Matrix Resurrections, il montatore del suono spiega come ha reso omaggio al film originale
Dane A. Davis, il montatore del suono di Matrix Resurrections, racconta come ha reso omaggio al film originale nel nuovo capitolo
La sfida principale del suo lavoro ha riguardato come rendere omaggio al primo film, per il quale vinse un Oscar. "È stata la mia prima discussione con Lana dopo aver letto la sceneggiatura", ha raccontato Davis in un'intervista con l'Hollywood Reporter. "Partiamo dal presupposto che ci deve essere una coerenza tra i due mondi, quello reale e quello virtuale, che ironicamente è più simile al nostro. E il mondo reale è qualcosa che non conosciamo: è lontano nel futuro. La mia grande domanda era: quanto si è evoluto tutto? Lana ha detto subito che le cose si sono evolute solo per necessità. Le cose che funzionano perfettamente non si sono evolute. Perché cambiare qualcosa che funziona perfettamente? "
Uno dei momenti più importanti del nuovo film è il super bullet time, quando l'analista (interpretato da Neil Patrick Harris) usa il bullet time contro Neo. "La scena doveva sembrare come in tempo reale dalla prospettiva di Neo", spiega Davis. "Non si poteva rallentare il suono, né avere tutti questi suoni profondi e rallentati, da casa stregata. Doveva sembrare completamente reale perché, per Neo, era in tempo reale". Un'ulteriore differenza è che in Matrix Resurrections, nelle sequenze di super bullet time, sono inseriti anche dei dialoghi, che con la musica hanno reso più complessa la lavorazione al sonoro. Stephanie Flack, collaboratrice di Davis per il film, ha sottolineato che queste sono state girate sul set, e, per ottenere le inquadrature necessarie per gli effetti visivi, le camere non riprendevano sempre agli standard 24 fotogrammi al secondo. "[Per i dialoghi], abbiamo utilizzato una combinazione di ADR [Automated Dialog Replacement, il processo di re-registrazione del suono in studio], e vari espedienti di produzione audio, tutti a diverse velocità. E non si trattava solo di rallentare qualcosa per adattarlo, perché questo suonerebbe innaturale. È stato un sacco di lavoro. E poi c'era l'interazione con gli effetti e la musica. È stato molto complicato da mixare perché lo spettatore in un certo senso deve navigare naturalmente attraverso la scena senza avere la sensazione di essere guidato".
Fonte: THR