Mission: Impossible 7 e 8, una lavorazione quasi "impossibile" e non solo per il Covid
Un lungo reportage pubblicato dall'Hollywood Reporter svela i dettagli incredibili della lavorazione di Mission: Impossible 7 e 8
Mantenendo la lavorazione di Mission: Impossible 7 come un "work in progress" mentre stanno sviluppando l'ottavo film, Cruise e Christopher McQuarrie si stanno assicurando una grande libertà a livello creativo e a livello di budget. Cruise ha il controllo della saga, e vuole assoluta flessibilità nella realizzazione dei film, incluse decisioni dell'ultimo minuto sul cliffhanger alla fine del settimo episodio. Questa flessibilità è possibile solo se il budget può aumentare all'occorrenza, e la Paramount non sembra avere l'ultima parola su di esso, anche perché "Tom sa bene quanti soldi porta nelle casse dello studio e non ha senso impedirgli di fare ciò che vuole [...] Non sarà nel maggiore interesse del budget, ma è incredibilmente preciso nel suo lavoro e in ciò che vuole fare, mette tantissimo tempo e impegno in ogni aspetto della lavorazione, mettendoci tutto se stesso". Nel 2018, quando vennero proposti i due film alla Paramount, c'era solo un trattamento, e non due sceneggiature: motivo per cui non è stato possibile definire un budget preciso.
Il pezzo conferma che Cruise e McQuarrie hanno iniziato a lavorare all'ottavo film (abbastanza da poter dire che la lavorazione "è iniziata") mentre continuavano a lavorare al settimo. Le riprese sono però in corso ufficialmente ora. Cruise recentemente è riuscito a ottenere un ulteriore aumento del budget per i due film giustificato dall'inflazione che è aumentata negli ultimi due anni e dalle spese aggiuntive dovute alla pandemia. L'attuale budget del settimo film si aggirerebbe intorno ai 290 milioni di dollari.
Il principale fattore di rallentamento della produzione è stato ovviamente il Covid. Il primo stop è avvenuto a Venezia a febbraio del 2020 (Cruise era bloccato a Londra con una indisposizione che però pare non fosse Covid), poi a marzo 2020 quando si era spostata a Roma. Poi a ottobre 2020, nuovamente in Italia, quando una dozzina di membri del team risultò positivo. Poi una quarta volta ancora a Venezia, qualche settimana dopo, sempre a causa di test positivi. Lo stop è avvenuto una quinta volta a Londra, a febbraio del 2021, sempre per test positivi. Una sesta volta, ad Abu Dhabi. Una settima volta a giugno: è stato allora che anche Tom Cruise che Christopher McQuarrie (che non erano ancora vaccinati, pare per motivi non legati a Scientology) hanno preso il Covid, e il regista è addirittura finito in ospedale a Londra. La Paramount aveva stipulato una polizza assicurativa da 100 milioni di dollari per i ritardi e i problemi dovuti al Covid - l'unico rimborso che ha avuto sono stati 5 milioni per una "malattia non specificata di un membro del cast a febbraio 2020" (verosimilmente quella di Cruise, che non era Covid). Per il resto, non ha voluto rimborsare nessuna delle spese dovute ai ritardi, motivo per cui è in causa con la major.
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