieme a Frances, ideando certi dettagli pensando proprio a come si sarebbe comportata Fern in alcune situazioni specifiche.

Il rapporto con la regista è stato essenziale per la buona riuscita del film e la sua esperienza con gli attori non professionisti è stata essenziale per realizzare Nomadland:

Ho lavorato con altri registi che lavorano con attori non professionisti, ma non come fa Chloé. Non è stato affatto difficile entrare in questo mondo, si trattava principalmente di un atteggiamento maggiormente legato all'onorare il processo, eravamo presenti nelle vite di altre persone, stavamo cercando di introdurci nella verità delle loro vite, non di creare problemi.

La performance dell'attrice è stata talmente convincente da dare vita ad alcuni momenti memorabili:

Un giorno sono andata in Nebraska, in un punto vendita legale di Target e mi hanno offerto un lavoro. Mi hanno consegnato un modulo chiedendomi se volessi avere un posto fisso. Sono andata da Chloé e le ho detto 'Sta funzionando!".

Per trovare le storie e le persone giuste da coinvolgere è stata utile la collaborazione con l'autrice del libro. Zhao ha sottolineato:

Jessica ha trascorso molto tempo con loro e, con la sua benedizione, abbiamo sfruttato le sue ricerche e le sue conoscenze. Molte persone con cui abbiamo parlato erano sorprese perché volevamo raccontare le loro storie. Dicevano 'Siamo nessuno'. Hanno però capito le motivazioni alla base del progetto e hanno quindi deciso di partecipare.

Lavorare a Nomadland è stato molto utile anche a livello personale, come ha spiegato Frances McDormand:

Io e Chloé abbiamo trascorso moltissimo tempo insieme, così ci siamo conosciute, abbiamo capito come lavoriamo. Io dovevo solo stare ferma, tenere la bocca chiusa e ascoltare gli altri. Ammetto di non essere particolarmente brava ad ascoltare, ma è una parte importante della vita di ogni attrice professionista e in questo caso è stato essenziale perché si trattava di ascoltare le loro storie, non raccontare la mia.

La vita delle comunità, come ha sottolineato McDormand è in parte legata a quanto sta accadendo in tutto il mondo:

C'è una grande disuguaglianza tra chi ha e chi non ha, e chi se ne sta preoccupando e cerca di rendere il mondo maggiormente equo e chi invece preferisce ignorare. La scelta di vivere in quel mondo è legato molto alle disuguaglianze economiche esistenti nella nostra nazione, ma il film non prende una posizione politica. Vi stiamo conducendo verso una comunità che ha preso delle scelte davvero difficili.

La filmmaker ha ricordato che si tratta della terza volta che si immerge nella vita di una comunità che non è la sua e ha portato le persone a condividere i dettagli delle loro vite. Chloé ha spiegato, rispondendo a una domanda dei giornalisti:

Non penso che parlare di politica sia il modo giusto per avvicinarsi agli altri. Cerco sempre di trovare quello che ci unisce, non quello che ci divide. Quindi non ho parlato con loro della situazione politica o delle imminenti elezioni.

Sull'elemento politico Frances McDormand ha voluto aggiungere:

Per me è stato particolarmente evidente che l'idea di comunità per loro è davvero importante. Hanno bisogno di stare insieme, anche solo per parlare, per confrontarsi, fare dei seminari... Poi si dividono, ma esiste un senso forte di comunità.

Zhao ha ribadito:

Quando vivi viaggiando non decidi realmente chi arriva nella tua vita. C'è spazio per ogni religione, ogni estrazione sociale, economica, fede. Devi però essere amico con chi incontri lungo la strada perché a volte ne hai bisogno, come nel caso di una tormenta o problemi tecnici, a prescindere da chi vota come presidente.

Parlando della propria carriera, l'attrice ha ricordato:

Ho avuto bisogno di molto tempo per arrivare ad avere la capacità di osare. Per Chloé è stato sempre importante che i paesaggi sono una parte importante della storia americana, è un elemento che possediamo, sono così maestosi. Un giornalista mi ha detto una volta che vedere la mia faccia in un film è come visitare un parco nazionale, e mi piace come metafora.

Il coinvolgimento di Ludovico Einaudi come compositore delle musiche originali è nato quasi per caso. La filmmaker ha ammesso che stava cercando su Google dei brani e si è imbattuta in un'esibizione dell'artista dedicata aii cambiamenti climatici, con un video in cui è al piano dove si stanno sciogliendo i ghiacci:

Me ne sono innamorata e ho voluto coinvolgerlo.

