Mike Hawthorne fa un bilancio dei suoi anni alla Marvel
Mike Hawthorne lascia la Marvel dopo anni in cui ha lasciato segni profondi sul personaggio di Deadpool e molti altri ancora
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Mike Hawthorne - Se ripenso alla mia storia con la Marvel mi pare surreale. All'inizio avevo rifiutato l'incarico, stavo realizzando una serie per un editore francese e mi sollazzava l'idea di lavorare per un po' solo su fumetti europei. Ci è voluto il fatto di conoscere Jordan D. White un po' meglio perché mi convincessi a iniziare quello che, sinora, considero il periodo più felice della mia carriera dal punto di vista creativo.
Le cose sono andate così bene da farmi rompere le mie regole personali. Prima avevo sempre evitato di restare su una storia per più di dodici numeri e avevo evitato i contratti in esclusiva, ogni genere di impegno a lungo termine. Ma tutto funzionava e ho capito di avere sottomano qualcosa di speciale, che non ricapita spesso. Sotto il profilo creativo era tutto una sfida, quindi non mi sono mai annoiato.Ogni arco narrativo di Deadpool sembrava una storia completamente diversa, si passava dal crime alla fantascienza all'azione. Io e Gerry Duggan abbiamo persino giocato con il genere Western. Amo ogni pagina di quel lavoro. Ho rifiutato offerte per disegnare Superman, Lanterna Verde, persino una serie su Kamandi che avrei davvero voluto realizzare. Ma le cose andavano così alla grande che non volevo perturbare nulla per paura di rompere l'incantesimo.
Il fatto che molti mi considerino il disegnatore di Deadpool per eccellenza è bizzarro, per me. Nella mia mente è Rob Liefeld, quindi è strano sentirlo dire. Ma capisco. Ho disegnato il personaggio per un sacco e credo che quando si entra in connessione visiva con un certo artista e un personaggio succeda così. Tutti iniziamo a pensare alla versione di uno specifico disegnatore, quando chiudiamo gli occhi, a prescindere da chi sia il creatore del personaggio. Io vedo quella di Rob, ma sono onorato che molti vedano la mia. Sospetto che mi porterò l'etichetta nella tomba. Non che mi lamenti.
Mike Hawthorne si è goduto anche la collaborazione con Duggan su Infinity Countdown, che gli ha dato modo di realizzare Galactus e Silver Surfer, un sogno che aveva da tempo, da quando disegnava il surfista per passione, prima di essere un professionista. Una delle sue poche storie di gruppo. Non che sia stata una sua richiesta specifica, ma preferisce scavare su personaggi singoli, piuttosto che concentrarsi su molti allo stesso tempo.
Mike Hawthorne - Anche Daredevil era un personaggio che dovevo assolutamente disegnare, forse quello che più sognavo prima di arrivare alla Marvel. Poter realizzare questa recente run è stato perfetto. Sarei potuto anche andare in pensione, subito dopo. Una fortuna colossale. Ed è vero che ho spinto il mio stile verso territori più dark e ho abbracciato un atteggiamento pulp nel realizzare storie di DD e dei suoi avversari. Avere sottomano Kingpin è stato altrettanto soddisfacente.
E poi ho chiuso il cerchio: da storie cosmiche e colossali ad avventure metropolitane. Ho cercato di modificare il mio stile per fare in modo che sembrasse più una delimitato, più ristretto, quasi intrappolante, a volte. Su Deadpool, volevo che sembrasse tutto follemente divertente, con un atteggiamento da film d'azione di Hollywood. Su Infinity Countdown, cercavo di espandere quella componente per darle un sguardo sconfinato. Su Daredevil, ho tentato di dare una sensazione di confinamento e di minaccia che non c'era nelle altre storie. Volevo che i lettori sentissero di dover rimanere all'erta, perché il pericolo era ovunque.
Hawthorne crede molto nell'importanza della preparazione, del lavoro di studio e di progettazione stilistica. Realizza bibbie di schizzi sui personaggi prima di ogni nuova serie, per organizzare il proprio immaginario visivo. Lo ha fatto anche nel passaggio da Amazing Spider-Man a Superior Spider-Man, per differenziare il più possibile l'atmosfera delle due storie.
Mike Hawthorne - Pubblicare la storia indipendente Happiness Will Follow con Boom! Studios è stato un ottimo modo per ricordare ai lettori che sono entrato in questo mondo con l'idea di scrivere e disegnare, non solo la seconda. Ho iniziato a lavorare alla mia serie Hysteria e al remake di Hysteria: One Man Gang, documentando il percorso sulla mia pagina Patron, con l'idea di pubblicare il materiale tutto insieme, quando sarà finito.
Mi entusiasma questa cosa, perché non solo significa realizzare un nuovo fumetto tutto mio, ma documentare il processo mi permette di ragionarci sopra in maniere cui non avevo mai pensato prima. Trovo incredibilmente figo poter fare questa cosa, grazie a chi mi sostiene. Sto imparando cose nuove su come fare fumetti mentre li faccio e condividendo tutto ciò con la gente. Non potrei chiedere di meglio.
L'artista non nasconde di aver iniziato a lavorare su un'altra serie, di cui non può rivelare granché, ma ammette che vede protagonista un personaggio che desiderava molto e che è coinvolto uno scrittore da sogno, per lui. Inoltre progetta di scrivere e disegnare nuovo materiale personale.
Galleria
Tocca un'immagine per scorrere la galleriaCosa ne pensate? Scrivetecelo nei commenti! Vi ricordiamo che BadTaste.it è anche su Twitch
Fonte: Games Radar