I migliori film di novembre 2023 visti al cinema e in streaming

Ecco una carrellata dei migliori film che abbiamo visto al cinema e in streaming lungo il mese di novembre 2023

Condividi

Ecco i migliori film di novembre 2023 che abbiamo visto al cinema o in streaming

Molto di quello che vediamo e raccontiamo con una recensione si perde. Alcune volte sono i film piccoli a non ricevere l’attenzione che meriterebbero, altre volte sono i migliori. Abbiamo così deciso di fare un piccolo riassunto ogni mese del meglio tra ciò che abbiamo visto. Senza distinzioni. Film usciti in sala, usciti in noleggio, usciti su una piattaforma in streaming come anche quelli visti ai festival e che non sono ancora usciti.

L’idea è quella di ricapitolare tutte le nostre segnalazioni scremando verso l’alto solo quello che pensiamo non vada perso, non debba sfuggire e meriti una visione. Ci saranno i film più noti e pubblicizzati come anche, con una certa preferenza, quelli che meno noti e dotati di una cassa di risonanza meno forte, che quando lo meritano hanno più bisogno di un riflettore su di sé per farsi notare. Nel complesso i migliori film di novembre 2023 secondo noi.

Comandante

È un film di guerra, sa di esserlo e quel genere lo rispetta davvero. Sa anche bene che i suoi personaggi sono dei militari fascisti, che hanno quell’etica in testa e che sono imbevuti di quei valori. Non mente, non edulcora quella parte e non ci prende in giro. Non finge siano tutti progressisti e amorevoli, ma fa la cosa più difficile: trova in quella mentalità di guerra, di affondamento, di sparare per uccidere e sentirsi migliori degli altri proprio per il coraggio di fronte alla morte (come capiamo da un discorso iniziale), l’esatto opposto del fascismo: un fondo di umanità molle, tollerante, rispettosa della dignità delle persone, compagnona e divertita. Tutte le caratteristiche che attribuiamo allo spirito nazionale.

LA RECENSIONE COMPLETA


Il libro delle soluzioni

Ci sarebbe dunque tutti gli elementi per compiere una parodia del giovane cineasta pieno di sé e troppo confidente nei suoi mezzi, ma è l’esatto opposto di quello che fa qui Gondry. Quello che trasmette la storia è invece un grande amore e ammirazione nei confronti di questo (apparente) idiota che continua sulla propria strada fino a quando non dimostrerà di avere ragione. “Un’idea è tale proprio perché non è stata mai concepita prima“, rinfaccia a Charlotte quando lei gli fa notare come, se nessuno ha mai pensato una cosa, forse è perché non è sensata. Gondry ci invita a sorridere delle idee del protagonista ma anche in fondo a credere che si possano realizzare.

LA RECENSIONE COMPLETA


The Killer

Il vero grande scarto, come un glitch o un salto di un fotogramma che stranisce, crea un effetto straniante e attira l’attenzione sul fatto che qualcosa non va, sono le sue vittime. Sono tutte più interessanti di lui, sono scritte come personaggi con cui entrare subito in contatto e, in un film più banale di questo, sarebbero risparmiate per diventare spalle. Qui invece sono fatti fuori sempre all’improvviso (anche per noi), frustrando il nostro desiderio di conoscerle e lasciandoci con questo manichino che sa solo pensare al suo codice. Sono anche personaggi che spesso, per salvarsi, vogliono entrare in contatto con lui che non sembra pronto a capirlo. Questo killer del postpandemico (il film è stato girato nel periodo subito successivo alla pandemia) non ha contatti reali con nessuno e anche quando si relaziona alla moglie in scenari più tranquilli sembra terribilmente distante e svuotato. La realtà per la quale lotta non ci pare così desiderabile. E forse, questo lo dice lui, è come noi.

LA RECENSIONE COMPLETA


Roma santa e dannata

La maniera in cui il documentario lavori di interviste (spesso sorprendenti), un po’ di materiale d’epoca, di ambientazioni (il luogo in cui avvengono le interviste viene svelato solo a un certo punto) e di rievocazione ha sicuramente molto di nostalgico, come è inevitabile dal momento che a parlare sono persone che hanno vissuto quel periodo. Tuttavia la sua asciuttezza e la propensione a mettere in fila aneddoti e fatti per spiegare un intreccio di relazioni gli danno una chiarezza rara. Nel parlare di caos Roma santa e dannata è straordinariamente lineare.

