I migliori film del 2023 secondo John Waters: c'è anche Oppenheimer!
I migliori film del 2023 secondo John Waters: c'è anche Oppenheimer di Christopher Nolan. Ecco la top-10 e il suo commento a ciascun film!
Anche quest’anno l’amato regista e sceneggiatore John Waters (Pink Flamingos, Cry Baby, Grasso è bello e La Signora Ammazzatutti) ha stilato la classifica dei suoi film preferiti, pubblicata da Vulture. Le sue scelte per il 2023 vanno, rispetto alla sue abitudini, verso titoli molto più noti, molti dei quali passati ai festival e di registi affermati, fino a includere nientemeno che Oppenheimer, senza però dimenticare qualche perla nascosta. Ecco la sua top-10 del 2023 e il suo commento per ciascun film!
- Beau ha paura (Ari Aster)
- Un prince (Pierre Creton)
- Il maestro giardiniere (Paul Schrader)
- Full Time (Éric Gravel)
- Last Summer (Catherine Breillat)
- Sparta (Ulrich Seidl)
- Foglie al vento (Aki Kaurismäki)
- Strange Way of Life (Pedro Almodóvar)
- Oppenheimer (Christopher Nolan)
- Do Not Expect Too Much of the End of the World (Radu Jude)
Beau ha paura (Ari Aster)
Un film super lungo, super folle e super divertente sul crollo mentale di un uomo con un cast migliore di quello del Giro del mondo in 80 giorni: Joaquin Phoenix, Patti LuPone, Parker Posey, Nathan Lane e Amy Ryan. È uno spasso infernale che, anche volendo, non dimenticherete mai.
Un prince (Pierre Creton)
Non ne avrete mai sentito parlare, ma io non avevo mai sentito parlare nemmeno di Super Mario Bros. quando è uscito, quindi ecco. Un film gay molto improbabile su un agricoltore gerontofilo e sexy e sui suoi due amanti anziani che muoiono senza un motivo apparente se non quello di essere "imbarazzati dalla giovinezza e dalla bellezza". È sporco come può esserlo la terra. I c*zzi si trasformano in creature mitiche; gli uomini ululano come cani. Lento, spettrale e poeticamente incasinato. In altre parole, perfetto.
Il maestro giardiniere (Paul Schrader)
Un altro film erotico con il giardinaggio, questa volta sadomaso con sfumature da stallone e Sigourney Weaver nella migliore interpretazione dell'anno nei panni di una sugar mama con la vendetta nel cuore. Scavi. Scavi a fondo, signore.
Full Time (Éric Gravel)
Un thriller estenuante, appassionante come Il braccio violento della legge, che racconta di una normale lavoratrice d'albergo madre single e della possibilità che arrivi in tempo al lavoro a Parigi durante uno sciopero dei trasporti. Fidatevi di me: è geniale.
Last Summer (Catherine Breillat)
La storia devastante e perniciosa di un'avvocatessa francese per i minori abusati che si innamora del proprio figliastro minorenne, fulvo ma cattivo, interpretato da Samuel Kircher, che dà del filo da torcere al protagonista di Morte a Venezia. Era dai tempi di Paul Morrissey e Joe Dallesandro che non si vedeva un legame regista-star così caldo e non consumato. Lei ci prende. Lui lo prende in pieno.
Sparta (Ulrich Seidl)
I bambini rumeni stanno meglio con un pedofilo maschio represso che non agisce mai apertamente ma che mostra loro amore o con i loro padri adulti etero realmente crudeli che li costringono a comportarsi da "cattivi" e "duri"? Non c'è da stupirsi che infurino polemiche sulla realizzazione di questo film. Io so solo due cose: il film è fantastico e sono felice di non essere una chicken queen.
Foglie al vento (Aki Kaurismäki)
Un altro melodramma "kitchen sink" finlandese deadpan di uno dei più grandi autori del mondo. Un operaio alcolizzato e una commessa solitaria di un supermercato si incontrano per caso e lottano per innamorarsi. È triste, è breve, è bello e non gli manca nulla. Chiamatelo semplicemente "Non magnifica Ossessione". Tacete e amatelo.
Strange Way of Life (Pedro Almodóvar)
Un nuovo sguardo fresco e non ironico sulla memoria dei cowboy gay, sulla lussuria, sulla famiglia e sul senso di colpa, che dimostra che il sangue è più denso dello sperma.
Oppenheimer (Christopher Nolan)
Merita l'Oscar per essere un film d'azione sul dialogo, intelligente, ad alto budget e pieno di star.
Do Not Expect Too Much of the End of the World (Radu Jude)
Un capolavoro rumeno di due ore e 43 minuti, follemente radicale, tedioso, scandalosamente ripetitivo e brillante, dove Godard incontra Harmony Korine e in cui trascorriamo troppo tempo chiusi nell'auto di un'a 'assistente personale per una società cinematografica, sicura di sé, trasandata e masticatrice di gomme, mentre svolge le sue faccende. Quando ho finito di guardare il film, ero abbastanza sicuro che non mi fosse piaciuto, ma quando mi sono svegliato la mattina dopo, mi sono reso conto di averlo adorato. Soffrire per il cinema! A volte ne vale la pena!
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FONTE: Vulture