Nintendo ci ha raccontato il suo E3 2019 a Milano: The Legend of Zelda si fa diorama, Astral Chain vince tutto
Abbiamo provato la line up dell'E3 2019 di Nintendo e ne siamo rimasti totalmente soddisfatti
Nerd per vocazione, pubblicista di settore per scelta. Inizio a scrivere nel 2004 di videogiochi per cambiare il mio piccolo mondo, per poi accorgermi che il gaming aveva già cambiato me. Laureato in management per l'impresa a Milano, ho fatto del pad e della penna virtuale i miei migliori amici. Sono stato contributor - e in alcuni casi senior editor - per diversi siti videoludici, per poi portare la cultura geek anche sulla stampa generalista e su alcune delle testate tech più rilevanti a livello nazionale ed internazionale. Senza dimenticare qualche scrittura in libertà su blog indipendenti, sempre focalizzati sul mondo in pixel e poligoni. "È vero, siamo tutti in vendita per un prezzo o per un altro. Ma tu sei diversa, indomita, solitaria. Tu non sei un cane, tu sei un lupo."
Nintendo, nel suo frizzante nuovo corso, ha comunque fatto tesoro degli insegnamenti dell'indimenticabile presidente Satoru Iwata, andando dritta al punto, sposando la causa del divertimento e dei colori, dei poligoni e dei pixel che danzano e si intrecciano in produzioni impossibili da replicare per la concorrenza. Forse lo stesso spirito di Iwata aleggiava tra le tante postazioni Nintendo Switch messe a disposizione dalla divisione italiana della compagnia nel corso di un open day tutto tricolore, che si è tenuto in una calda mattinata di inizio luglio a Milano. Un evento utile per mettere mano su quei videogame visti proprio sul palco dell'ultimo Electronic Entertainment Expo, e che anche all'ombra della Madonnina hanno dimostrato quanto la grande N sappia di avere in serbo un catalogo vincente per la prossima stagione videoludica. Il raduno della grande community Nintendo a Milano ha parlato, a giornalisti e appassionati, di nuovo di varietà e divertimento. E ci ha fatto provare, finalmente, alcuni di quei preannunciati capolavori al debutto sulla console dalla duplice anima - portatile e da salotto. A fronte di un menù tanto denso, abbiamo scelto di approcciarci a questa giornata lasciandoci guidare solo dalla curiosità, avvicinandoci prima all'uno o all'altro gioco - e alle sue feature distintive! - ricordandoci delle promesse fatte dalla casa di Mario.
La prima è una scelta praticamente obbligata, eppure graditissima. Prima portata Astral Chain, nato dalla prolifica collaborazione tra PlatinumGames e l'azienda di Kyoto, protagonista di una lunga sessione di puro giocato a schermo. In uscita il 30 agosto, aveva già stupito proprio a Los Angeles con un gameplay furioso e solidissimo, mentre a Milano ha convinto davvero tutti. Il sistema di combattimento prende quanto di buono abbiamo visto in altri titoli della compagnia e lo arricchisce di novità incredibilmente interessanti. In questo action RPG dallo spiccato stile sci-fi (e anime!) controlleremo le Chimere, nostri stessi nemici convertiti al volere e alla tecnologia del corpo di polizia segreto di nome Neuron. Questi peculiari agenti sono le uniche persone in grado di vedere i misteriosi esseri, nonché gli unici soldati in grado di catturarli, una volta sconfitti, e addomesticarli, attraverso un futuristico congegno che genera una catena di luce astrale in grado di imprigionare le Chimere e permetterne il controllo, alla stregua di fedeli alleati, chiamati Legioni. Ed è questo il perno della struttura ludica di Astral Chain, con le Chimere a rappresentare versatili strumenti che si adattando a diverse situazioni. Non solo combattimenti, pure con enormi boss, ma anche esplorazione, missioni secondarie, investigazioni, sessioni stealth e sporadiche fasi platform. Senza dubbio, è un respiro del tutto inedito per un gioco di questi sviluppatori, che hanno poi inserito dialoghi a risposta multipla e un discreto editor del personaggio maschile e femminile - due gemelli che seguono le orme del padre Max, capitano dell'unità Neuron.
[caption id="attachment_186552" align="aligncenter" width="1920"] Fire Emblem: Three Houses promette di portare la serie ad un nuovo livello[/caption]
Anche Fire Emblem: Three Houses, in uscita il 26 luglio, non rinuncia alla tradizione, almeno per le fondamenta di gameplay. Da grandi fan della saga strategica di Nintendo siamo però stati stregati dalle nuove dinamiche di gestione dei personaggi, che approfondiscono i rapporti interpersonali attraverso fasi di dialogo e conoscenza reciproca che aiutano anche a rendere più variegato il meccanismo del gioco. Che già da ora pare di una bellezza cristallina. Più torbida, invece, la situazione approcciandosi a Pokémon Spada e Pokémon Scudo, primi episodi classici del franchise ad approdare su Nintendo Switch. Gli sviluppatori di Game Freak hanno voluto rinnovare una formula ampiamente collaudata con l'avventura nella regione di Galar, introducendo in particolar modo la Dynamaxizzazione, che ingigantisce i Pokémon, e i Raid da quattro giocatori, che serviranno a catturare i mostri dynamaxizzati nelle Terre Selvagge. L'esplorazione è però più abbozzata nonostante gli spazi aperti, mentre gli incontri casuali sono stati pesantemente ridimensionati e il PokéDex ridotto. Rimandati a novembre per una valutazione più adeguata.
E se è vero che Super Mario Maker 2 è già disponibile per l'acquisto - era comunque giocabile con qualche cattivissimo livello già creato -, è il remake del classico del '93 The Legend of Zelda: Link's Awakening a chiudere questo nostro tour tra le novità a marchio Nintendo. E lo ha fatto donandoci uno stile grafico che, seppure contestato da parte della community, a noi pare azzeccato e delizioso: l'estetica permette, anche su Nintendo Switch - e anche con visuale dall'alto - di far sembrare grande e arioso un titolo dalla mappa non gigantesca. Pur con piccole accortezze per sposare il gusto dei giocatori moderni, l'esperienza principale è praticamente invariata, per quello che molti definisco lo Zelda portatile più bello di sempre. A favore di longevità, sarà accompagnato dall'inedita modalità Dungeon Chambers, un piccolo editor per crearsi - senza condividerle - delle nuove sfide. Le stanze non sono modificabili nel dettaglio, ma sono semplicemente i vari quadranti trovati nell'esplorazione dei dungeon tradizionali, senza alcuna alterazione. Nessuna innovazione sostanziale, quindi, ma vi assicuriamo che naufragare al fianco di Link è stato assolutamente adorabile ad ogni passo. A patto di volersi lasciar cullare da uno scenario che si fa diorama animato da piccoli animali che sembrano pupazzi, in linea con la celebre visione di giardino in miniatura con cui il maestro Shigeru Miyamoto immaginava il primissimo Zelda.