Masters of the Air: alcuni storici commentano il realismo della serie Apple TV+

Alcuni storici ed esperti hanno commentato il realismo della serie Masters of the Air, la serie prodotta per Apple TV+

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La serie Masters of the Air mostra la vita dei pilot impegnati durante le missioni della seconda Guerra Mondiale e il sito di GQ ha chiesto ad alcuni storici di analizzare le scene per verificarne il realismo.

Emily Charles, storica e consulente dell'Imperial War Museum, ha dichiarato:

Queste missioni duravano 10, 12 ore, stavi in aria per la parte principale di una giornata. Se sei nella torretta sei realmente in posizione fetale per la maggior parte del tempo.

La dottoressa Hattie Hearn ha quindi aggiunto che gli spazi erano veramente stretti e angusti. La situazione diventava particolarmente difficile quando si indossavano il paracadute e tutte le altre attrezzature, come mostrato nella seconda puntata quando Crosby (Anthony Boyle) deve muoversi nella carlinga per aiutare Biddick (Barry Keoghan) ed evitare un atterraggio in mare.

Brian Laslie, storico dell'Accademia militare dell'aviazione, ha confermato che i piloti dovevano affrontare le conseguenze psicologiche delle missioni:

C'è il tempo trascorso in volo per raggiungere l'obiettivo, dove provi a concentrarti sulla missione, il puro terrore di quando devi bombardare, e se riesci a sopravvivere, ci sono lunghe ore per ritornare e sei alle prese con un velivolo danneggiato e devi occuparti di chi è ferito a bordo.

Nel primo episodio un artigliere si sta togliendo la pelle danneggiata dopo aver toccato senza guanti la sua mitragliatrice. Hearn ha chiarito:

L'alluminio che ricopre il B-17 non era molto più spesso rispetto a una lattina di Coca Cola. In inverno, durante una giornata davvero fredda, quando voli a 30.000 piedi, si poteva arrivare a -50 gradi Celsius. C'erano più uomini ricoverati in ospedale per congelamento rispetto a quelli feriti combattendo il nemico.

Stuart Heath, direttore di BGI Supplies, ha supervisionato la creazione degli oggetti di scena e dei velivoli, ottenendo anche i piani con cui sono stati creati i Boeing e sono state costruite le repliche in scala 1:1, prestando incredibile attenzione ai dettagli. Gli unici cambiamenti sono stati effettuati per aiutare i movimenti delle telecamere, rendendo possibile rimuovere le finestre, i sedili e alcuni pannelli. Gli attori non hanno però avuto più spazio rispetto a quello che avevano i militari all'epoca, aiutandoli a capire quanto fossero dure le condizioni che affrontavano i giovani.

Le scene degli scontri in aria sono inoltre particolarmente accurate, considerando che molti dei piloti erano inesperti e rischiavano di scontrarsi uno contro l'altro, elemento che è confermato dalle foto dell'epoca e dalle informazioni ottenute grazie alle testimonianze di chi è sopravvissuto. Dopo le collisioni gli aerei erano particolarmente danneggiati e si riparavano i velivoli con altre parti degli aerei colpiti.
Alcuni storici, tuttavia, hanno tuttavia espresso un po' di perplessità e dubbi sul rischio di trasformare la guerra in intrattenimento, dando l'impressione sbagliata su chi ha contribuito a far vincere il conflitto. Hearn ha commentato le conseguenze psicologiche del conflitto dichiarando:

C'è un certo senso di mancanza di speranza. C'è un elemento emotivo nel non essere in controllo del tuo destino, affrontando gli orrori e ritornando sapendo che devi ripetere tutto quanto il giorno successivo.

Che ne pensate del realismo della serie Masters of the Air? Lasciate un commento!

Potete rimanere aggiornati sulla serie grazie ai contenuti pubblicati nella nostra scheda.

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Fonte: GQ

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