Narcos: le nostre impressioni sui primi sei episodi della seconda stagione!
Sta per giungere sulla piattaforma Netflix la seconda, attesa stagione di Narcos: ecco in anteprima le nostre impressioni sui nuovi episodi della serie
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Dopo la visione delle prime sei puntate di Narcos 2, siamo in grado di avere un quadro piuttosto chiaro e sincero su ciò che questa nuova fase narrativa offre ai telespettatori.
Narcos è Pablo Escobar...
... e Pablo Escobar è Wagner Moura
Adesione storica...
La vicenda personale e gli avvenimenti storici che circondano questa nuova fase della vita di Pablo Escobar dopo la fuga non sono un segreto. La serie non lavora in punta di piedi, si prende varie libertà soprattutto nella gestione dei rapporti nelle stanze del potere, ma è chiaramente legata a ciò che effettivamente accadde. D'altra parte, come già lo scorso anno, questo non sembra essere un problema. La vita di Pablo Escobar assume alcune caratteristiche – forse ricercate dallo stesso protagonista, chissà – che ne fanno materia per qualcosa in cui è difficile individuare il confine tra invenzione e verità.
... e libertà narrative
Pablo Escobar nella doppia veste pubblica e privata. Soprattutto in quest'ultimo caso molto di più rispetto alla prima stagione, anche perché stavolta lo vediamo spesso sofferente, braccato e furioso. Escobar quindi come figlio, marito e padre, che non viene definito solo dagli avversari degli altri cartelli, dal governo, perfino dagli Stati Uniti, ma, quasi "teneramente", anche dai rapporti con la madre, con l'amatissima moglie e con i figli.
Genere gangster, tra mito e realtà storica
È in queste libertà narrative che la scrittura scava per costruire una nicchia di pietà, perfino di comprensione per il criminale. In questo senso Narcos è un prodotto sempre perfettamente ascrivibile al genere gangster: una storia che sembra scritta per il cinema, che ne rispetta canoni e figure archetipiche, ma che, come già scrivevamo lo scorso anno, ha una forza propria che le deriva dalla verità storica, che è sempre più intensa della finzione.
Una stagione diversa
Si tratta di una seconda annata che si presenta fin da subito come più intima, magari non più violenta, ma decisamente più intensa. Sembra passata la fase della domanda quasi cult "plata o plomo?", quell'inarrestabile crescita e glorificazione del criminale che ora si trova, spalle basse e volto stanco, a discendere il crinale del successo. Rimane un senso di stanchezza, non certo nella scrittura o nello spettatore, ma negli occhi di personaggi che, da qualunque lato della barricata si trovino, desiderano solo arrivare ad una conclusione.
Uno stile che si conferma
Narcos continua a mantenere quella peculiare caratteristica dello spagnolo che soverchia la lingua inglese, che per una volta suona estranea in un contesto televisivo e si trova a dover rincorrere. Lo stile si mantiene fedele a quello visto lo scorso anno, anche se il voice over è sempre più ridotto e in generale si ha la sensazione di un narratore meno onniscente, che ha una prospettiva generale e storica sugli eventi, ma che in un'annata, come abbiamo detto, "più intima", necessariamente deve abdicare in parte al suo ruolo. E la serie ne guadagna parecchio.
La seconda stagione di Narcos arriverà su Netflix il prossimo 2 settembre. In questa pagina trovate la nostra recensione della prima stagione.
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