In Nomadland c'è spazio anche per una storia d'amore, ma distante dalle convenzioni. La star ha raccontato il motivo di queste scelte narrative:

Ci è piaciuto spingerci veerso i confini di una storia tradizionale e non soddisfare le aspettative degli spettatori. Per me è stato eccitante vedere una storia romantica tra due adulti maturi che non va nel modo che potremmo aspettarci.

Parlando dell'elemento "romantico", la regista ha sottolineato:

Nel loro cuore c'è un vero nomade, era importante mostrare che Fern non era partita solo perché non aveva una casa o era in una situazione economica difficile. Era alla ricerca di qualcosa di diverso, qualcosa in più.

Al termine del film Frances ha parlato di ciò che le è rimasto:

Una profonda umiltà.

L'attrice e la filmmaker hanno spiegato che si mantengono in contatto con le persone coinvolte nella realizzazione di Nomadland e sono a conoscenza del fatto che durante l'emergenza COVID sono tutti impegnati a promuovere i modi migliori per proteggere se stessi e gli altri e stanno tutti bene.
Sulla situazione delle persone incontrate per realizzare il lungometraggio è intervenuta anche Frances che ha spiegato:

Trovo interessante che ora ci siano così tante persone che vivono per strada a causa dell'economia ma non solo. Durante il lockdown si è notato questo bisogno di fare un viaggio, anche se solo per pochi giorni e c'è sempre stata una comunità che ora sta crescendo esponenzialmente. C'è qualcosa dello spirito umano che è profondamente legato al movimento, non alla stasi. La specie umana si sta evolvendo e il movimento fa parte di questa trasformazione. Purtroppo le macchine usano ancora dei carburanti inquinanti e personalmente trovo che sarebbe bello poter tornare ai carri e ai cavalli come mezzo di trasporto. Sarebbe affascinante tornare in connessione con altre specie. Un altro elemento interessante è che si nota l'esistenza di vari strati nella comunità al centro della trama del film: c'è chi ha generatori, chi ha antenne satellitari e tecnologie avanzate, i giovani hanno i van della Mercedes, c'è chi vive in modo più economico, spostandosi a bordo di scuolabus e altri tipi di veicoli. Tutte queste persone, pur essendo diverse tra loro, entrano in connessione rimanendo separate. Non stabiliscono per forza un legame, ma si incrociano, le loro vite si intrecciano.

A una giornalista che ha chiesto al premio Oscar se vede delle somiglianze tra la protagonista di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri e Fren, Frances ha dichiarato:

Entrambe avevano il mio volto, possiamo iniziare da questo. Negli ultimi 30 anni l'unica cosa consistente che ho fatto è stato interpretare personaggi femminili americani, anche se ho avuto ruoli da donna ebrea, irlandese... Principalmente sono stata però una donna americana e Mildred e Fern potrebbero portarmi alla scelta di cercare altri ruoli. Entrambe, tuttavia, sono parte dello stesso mondo. Si tratta sempre dell'approccio 'What If?'. Io provengo da un background umile e di operai e penso 'Cosa sarebbe accaduto se fossi andata al college?', 'Se avessero creduto in me?', 'Se non avessi trovato totalmente me stessa grazie a mio figlio?... Ci sono molti 'E se...?' nella vita di ognuno. Io personalmente credo di aver realizzato il mio sogno americano lavorando con persone come Chloé.

Un elemento che in Nomadland potrebbe suscitare qualche perplessità, pensando al confronto con il libro da cui è tratto, è il modo in cui viene ritratto il lavoro offerto da Amazon e la regista ha spiegato perché è una rappresentazione meno critica rispetto a quella presente tra le pagine:

Per due ragioni. Ho incontrato e conosciuto le persone. Il problema è molto più grande di Amazon... Certo, le paghe sono basse, il lavoro è difficile, ma almeno è un lavoro e ha permesso a moltissime persone di vivere, sopravvivere. Se non ci fosse Amazon che altre possibilità darebbe la società? Il secondo motivo è che penso alla mia famiglia in Cina e al fatto che non parlino bene l'inglese e per far provare emozioni e capire i personaggi devo, e preferisco, concentrarmi su argomenti universali e sulle emozioni.

Frances McDormand ha aggiunto concludendo:

Fern dice 'Ho bisogno di lavorare, amo lavorare'. Amazon dà lavoro, questo è l'importante.

Potete vedere il trailer di Nomadland qui sotto:

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