MediaWeek: Pottermore, terremoto nel mondo degli eBook

MediaWeek è la rubrica sulle ultime notizie dal mondo dei media e della tecnologia. Questa settimana partiamo dall'annuncio di Pottermore...

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

Terremoto nel mondo degli eBook: arriva Harry Potter

(daTheWallStreetJournal)

Diceva che non le interessavano i libri elettronici. Stupidi noi a crederle.

Quel demonio di J.K. Rowling dopo aver proibito qualsiasi versione elettronica dei suoi stravenduti libri su Harry Potter ora che tutto è finito (sia letterariamente che cinematograficamente) sta cominciando a gettare le basi per quello che lei ha chiamato Pottermore e che noi potremmo definire starwarsizzazione dell’universo Potter, ovvero l’allargamento a dismisura di un universo mitologico per sfruttarne al massimo qualsiasi componente.

E il mondo Pottermore pare proprio partirà dagli eBook ma non ci saranno case editrici di mezzo. Mentre i libri cartacei continueranno ad essere editi dalle medesime case che l’hanno fatto fino ad oggi, i diritti per le versioni elettroniche la signora Rowling li ha tenuti per sè. Dunque a partire da Ottobre dal sito Pottermore la Rowling inizierà la vendita delle versioni elettroniche delle sue opere direttamente ai fan. Senza dare stecche ad editori di sorta.

Questa mossa non sarà priva di conseguenze. Un’autrice del genere che snobba le case editrici e diventa un’indipendente online è qualcosa di clamoroso. Il business dei libri elettronici sarà pazzesco (come insegna Ernesto Assante, ogni nuovo formato ci costringe a ricomprare tutto ciò che già abbiamo) e in più, benchè abbia promesso di non scrivere più altri libri di Harry Potter, ci sono molti “appunti” e note sull’universo potteresco che rilascerà sul sito in varie forme. Insomma la sperimentazione di nuovi formati narrativi potrebbe partire dai più grandi bestseller dell’era moderna.

E’ successo: il CEO di Netflix è nel board of directors di Facebook

(daMarketwatch)

La storia è grossa. Facebook stesso ha annunciato che Reed Hastings è ora parte del board of directors. Hastings è il CEO di Netflix, la compagnia ad oggi leader per innovazione nel mondo del noleggio online di film e serie tv. In Italia non è nota perchè ancora non opera sul nostro territorio, ma in America impensierisce tutti ed è all’avanguardia sui servizi di streaming cinematografico a pagamento (neanche a dirlo fa soldi con la pala).

Netflix aveva cominciato a sperimentare i noleggi attraverso Facebook (ma del resto Netflix mira ad essere letteralmente OVUNQUE, dunque nessuno ci aveva visto nulla di strano), ora però la notizia che Zuckerberg l’abbia ammesso nella stanza dei bottoni lascia intuire che Facebook fa sul serio sul lato del video. Del resto Hastings non ha un background da executive o manager ma è un laureato in matematica, deve star simpatico a Mark...

Yahoo! fa un’offerta per Hulu ma pare non avere senso

(daVideonuze)

Dopo Netflix c’è Hulu. Nel panorama dei distributori legali di cinema e televisione in streaming Hulu ha un posto d’onore, perchè è fruibile anche gratuitamente e in ottima qualità a patto di vedere un po’ di pubblicità. I suoi video sono linkabili, embeddabili e tagliabili in clip, proprio come quelli di YouTube, solo che sono perfetti e tutti molto ben ordinati. Questo perchè Hulu è il frutto dell’unione di diversi giganti della televisione (News Corp., Disney e NBC), loro in primis hanno deciso di portare in rete il proprio materiale. E la scelta sta pagando bene.

Tanto che è arrivata notizia in questi giorni che ci sia stata un’offerta non piccola da parte di Yahoo! per rilevare la compagnia. L’offerta ha generato abbastanza scalpore tra i reporter perchè pare avere poco senso. A che serve comprare una società il cui punto di forza sono i suoi padroni?

Hulu può fare quello che fa (trasmissioni online gratis con un po’ di pubblicità) solo perchè è posseduto dagli stessi che detengono i diritti, levargli il giocattolo equivale a sottrarre l’elemento di interesse centrale. Dall’altra parte acquistare una quota di maggioranza che non escluda gli altri partner e mantenga quindi intatto il valore sembra lo stesso impraticabile. Perchè mai network così importanti dovrebbero abdicare la paternità sulla distribuzione online delle loro trasmissioni ad un soggetto che non controllano??

Google primo al traguardo del miliardo di visitatori

(daThe Wall Street Journal)

Con un aumento rispetto all’anno scorso dell’8,9% Google ce l’ha fatta e per primo ha tagliato il traguardo del miliardo di visitatori unici sui suoi siti (che comprendono anche YouTube, Blogger ecc. ecc.).

Sebbene sia il primo ad arrivare a tanto non sarà certo il solo, tra poco toccherà anche al numero due in classifica, ovvero il conglomerato di siti che fanno capo a Microsoft (MSN, Skype, Hotmail...) che si aggira sui 905 milioni di visitatori unici al mese e il cui traffico rispetto al 2010 è aumentato del 15%.

Dietro di loro un po’ più staccati ci sono Facebook con 714 milioni di visitatori (un incremento di 30% rispetto all’anno scorso) e l’ex detentore del terzo posto: Yahoo!, con i suoi miseri 689 milioni di visitatori.

Cloud Computing è futuro. Siete avvertiti

(daIDC)

Ammontano a 21 miliardi di dollari gli investimenti fatti dalle aziende del settore IT nel cloud computing e questi sono destinati a crescere almeno fino ai 72 miliardi per il 2015 secondo IDC.

Certo il 2015 è lontano forte in termini informatici ma questa dichiarazione di uno degli istituti più importanti in materia è anche un modo per spiegare la portata rivoluzionaria che questa tecnologia avrà sulle nostre vite (tecnologiche) e sulle nostre aziende (tecnologiche). Basta pensare che ad oggi solo il 28% degli impiegati nel settore delle nuove tecnologie ci lavora e che si prevede che il business crescerà per i prossimi 25 anni.

Continua a leggere su BadTaste