Netflix risponde senza mezzi termini alla chiusura del Festival di Cannes

Direttamente da Reed Hastings, CEO di Netflix, è arrivata la risposta all'esclusione da Cannes di film che non passano in sala, e non è stata conciliante

Critico e giornalista cinematografico


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Non si è fatta attendere troppo la risposta di Reed Hastings, CEO di Netflix, al comunicato stampa con il quale il festival di Cannes ha annunciato che, a partire dal 2018, sarebbero stati accettati nella selezione ufficiale unicamente film dotati di una distribuzione nelle sale francesi. La regola è stata resa necessaria dalle molte polemiche che quest’anno hanno seguito l’ammissione di Okja di Bong Joon Ho e The Meyerowitz Stories di Noah Baumbach nella selezione. I diritti dei due film infatti appartengono a Netflix e la piattaforma di streaming non è certa di volere un passaggio nei cinema.

Il sistema sta serrando i ranghi contro di noi” sono le parole che Hastings ha postato su Facebook “Il 28 Giugno vedrete Okja su Netflix. Film magnifico che le catene dei cinema vogliono impedire che sia in competizione a Cannes

Volutamente il CEO travisa un po’ i fatti. Le catene non hanno voluto che non fosse in concorso, quest’anno ci sarà e come, ma che dall’anno prossimo non si presenti più una situazione simile. E comunque “selezione ufficiale” non significa solo concorso ma anche fuori concorso.

La sostanza però non cambia, Netflix ovviamente ne fa una questione di “noi contro loro”, che commercialmente non fa che aumentare la curiosità verso un film venduto come “il film che non volevano farvi vedere”, quando in realtà questa polemica non ha a che vedere con i film in sé ma con la maniera in cui sono distribuiti.

È infatti la Federazione Nazionale dei Cinema Francesi (FNCF) ad aver iniziato a borbottare al momento dell’annuncio dei film del Festival, poiché aveva capito che questi due titoli probabilmente non avrebbero avuto una distribuzione canonica anche se Netflix, che in linea di principio non è contrario alla sala, non si era ancora espresso. In un sistema stretto e molto molto regolato come quello francese “Ci stiamo pensando” non esiste, esistono gli obblighi per legge e siccome Netflix non è soggetta a questi obblighi, la Federazione ha usato la propria influenza per indurre lo stesso festival che ha selezionato quei film a non prenderne più di simili in futuro.

Si tratta di un conflitto che vedremo sempre di più a mano a mano che piattaforme come Netflix o Amazon Prime Video si assicurano i diritti di distribuzione di film molto importanti e attesi al posto delle tradizionali distribuzioni. Più il ruolo dei cinema sarà messo in questione più reagiranno con violenza. Non è tuttavia molto difficile capire chi ci perda di più, se Netflix che per i suoi film troverà altri palcoscenici o la selezione ufficiale di Cannes (ricordiamo che la Quinzaine des realisateurs e la Semaine de la critique sono un’altra cosa e al momento non si sono espressi) che dall’anno prossimo (qualora li volesse) non potrebbe avere opere come The Irishman, il nuovo film di Martin Scorsese con Joe Pesci, Robert De Niro e Al Pacino.

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