LA RECENSIONE COMPLETA


Il migliore dei mondi

Non si sbaglierebbe a sostenere che in Italia esista un solo vero autore mainstream che possa essere definito postmoderno e che questo sia Maccio Capatonda (arrivato tipo 30 anni dopo l’esplosione del postmoderno). Fin dall’inizio della sua carriera Capatonda ha sempre inteso le sue immagini non come il simulacro di qualcosa di reale ma come un rimando per altre immagini ancora (quelle di altri film come quelle di altri trailer), ha sempre forzato le connessioni logiche interne alle trame che siamo abituati a fare con i film per finalità comiche (come fanno le parodie ma senza fare parodie nel senso stretto del termine) e così facendo ha sempre riflettuto sulla natura dei mezzi per i quali produceva, per quanto poi non si sia mai trattato di riflessioni di incredibile complessità.

LA RECENSIONE COMPLETA


Bottoms

Emma Seligman non ha timore di calcare la mano e in un film leggerissimo, divertito e che da un certo punto di vista è coerente con la sua cornice da high school (gli archi romantici seguono le solite scansioni), inserisce qualcosa di estremo. Le botte estreme che sfociano in piccoli atti di terrorismo contro il mondo dei giocatori di football, razza eletta del liceo, unica preoccupazione di tutti egoisti, traditori. Sarà una vendetta pericolosa e sovradimensionata che tuttavia suona liberatoria. 

LA RECENSIONE COMPLETA


Silent Night - Il silenzio della vendetta

La parte incredibile di Silent Night – il silenzio della vendetta è che John Woo è tornato a fare un film americano come se non fosse John Woo. È tornato dal basso, con un B movie (come la prima volta che era arrivato da Hong Kong) centrato sul gesto dell’azione e non sulla trama, dotato di intrecci minimi e personaggi che non si muovono dall’archetipo di genere che incarnano. Che non sia un’operazione pigra ma anzi una piena di voglia di fare film non lo si capisce solo dalla mancanza di dialoghi usata per aguzzare il resto della messa in scena, ma anche da come nel momento in cui il film decide di sfruttare un training montage, questo sia musicato in modi per nulla convenzionali, efficace e rispettoso dell’idea di una rabbia che monta.

LA RECENSIONE COMPLETA


Lezioni di vita

Probabilmente questo è il film meglio scritto di Alexander Payne, una vera gioia fatta di narrazione morbida dal passo giusto e scavo accurato di personaggi che, semplicemente, oggi non sono di interesse per il cinema. Anche per questo probabilmente serviva retrodatare tutto. Come ci voleva necessariamente Paul Giamatti nella parte protagonista, cioè qualcuno lontano dagli standard dei protagonisti contemporanei, bravissimo nella caratterizzazione della disperazione, capace di manipolare tanti toni. Lui è il direttore d’orchestra in campo, il suo personaggio dà i tempi comici quando servono e quelli drammatici quando bisogna passare lì, è una persona a tutto tondo, fatta di contraddizioni, difetti e pregi che comprendiamo sempre benissimo. Più che l’evoluzione del ragazzo è la sua evoluzione che porta avanti la storia (altra differenza rispetto ai film degli anni ‘70).

LA RECENSIONE COMPLETA


Non pretendo che qualcuno mi creda

Estenuando i luoghi comuni del noir fino alle sue manifestazioni più assurde, Non pretendo che qualcuno mi creda racconta la sgangherata e paradossale storia di Juan Pablo Villalobos, un giovane dottorando messicano la cui vita sentimentale e lavorativa viene controllata da un’organizzazione criminale che lo segue nella sua nuova vita a Barcellona. Come a prendere in giro quel complottismo che da sempre, nel genere, vede un protagonista ordinario trascinato in qualcosa decisamente più grande di lui, il film di Fernando Frias è formalmente una trappola senza uscita (la narrazione, volutamente, è inspiegabile) che di questa assurdità situazionale fa una bandiera per raccontare uno stato di cose: lo scarto tra realtà e immaginazione.

LA RECENSIONE COMPLETA


Continua a leggere su BadTaste