Miles Morales: Spider-Man, Javier Garron parla del suo lavoro per il numero #250
Javier Garron, artista di Miles Morales: Spider-Man, commenta il suo lavoro per la serie e analizza alcune tavole del numero #250
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Il più giovane dei due Ragni di Terra-616 fa cifra tonda con la sua serie, scritta da Saladin Ahmed, in più di un senso: questo è anche l'albo numero #250 di Ultimate Spider-Man, che nel corso degli anni ha cambiato più volte denominazione.
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Finora, il viaggio assieme a Miles Morales è stato entusiasmante. Stiamo assistendo alla sua enorme evoluzione, e l'azione è più ricca che mai. Miles ha iniziato come un tredicenne spaventato, sopraffatto dall'immenso potere e dalla responsabilità che esso comporta.
Ora è un giovanotto molto più sicuro di sé, che si è guadagnato il diritto di essere chiamato Spider-Man. Le sue insicurezze e i suoi dubbi, tuttavia, non sono spariti e convivono con il suo grande coraggio.Gli anniversari fumettistici mi piacciono, come a tutti. Sono un artista di professione, ma sono soprattutto un grande fan, nel mio cuore. So cosa mi appaga da lettore e lo tengo sempre a mente, per mantenere felice quel lato di me.
Questo numero aveva un sacco di compiti non facili: a livello emotivo e drammatico, c'è molta carne al fuoco. Stiamo concludendo un arco narrativo e preparando il prossimo, con grandi cose che ci aspettano, e ognuno di questi livelli di narrazione ha bisogno di un diverso formato di pagina, di una narrazione e un linguaggio visivo differenti. Avevo una chiara idea di come dare coerenza a tutto questo, nonostante le varie situazioni e i toni cangianti dell'albo.
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