New X-Men: Jordan D. White riflette sullo storico ciclo di Grant Morrison

L'editor delle testate mutanti risponde alle domande dei fan su uno dei più straordinari e coraggiosi cicli di storie degli X-Men

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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In questi ultimi mesi è stato tirato in ballo un sacco di volte, come potenziale paragone per la riforma mutante in corso d'opera firmata Jonathan Hickman. Che sia un parallelo sensato o meno, New X-Men, la run firmata da Grant Morrison sul gruppo Marvel, è una pietra miliare del Fumetto di super eroi, in particolare di quello Marvel.

L'editor delle serie degli Uomini X, Jordan D. White, ha risposto alle domande dei fan sull'argomento. Ecco il succo di quel che ha dichiarato:

New X-Men #1, copertina di Frank Quitely

La lezione che quella run ci impartisce è che gli X-Men sono in grado di crescere e cambiare, ancora oggi. Le storie presero il cuore di quei personaggi e lo portarono in direzioni mai viste prima. Si trattava di un'evoluzione delle idee di base, che furono portate a un livello superiore in termini di evoluzione, appunto, di società e cultura. I rapporti fra i personaggi cambiarono, così come i loro ruoli all'interno degli X-Men e così come cambiò il significato dell'esistenza del gruppo.

Il fatto che progetti così ambiziosi potessero ancora trovare spazio e allo stesso tempo risultare storie godibili e appropriate era una cosa strepitosa. New X-Men è la storia che fece di me un lettore regolare della serie, invece che uno che recuperava vecchie raccolte. I personaggi sembravano contemporanei, in grado di intercettare lo spirito dei tempi, di parlare del mondo presente invece di far riferimento a quel che erano stati in passato. Quindi, la lezione che ci hanno passato riguarda le ragioni dietro le loro azioni, le idee che ci stavano dietro.

Adoro il fatto che Morrison esplorasse così a fondo i loro difetti. I personaggi segnati, feriti, difettosi sono i migliori. Quelli che devono superare i propri limiti, o quantomeno farci i conti, sono ciò che rende le storie migliori. E sono quel che rende la Marvel ciò che è: il fatto che gli eroi siano fragili è quel che caratterizza i nostri personaggi rispetto agli altri. Superman è un eroe che rappresenta soprattutto qualcosa a cui aspirare, è perfetto e ha poteri che gli consentono di superare ogni avversità. Spider-Man fallisce presso chi gli sta vicino, fatica a fare quel che è giusto e, di solito, viene punito per averlo fatto.

New X-Men fa un gran lavoro sui personaggi e sui loro difetti. So che molti sono ancora molto arrabbiati per quella storia di Ciclope che tradisce Jean Grey. Non posso biasimarli. Vediamo questi eroi come degli amici e non si perdona chi fa male a uno di loro, ma credo che sia stata una grandiosa idea mostrare come un eroe che porta il peso del mondo intero sulle spalle sia messo davanti a un fallimento così enorme dal punto di vista personale. Penso che sia qualcosa con cui tutti possiamo identificarci. Tutto sta nel capire come faccia i conti con questo fallimento. Ecco il nucleo vero del dramma di un personaggio.

Tra gli eroi con mancanze fondamentali, White annovera anche Bestia, per cui New X-Men fu importantissimo e definisce ancora oggi gran parte dell'identità e del fascino del personaggio. Morrison ne mostrò l'ipocrisia, rivelando ragioni controverse di certe sue scelte, e questo lo rende molto più umano, comprensibile, fallibile e realistico come personaggio: le sue intenzioni non sempre sono in sincrono con i mezzi che ha a disposizione, e deve fare scelte complesse, scendere a patti con la contraddittorietà della vita.

Quando racconti una storia grandiosa, che molte persone leggono e apprezzano, è normale che i personaggi che crei per essa le sopravvivano. I mutanti creati durante quel periodo, su cui moltissimi autori hanno poi lavorato, hanno dalla loro un grande affetto nato nel pubblico e negli sceneggiatori di oggi. Ecco perché tutti hanno voluto utilizzarli, per raccontare nuove grandi storie che creeranno amore per loro nel cuore della prossima generazione. Che poi è il motivo per cui tutti i migliori personaggi del passato sono ancora così presenti: hanno una quantità esponenziale di storie alle spalle di cui la gente si è innamorata.

Fino a qualche mese fa, non ero un fan di come fu gestita tutta la questione di Xorn e Magneto. Tuttavia, rileggendo la storia con la consapevolezza di quel che sarebbe successo dopo, ho messo in discussione la mia posizione. Onestamente, trovo difficile leggere le prime storie che riguardano Xorn e poi trovare credibile la rivelazione della sua identità come Magneto. Non c'è alcun indizio visibile di quel che sta per succedere e ci sono un sacco di dettagli che trovo non abbiano senso. Del resto, ci sono anche un sacco di questioni sulla rettifica che sarebbe venuta poi che non convincono affatto, ma non sono più granitico e spietato come un tempo.

Il momento preferito di White? La decisione di Jean Grey di spingere Scott tra le braccia di Emma Frost, salvando così gli X-Men e il futuro del gruppo. Mentre l'aspetto della storia che l'editor vorrebbe fosse stato più sviluppato è l'analisi dei mutanti come sottoinsieme culturale del mondo. Curiosamente, un'idea presente in parte in New X-Men e caratterizzante invece delle storie di Jonathan Hickman che abbiamo potuto leggere sinora.

Cosa consiglio di leggere a chi ha apprezzato New X-Men? Sarebbe troppo facile dire House of X e Powers of X? Credo che, molto semplicemente, dovreste leggere altro di Grant Morrison, che scrive fumetti spettacolari a prescindere dalla casa editrice. All Star Superman è una storia che dovreste leggere se vi piace... qualunque cosa. Ma credo che i fan delle sue storie degli X-Men troveranno altre idee folli di Grant - alcune delle quali ha portato con sé sui mutanti - su Invisibles.

Fonte: Adventures in Poor Taste

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