Netflix sale a quasi 270 milioni di abbonati, ma dal 2025 smetterà di comunicare questo dato

Netflix vola a quasi 270 milioni di abbonati nel primo trimestre del 2024: crescono i ricavi e la piattaforma pensa al futuro

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Il 2024 parte bene, anzi benissimo per Netflix, che nel primo trimestre ha aggiunto ben 9.3 milioni di nuovi abbonati: ben più dei 7.5/8 previsti da buona parte degli analisti (ma Wall Street aveva già previsto questo andamento, tanto che il titolo è cresciuto di un terzo del proprio valore nei primi tre mesi dell'anno), e il dato migliore dal 2020 per un primo trimestre. La piattaforma streaming raggiunge quindi la quota record di 269.6 milioni di abbonati in tutto il mondo, andando ben al di sopra del plateau raggiunto un anno fa (un balzo del 16%), grazie all'introduzione dei profili aggiuntivi a pagamento (e del giro di vite sulla condivisione delle password).

Negli USA e Canada i nuovi abbonati crescono di 2.53 milioni di unità (una cifra notevole se si pensa che il dato era in frenata l'anno scorso), in Europa Medio Oriente e Africa crescono di 2.92 milioni di unità, in America Latina di 1.72 milioni di unità e nell'Asia-Pacifico di 2.16 milioni di unità.

Non è più questione di abbonati, ma di profitti

Consapevole però che non è più il numero di abbonati ad avere importanza, ma i profitti, il colosso di Los Gatos ha annunciato ufficialmente che dal 2025 non comunicherà più quanti abbonati paganti ha, perché gli abbonati sono "solo una componente" della sua crescita. Smetterà anche di comunicare l'ARPU (ricavi medi per abbonato). Invece, ogni trimestre Netflix comunicherà i ricavi per ogni regione e rivelerà "importanti traguardi raggiunti dal numero di abbonati":

Abbiamo evoluto i nostri prezzi e i nostri abbonamenti da uno a più livelli, con prezzi diversi a seconda del paese: ci sono iscrizioni a pagamento incrementali, con impatti molto diversi tra loro.

La nuova metrica su cui si concentrerà Netflix è invece l'engagement, cioè la quantità di tempo trascorsa dagli abbonati sulla piattaforma: invece che attribuire valore al numero di persone che si iscrivono, verrà attribuito valore al fatto che rimarranno iscritte ed eventualmente aggiungeranno anche uno o più profili a pagamento.

I ricavi crescono del 15% a 9.4 miliardi di dollari, con un reddito netto del 79% a 2.3 miliardi di dollari, in linea con le attese. Il flusso di cassa libero rimane a 2.13 miliardi di dollari.

Per il secondo trimestre, il colosso prevede ricavi di 9.49 miliardi di dollari e un reddito netto di 2 miliardi. Per l'intero 2024, Netflix prevede di crescere tra il 13 e il 15% nei ricavi (era del 6.7% nel 2022).

Sport dal vivo nel futuro di Netflix

Negli ultimi mesi Netflix ha iniziato a trasmettere eventi sportivi dal vivo, siglando un importante accordo di distribuzione globale per i diritti del WWE e puntando ad altri diritti per il futuro. L'iniziativa è volta a spingere soprattutto le proprie attività in campo pubblicitario, con l'introduzione degli abbonamenti con la pubblicità, per aumentare i ricavi, come ha spiegato Ted Sarandos:

Siamo solo all'inizio dello sviluppo della nostra programmazione dal vivo, e penso che sia l'espansione del tipo di contenuti che offriamo. Abbiamo fatto la stessa cosa con i film, i reality e l'animazione, e recentemente con i videogiochi. Crediamo che momenti culturali come l'incontro tra Jake Paul e Mike Tyson rappresentino il tipo di televisione che vogliamo proporre, e siamo entusiasti a riguardo.

Il calo in borsa

Le quotazioni di Netflix sono però calate venerdì mattina a causa delle previsioni di ricavi inferiori alle aspettative nel secondo trimestre e all'annuncio dello stop nell'annuncio del numero di abbonati a partire dal 2025, un dato che gli azionisti ritengono ancora fondamentale per confrontare l'andamento dell'azienda con quello dei rivali. E pesano anche i misteri legati alla divisione videogiochi e alla raccolta pubblicitaria, che per il momento Netflix si limita a descrivere come "in crescita" (il 40% dei nuovi abbonati sceglie un piano con pubblicità).

Il titolo ha perso il 7.6% prima dell'apertura delle contrattazioni a New York, e se l'andamento dovesse proseguire in negativo sarebbe il calo più forte da quasi un anno.

Fonte: CNBC

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