Napoli COMICON 2016: l'incontro con Don Rosa
A Napoli COMICON 2016 abbiamo avuto il privilegio di incontrare il Maestro Don Rosa nel corso della conferenza stampa
All’incontro con la stampa, Don mette subito in chiaro la sua peculiare visione dell’universo dei Paperi:
Le mie storie si svolgono negli anni ’50. Non c’è nessun legame con l’attualità. La mia intenzione era quella di raccontare storie come quelle che leggevo quando ero ragazzo, ovvero negli anni in cui scriveva e disegnava Carl Barks.
Don, siamo a Napoli, la città di Amelia, che viva sulle pedici del Vesuvio. Come vedi l’abbinamento tra Zio Paperone e questa città?Barks, che ha creato Amelia, ha posto la casa della fattucchiera (è una fattucchiera, non una strega!) sulle pendici del vulcano. Ma l’Uomo dei Paperi non ha mai menzionato espressamente Napoli. Tuttavia, quando ero qui 13 anni fa, per il COMICON del 2003, ero ospite del Parco Nazionale del Vesuvio e dall’amministrazione dissero che avrebbero voluto costruire la casa di Amelia come attrazione turistica, una sorta di monumento alla fattucchiera. Il progetto era pronto, ma non se ne fece nulla. E posso provare a immaginare il perché: la Disney li avrà bloccati!
Tra tutti i personaggi con cui hai lavorato, sembri particolarmente legato a Zio Paperone. Qual è il rapporto tra Don Rosa e Paperon de Paperoni?Io sono cresciuto con Zio Paperone. I suoi fumetti erano i miei preferiti quando ero piccolo e non ero io a essere speciale, perché piacevano a molti, negli Stati Uniti, come ancora oggi in Europa. In Europa, però, è Paperino il personaggio principale, mentre negli USA è lo Zione, in quanto Barks scrisse molte più storie con il vecchio papero come protagonista per la testata dedicata Uncle $crooge. Nell’antologia Walt Disney’s Comics and Stories erano presenti brevi storie comiche con Paperino protagonista scritte da Barks, ma il grosso della sua produzione era per Uncle $crooge.
Nel 1952 la Dell Comics, visto il successo del personaggio di Zio Paperone, creato nel 1947, decise di dedicargli una testata indipendente. La Disney non c’entra nulla con queste scelte. Carl Barks ha creato i personaggi e la Dell si è occupata delle pubblicazioni, rendendo così Zio Paperone un protagonista e Paperino un comprimario, una spalla comica. Questo è il rapporto che ho io con Paperon de Paperoni.
Ammetto che, inizialmente, pensavo che mi avrebbero lasciato fare una sola storia dei Paperi. Non avrei mai immaginato che oggi, a quasi trent’anni di distanza da quella prima storia - e con tante altre all’attivo - sarei stato ancora in giro per il mondo a parlarne in fiere dedicate ai fumetti. Ho scritto e disegnato tante storie perché amo il personaggio! Se Zio Paperone fosse solo avaro, non sarebbe così. Ma per me è diverso e dovevo modificare questa concezione: lui non spende i soldi perché sono i suoi trofei e le sue memorie. Non per il denaro fine a se stesso.
Ho usato questa tematica in molte delle mie storie, in quanto anch’io sono un collezionista. Da quando ho dieci anni non butto via niente: casa mia è piena di fumetti, memorabilia, gadget sui Paperi, flipper, giochi, targhe automobilistiche delle mie vecchie auto… Ho reso Zio Paperone un collezionista, come me. L’avarizia è una follia che non riesco a capire. Il collezionismo, invece, è una follia che comprendo e che apprezzo.
Conosci i fumetti Disney italiani?
Ci sono due tipi di fumetto Disney nel mondo: quello nordamericano/nordeuropeo e quello italiano, e sono completamente diversi. Anche nell’Europa del nord questi due mondi vengono tenuti divisi: le storie italiane sono vendute moltissimo, ma in testate separate rispetto a quelle in cui sono pubblicate le storie americane e nordeuropee, in quanto sono due universi separati e non compatibili. Non che uno sia meglio dell’altro, ma sono profondamente diversi.
Conosco e apprezzo Giorgio Cavazzano, ma il suo tratto umoristico mi ricorda più Casper the Friendly Ghost che i Paperi barksiani. È magnifico, ma è completamente differente. Preferisco, invece, il tratto di Marco Rota, realistico e così simile ai canoni nordeuropei, come per me devono essere i fumetti con i Paperi. Non è una critica a Cavazzano, ma bisogna ammettere che sono estremamente diversi.
L’anno prossimo torneranno in TV le Duck Tales. La prima serie animata aveva recuperato molti temi e avventure di Carl Barks. Pensi che nel nuovo ciclo possano comparire dei rimandi o dei riferimenti alle tue storie? Hai per caso avuto notizie o contatti di qualche tipo in tal senso?
Non ne ho idea. La Disney non mi ha chiamato e io non ho nessun contatto con loro, di nessun genere.
Sappiamo che hai in corso una battaglia legale per l’utilizzo del tuo nome…
Non ho mai avuto una battaglia legale con la Disney, in quanto non ho mai avuto nulla a che fare con loro. Dieci anni fa mi sono reso conto di come funzionava il Disney comic system: non importa quanto diventi famoso, quanto il tuo nome diventi un richiamo per vendere di più; gli editori non ti danno un soldo su questi ricavi. Premetto che non mi sono mai aspettato delle royalties su dei personaggi che non possiedo, ma ero infastidito dal fatto che il mio nome venisse usato per pubblicizzare dei prodotti su cui spesso non avevo il minimo controllo e di cui potevo non condividere le scelte editoriali. Decisi quindi di ritirarmi e registrare un trademark sul mio nome per l’Europa.
Ora gli editori possono continuare - ovviamente - a usare le mie storie, ma se sfruttano il “marchio registrato” devono avere a che fare con me. Non voglio riconoscimenti, neanche di tipo economico, chiedo solo che il mio nome non venga utilizzato a mia insaputa e in modi che non condivido.
Ti sei ritirato ormai dieci anni fa. Ma ci sono autori che hanno raccolto la tua eredità e utilizzato personaggi e situazioni creati da te. Mi riferisco, ad esempio a Byron Erickson e all’italiano Marco Gervasio. Sei a conoscenza di questo? Cosa ne pensi?
Sì, ne sono a conoscenza. Ma non sono personaggi miei, pertanto non ho il diritto di decidere chi debba essere considerato il mio successore. Ad ogni modo non li ho letti: non sono un fan dei fumetti Disney, ma un fan di Carl Barks.
Thank you very much, Don.