Netflix aumenta quasi del 20% gli abbonamenti in America rendendo le cose più "facili" per Disney e Warner?

Cerchiamo di fare il punto sui motivi che hanno giustificato la cosa e di capire perché potrebbe anche avere un risvolto controproducente...

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Da ieri, Netflix ha aumentato i prezzi delle sottoscrizioni in territorio nordamericano, un incremento di quasi il 20% che, di fatto, è il maggiore da quando il servizio streaming è stato attivato 12 anni fa.

I vari piani passano quindi mensilmente da  $10.99 a $12.99 per il profilo da due dispositivi, da $7.99 a $8.99 per il basic, mentre il premium da quattro dispositivi che include l'ultra HD passa da $13.99 a $15.99 (per mettere le cose in prospettiva il basic di HBO Now sta a quota $14.99 rispetto ai $8.99 di Netflix mentre Hulu costa $11.99 per l'abbonamento senza pubblicità).

Il cambiamento verrà applicato nei prossimi mesi a tutte le sottoscrizioni già attive e immediatamente ai nuovi abbonamenti. Chi è già cliente Netflix riceverà un avviso via mail 30 giorni prima dell'applicazione dei nuovi prezzi alla loro sottoscrizione

Un portavoce della compagnia ha dichiarato a BuzzFeed News:

Cambiamo i prezzi di tanto in tanto mentre continuiamo a investire nella produzione di grande intrattenimento e mentre miglioriamo l'esperienza complessiva con Netflix a beneficio di tutti i nostri abbonati.

Come spiega l'Hollywood Reporter ci sono alcune valide ragioni - in aggiunta a un'ipotetica "controindicazione" - alla mossa effettuata. In primis, i dati di ascolto di Bird Box che, per la prima volta (con le eccezioni di Bright e Qualcuno Salvi in Natale), sono stati sbandierati in pompa magna, e i continui riconoscimenti che Roma di Alfonso Cuaròn sta ottenendo, hanno effettivamente dato l'impressione che Netflix sia capace di offrire un "valore aggiunto" nella sua offerta di film originali, percezione mediamente assente fino ad ora. Un "valore aggiunto" che ha senso pagare e che comunque ha un costo mensile inferiore o simile a quello di un biglietto cinematografico.

In seconda istanza l'operazione precede l'annuncio dei risultati fiscali dell'ultimo trimestre tanto che il popolare magazine americano ipotizza che possa essere un modo per indorare una qualche pillola annunciando qualcosa di estremamente positivo (per gli azionisti, non per i clienti) a fronte di notizie magari meno esaltanti.

L'Hollywood Reporter suggerisce anche che la cosa potrebbe avere dei risvolti positivi per competitor come Disney e Warner. Entrambi i colossi stanno per lanciare le rispettive piattaforme streaming e non hanno ancora rivelato le tariffe che verranno applicate. Giocare - eventualmente - al ribasso potrebbe essere più comodo ora che Netflix ha agito a "carte scoperte". Le due major citate, che sicuramente proporranno anche dei contenuti pensati appositamente per lo streaming (Disney+ avrà come noto serie Tv di Star Wars, Marvel e film a medio budget, come spiegato da Bob Iger recentemente), non hanno urgenza di spendere miliardi di dollari per riempire le library (le possiedono già e ora la Casa di Topolino possiede anche quella della Fox), contrariamente a Netflix che dovrà anche fare i conti con gli eventuali ritiri dal suo catalogo di proprietà appartenenti ad altre realtà.

Motivo per cui Netflix, come suggerito da Matthew Harrigan di Buckingham Research Group, potrebbe tranquillamente aumentare i flusso di contanti con un aumento annuo del 4,4% nel prezzo dei suoi abbonamenti e continuare comunque a crescere fino a raggiungere i 273 milioni di sottoscrittori nel 2023.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

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