Matthew McConaughey a Roma racconta come ha cambiato la sua carriera

Nel promuovere il film che ha sancito quella trasformazione da attore disimpegnato a impegnato che avevamo notato da Killer Joe, McConaughey ha raccontato come sia riuscito nell’impresa...

Critico e giornalista cinematografico


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C’è nel mondo del cinema degli ultimi anni una storia più clamorosa di quella del totale ribaltamento che Matthew McConaughey ha operato sulla sua carriera? Forse la scoperta che Ben Affleck, sul serio, è un autore con la A maiuscola. Ma quello era più un problema nostro che suo.

Invece McConaughey in tutto e per tutto faceva un cinema in cui non usava nemmeno un briciolo del suo talento, passando di spensieratezza in spensieratezza e sfruttando un repertorio recitativo limitato, per quanto funzionale.

Arrivato a Roma per la promozione di Dallas Buyers Club, senza dubbio il film che più di tutti segna la sua personale punta massima di impegno, dedizione e anche cliché del “method actor” (niente come mutare il proprio fisico è al tempo stesso superficialmente impressionante e profondamente significativo), rispondendo alle domande l’attore ha distribuito tasselli della storia di questo cambiamento radicale.

Li abbiamo riuniti per voi nella forma unica di un racconto. Dunque le parole e le frasi sono quelle effettivamente pronunciate da Matthew McConaughey, solo l’aggregazione è nostra in modo da rendere la storia più leggibile, invece di doverla inferire da dettagli nascosti in diverse risposte a diverse domande.

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Ricordo che 4 anni fa mi svegliai e dissi a me stesso che la carriera stava andando bene, mi divertivo e avevo un buon successo, ma volevo qualcosa di più, volevo ricalibrare tutto. Le mie avventure nella vita privata sembravano più interessanti di quelle della mia vita professionale, che non è male eh, ma volevo scuotere un po' le cose. Volevo fare qualcosa che mi avrebbe spaventato, qualcosa di cui avrei temuto di non essere all’altezza, per la quale non avrei saputo come prepararmi. Quindi ho avvertito il mio agente e ho deciso che avrei cominciato a dire “No” a tutto quello che non era così, cioè la totalità dei progetti che mi venivano proposti (filmetti d’azione o molte commedie romantiche), non mi importava di non lavorare per un po', per fortuna avevo dei soldi da parte. Ad un certo punto le offerte hanno smesso di arrivare, non ne ho ricevute più per almeno un anno [...]

In quel tempo in cui non c’è stato nulla e non ho lavorato, perchè non arrivavano nè vecchie offerte nè nuove, si era sparsa la voce che stavo rifiutando e volevo cambiare carriera. Diventai così una “fresh idea”, qualcosa di strano e potenzialmente clamoroso per alcuni registi. Friedkin mi chiamò per Killer Joe e così anche Sodebergh per Magic Mike. Più che un rebranding fu un unbranding. [...]

Ora ho 40 anni e agli uomini comincia a succedere qualcosa a 40 anni. Ho chiuso la mia compagnia di produzione e la mia etichetta musicale, mi sono detto: "Voglio essere un attore!". [...] 

Lincoln lawyer è stato il primo ruolo che ha fatto in modo che io fossi notato, che ha fatto capire che avevo cambiato modo di intendere il mestiere e fu anche un buon successo economico. ;olti lo paragonarono al mio ruolo in Il momento di uccidere. Questo ha fatto aprire molti occhi ad Hollywood. [...]

Fare Dallas Buyers Club è stato difficilissimo. La sceneggiatura era in giro da 20 anni ed era stata rifiutata 137 volte! Questo perchè chiunque investa in un film (specie se uno studio) vuole fare arte ma anche soldi e quando leggi: "Film in costume, dramma sull’AIDS, eroe omofobico" sono tre cose che ti fanno pensare "Ok. Non ci farò mai dei soldi!". [...]

A me lo script mi è arrivato 5 anni fa, dunque poco meno di 4 prima che si facesse, non c'era ancora nessun attore nè regista ufficialmente legati, dunque io mi ci sono attaccato e ho deciso che prima o poi l'avrei fatto, ogni anno ci provavo senza successo, lo tenevo sulla mia scrivania e ci avevo proprio scritto sopra: "Questa sceneggiatura ha le zanne e io sono stato azzannato". Volevo farlo davvero ma non si trovavano mai i soldi. Quando poi ai primi di Gennaio qualcosa di sè concretizzato l’abbiamo pianificato per l’autunno ma nulla era certo, mi sono dovuto impuntare e dire “Adesso basta! Lo faremo in autunno”. Così ho incontrato Jean-Marc Vallée e gli ho detto che volevo farlo con lui, ancora non avevamo i soldi ma non ci siamo mai arresi e non arrendendoci, e senza ascoltare nemmeno la possibilità di non farlo, abbiamo raggiunto il punto in cui del denaro è arrivato salvo poi scoprire a pochissimo dall’inizio che non erano soldi reali, ci sono scappati un mese prima di iniziare ma avendo io perso già 20 chili non si poteva spostare tutto e ancora non arrendendoci abbiamo trovato di nuovo altri soldi. [...]

Un film fatto con 5 milioni, girato in 20 giorni ora sta girando il mondo ed è candidato a tutti questi Oscar. [...]

Quando ho saputo che Martin Scorsese voleva incontrarmi per propormi un ruolo la mia mente è subito andata al 1992, quando all'università avevo studiato i suoi film. Pensare che 20 anni dopo stavo andando a casa sua a parlarci per un film era stranissimo, poi mi sono fermato e ho pensato che addirittura ci stavo andando guidato da un’autista!

E’ stato fantastico scoprire quanto conosca profondamente il cinema e quanto sia un amante dell’umorismo. [...]

Per quel ruolo, nonostante fosse piccolissimo (ho passato solo 5 giorni sul set) ho fatto molte ricerche e mi ero preparato ancheun po d'improvvisazione. A Martin le mie idee sono piaciute quasi subito e mi ha lasciato sperimentare, così dopo i primi ciak neanche più comunicavamo in inglese ma solo per onomatopee [nella maniera in cui nel film il broker da lui interpretato mima e descrive il fluttuare dei soldi ndr].

Nel cast, oltre a Matthew McConaughey e Jared Leto, anche Jennifer Garner, Steve Zahn, Dallas Roberts, Griffin Dunne, Denis O’Hare e Bradford Cox.

Questa la trama ufficiale:

Basato su fatti realmente accaduti, Dallas Buyers Club ruota attorno alle vicende di un texano di nome Ron Woodroof che scopre di aver contratto l'ADIS e di avere ancora un mese di vita. Essendo alcuni farmaci proibiti negli Stati Uniti, Ron decide di procurarsi cure mediche alternative da tutto il mondo con mezzi legali e non. Nel frattempo, seguendo un corso di medicina alternativa, incontra Rayon, un transessuale sieropositivo. Sarà grazie al suo aiuto e a quello della dottoressa Eve Sacksupplies che Ron riuscirà a lottare contro la sua condizione.

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