Neil Gaiman si racconta a Rolling Stone Magazine

Neil Gaiman si racconta al Rolling Stone Magazine, tra domande sulla sua vita privata, sulla sua carriera e sull'imminente ritorno di Sandman

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Una delle più grandi star di tutte le epoche del fumetto sull'intervista simbolo della cultura del rock. Neil Gaiman ha rilasciato un'intervista al Rolling Stone Magazine, a pochi giorni dall'uscita dell'attesissimo Sandman: Overture #1, ritorno, dieci anni dopo Endless Night e venticinque dopo l'esordio del Signore dei Sogni, al personaggio che lo ha reso una leggenda dei comics.

Sulle pagine di Rolling Stone, Gaiman ha parlato dell'idea generale di Overture, della sua volontà di raccontare ciò che accadde immediatamente prima l'inizio della serie e spiegare come mai Morfeo fosse così indebolito da lasciarsi catturare dalla setta di Roderick Burgess. Gaiman ha rivelato che la storia, in linea generale, è sempre stata molto chiara nella sua testa. Mancavano solo i particolari, che sono stati aggiunti in occasione della miniserie ormai in arrivo.

Nell'intervista, il romanziere e sceneggiatore inglese parla del suo metodo di lavoro e paragona il periodo di scrittura settimanale su Sandman, negli anni Ottanta, alle fatiche di uno scrittore di feuilleton o a quelle di Charles Dickens, con una gestione dei personaggi sempre in cambiamento, portati dalla storia e dalle sue dinamiche a cambiare in continuazione, prendere strade impreviste, lasciare i riflettori o prendersi improvvisamente la scena.

Notizia per tutti i fans: Morfeo non è, ripetiamo, non è una versione idealizzata di Neil Gaiman, almeno secondo Neil che sostiene di avere in comune con lui soltanto la capigliatura e la passione per il nero (scelto in gioventù per i propri vestiti, per questioni di pigrizia nell'abbinare i colori). Ne sarà felice Amanda Palmer, la cantante americana divenuta sua moglie due anni fa. Gaiman parla di quanto le vite private della coppia siano di dominio pubblico.

British fino al midollo, confessa la fonte della propria ispirazione: non le droghe di Grant Morrison nè l'occultismo di Alan Moore, bensì incredibili quantità di tè. Ammette anche di essere il peggior bevitore di alcol del mondo: due bicchieri di vino ed è la fine. Il sonno sopraggiunge.

Al termine dell'intervista, Gaiman parla del suo senso di soddisfazione, della sua generale mancanza di desiderio di successo e di notorietà, di come, per tutta la sua intera carriera, sia stato guidato soltanto dalla voglia di fare al meglio quel che lo divertiva e gli piaceva. Oggi, la sua motivazione per continuare, è più o meno la stessa: ci sono troppe storie che ancora non ha raccontato.

Fonte: Rolling Stone

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