New Mutants: Chris Claremont parla del suo ritorno sui personaggi insieme a Bill Sienkiewicz

Chris Claremont avrebbe in serbo una gran quantità di storie sui New Mutants, ha confessato alla vigilia dell'uscita di Figli della guerra

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Come già dovreste sapere, Chris Claremont è tornato in forza alla Marvel per uno storico ricongiungimento con Bill Sienkiewicz. I due, team creativo delle più leggendarie storie dei Nuovi Mutanti, ricompongono il loro sodalizio per lo speciale New Mutants: Figli della guerra.

Il one-shot è uscito proprio ieri, 25 settembre, negli Stati Uniti e arriverà in Italia il prossimo 7 novembre per Panini Comics, ma verrà presentato in anteprima a Lucca Comics & Games 2019.

Eccovi le dichiarazioni di X-Chris alla vigilia dell'esordio:

New Mutants: War Childern #1, copertina di Bill Sienkiewicz

La Marvel mi ha contattato e mi ha comunicato il progetto di rimettere assieme la coppia con Bill, per un'iniziativa legata all'ottantesimo anniversario della casa editrice. Volevano una storia di trenta pagine sui Nuovi Mutanti. Dissi che per me andava bene, se Bill ci stava. E così è andata. Poi mio figlio mi ha chiesto se per caso la storia potesse essere di cento pagine.

La cosa divertente è che, quando io e Bill ci siamo messi a discutere della storia, di fatto abbiamo dato vita a un episodio che prosegue esattamente la storia dove l'abbiamo abbandonata. Che cosa affascinante, dopo trent'anni dalla nostra ultima storia, se escludiamo un episodio breve di sei pagine, riprendere esattamente da quel punto. Come ha detto Bill, questo non è che l'episodio successivo... solo che ci sono voluti trent'anni.

I personaggi sono così tridimensionali e interessanti e la loro interpretazione visiva è così originale! Il problema di questa avventura, di questi eroi e di questo team creativo è che avremmo potuto prendere questa storia ed espanderla fino a coprire un numero di pagine infinito, pieno di meraviglie artistiche e idee narrative. Perché il modo in cui Bill lavora mi lascia sempre ammirato e ispirato. A bocca aperta. Bill scatena una reazione semplice ma sincera, istintiva, che tira fuori le scene dalla mia mente e le sbatte sulla pagina. È il contrario del mio approccio cervellotico, ma in qualche modo entra in sinergia col mio modo di lavorare.

La trama ruota attorno a Warlock per richiesta degli editor Marvel, ma convincere Chris Claremont è stato semplicissimo: ognuno dei Nuovi Mutanti è un suo grande amore, proprio come gli X-Men.

New Mutants: War Children #1, variant cover di Martin Simmonds

Potrei dirvi che la mia preferita è Dani una volta, Berto la volta dopo, Warlock quando me lo richiederete, Rahne il giorno dopo e Doug il successivo. E così via. Potrei parlare di loro in continuazione. E la stessa cosa mi succede con gli X-Men. Guardo questi personaggi con cui ho passato buona parte di mezzo secolo e li vedo sempre giovani, freschi, dinamici. C'è una riserva infinita di storie che vorrei raccontare su di loro.

La meraviglia dei Nuovi Mutanti è che sono tutti ragazzini, stanno tutti crescendo, cambiando letteralmente di pagina in pagina in termini di approccio personale. Per uno scrittore non c'è niente di meglio.

L'immutabile verità del Cinema è che non importa quanto gli attori siano meravigliosi: anno dopo anno invecchiano. La Jean Grey di Sophie Turner è splendida. Maisie Williams era la mia prima scelta per interpretare Wolfsbane, quando mi hanno parlato di un film sui Nuovi Mutanti, ma nei fumetti posso mantenere questi personaggi adolescenti per decenni e divertirmi con loro come agli esordi.

Per me questa è la magia delle storie su carta. Non siamo costretti a pagare dazio per lo scorrere del tempo, possiamo focalizzarci sulla realtà dei personaggi a una specifica età, in uno specifico periodo e restare a giocare più a lungo con quel che abbiamo in mente. Ancora oggi tengo d'occhio i Nuovi Mutanti e il modo in cui sono presentati ai lettori. E la sensazione che mi sento dentro ogni volta è pensare alla prossima storia, ma se potrò o meno essere io a raccontarla, dipende da chi prende le decisioni.

Fonte: Newsarama

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