Meghan Markle contro Kill Bill, Austin Powers e lo stereotipo tossico delle donne asiatiche nei film

Meghan Markle è tornata su Spotify con una nuova puntata del suo podcast dove critica lo stereotipo della Dragon Lady cinematografica

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Dopo la pausa seguita alla morte della Regina Elisabetta II, Meghan Markle è tornata su Spotify con una nuova puntata del suo podcast, Archetypes, dedicata alla discussione del classico stereotipo tossico della "Donna drago" che, secondo lei e le altre invitate, Hollywood usa e abusa nella rappresentazione delle donne asiatiche sul grande schermo.

Secondo Meghan Markle "film come Austin Powers e Kill Bill propongono queste caricature di donne di origine asiatica proponendole o come aggressive o ipersessualizzate". Degli ovvi riferimenti alle gemelle Fook Yu e Fook Mi del terzo Austin Powers e alla violentissima O-Ren Ishii interpretata da Lucy Liu in Kill Bill. Frutto di una visione retrograda delle donne asiatiche al cinema. "Questa rappresentazione tossica e stereotipata delle donne di origine asiatica" continua Meghan Markle "non finisce neanche una volta che i titoli di coda sono terminati".

Nonostante l'approvazione di una delle sue ospiti, la sociologa Nancy Wang Yuen autrice di un saggio sul concetto di Dragon Lady al cinema, va detto che la stessa Lucy Liu ha avuto modo di difendere l'opera di Quentin Tarantino in un editoriale pubblicato sul Washington Post nell'aprile del 2021. Secondo lei, che pur riconoscendo l'esistenza del problema, non aveva senso applicare questa critica a Kill Bill dato che la pellicola proponeva anche altri personaggi femminili dotati delle stesse caratteristiche "caratteriali" della sua O-Ren Ishii e, anzi, sottolineando che le stesse esponenti della AAPI (Asian American and Pacific Islanders) vengono spesso e volentieri limitate da dei confini metaforici che non riescono a superare:

Kill Bill propone altre tre killer professioniste in aggiunta a Ishii: perché Uma Thurman, Vivica A. Fox e Daryl Hannah no vengono chiamate Dragon Lady? Posso solo concludere che accade dato che non sono asiatiche. Avrei anche potuto indossare uno smoking e una parrucca bionda, ma mi avrebbero comunque etichettato come una Dragon lady per via della mia etnia. Se non posso interpretare certi ruoli perché l'America mainstream mi vede ancora come una generica "Estranea", io non voglio neanche essere ingaggiata per i tipici ruoli da asiatica perché non farebbero altro che rinvigorire lo stereotipo, comincio ad avvertire la forte presenza delle pareti di questa scatola metaforica in cui noi donne della AAPI ci troviamo.

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FONTE: Spotify via Deadline

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