Masterchef Italia 12: chi è stato eliminato nelle puntate del 2 marzo e le sue dichiarazioni!
Nella serata di ieri 2 marzo, sono andate in onda le ultime due puntate di Masterchef 12, le dichiarazioni dei finalisti e il riassunto
Nella serata di ieri 2 marzo, sono andate in onda le ultime due puntate di Masterchef 12, e questa volta nel cooking show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy si è tenuta la finale che ha eletto il vincitore di questa edizione. Chi è stato eliminato negli episodi? Potete scoprirlo nel riassunto ufficiale, mentre in fondo all’articolo, trovate alcune dichiarazioni dei concorrenti eliminati.
LEGGI: Masterchef Italia 12: chi è stato eliminato nelle puntate del 23 febbraio e le sue dichiarazioni!
La top 4 con Clare Smith
A inizio serata è arrivata l’ultima grandissima ospite di questa stagione, la geniale chef tristellata Clare Smyth, icona della cucina di origine irlandese che ha ribaltato le regole del “Fine dining” e allieva di Gordon Ramsey. La chef, accolta per gli ultimi Mystery Box e Invention Test di stagione, ha rivoluzionato anche le regole ai fornelli di MasterChef: per Mattia le prove si sono rivelate fatali, e il 37enne di Bolzano, gestore di una enoteca, ha dovuto togliere il grembiule consolato dagli abbracci degli altri tre finalisti.
Gli ascolti degli episodi del 2 marzo di Masterchef 12
L’appuntamento conclusivo di questa stagione, ieri su Sky Uno/+1 e on demand, è stata in termini di ascolti la miglior finale delle ultime tre edizioni: media serata di 1 milione 60 mila spettatori medi e 5,31% di share, con 1.508.387 contatti e il 70% di permanenza: +24% rispetto alla finale dell’anno scorso. Nel dettaglio, il primo episodio ha raggiunto 1 milione 119mila spettatori medi e il 4,7% di share, con 1.599.886 contatti (in aumento del +18% sull’anno scorso); a seguire, per il secondo e decisivo episodio di serata, 1.001.273 spettatori medi, con il 6,1% di share e 1.416.887 contatti (con una crescita del +31% rispetto a un anno fa).
Gli ascolti degli episodi della scorsa settimana, nei sette giorni, hanno raggiunto 1 milione 947 mila spettatori con quasi 2,6 milioni di contatti unici e una permanenza sempre altissima, al 75%: il dato segna un +17% rispetto agli stessi episodi della scorsa stagione.
La finale: chi ha vinto Masterchef 12?
Una finalissima con mille emozioni, con tre menù super personali e con un clamoroso successo di ascolti. MasterChef Italia ha incoronato il suo vincitore, Edoardo Franco: l’esuberante e brillante 26enne di Varese, ex rider durante il periodo in cui ha vissuto in Germania, si è aggiudicato, ieri sera, la finale di questa edizione del cooking show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy. Edoardo è stato proclamato dalla viva voce di Antonino Cannavacciuolo, giudice del programma insieme a Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli.
Con la vittoria, Edoardo si aggiudica 100.000 euro in gettoni d’oro; la possibilità di pubblicare il proprio primo libro di ricette, “Daje! - La mia cucina senza confini”, edito da Baldini+Castoldi, in uscita dal 10 marzo; l’accesso a un prestigioso corso di alta formazione presso Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana; e la partecipazione al Workshop di Masterchef Academy creato in collaborazione con Destination Gusto.
Quella appena conclusa è stata una stagione caratterizzata da un altissimo livello tecnico e ricca di prove che hanno permesso alla Masterclass di viaggiare in tutto il mondo grazie a grandi chef e ospiti di primissimo piano sulla scena food internazionale. Nel corso dell’ultima decisiva prova, nell’attesissima serata di ieri, i finalisti hanno potuto presentare il proprio menù ideato, sviluppato e realizzato in completa autonomia. Il risultato sono stati tre menù estremamente personali, in grado di raccontare le vite e le storie dei tre ragazzi, ma anche tutta la loro crescita vissuta grazie a MasterChef Italia, dall’arrivo timido ma promettente ai Live Cooking fino alla grintosa, emozionante e spettacolare finalissima.
Nel descrivere il suo menù dal titolo “Tutto mondo”, ispirato dal titolo del murale realizzato da Keith Haring, il vincitore Edoardo dice: «Per me il cibo deve unire e non dividere, il mio intento è quindi quello di mettere d’accordo tutti e tre i giudici con un menù di sapori pensati per gli abitanti di tutto il mondo. I miei piatti sono il frutto delle mie esperienze e dei miei incontri passati, che si fondono con la mia creatività». L’antipasto è un tributo alla terra e all’origini della cucina, un mix di sapori inusuali, che riservano una sorpresa al commensale: si chiama Medievale ma non troppo, è una barbabietola acidula ripiena di paté di fegatini di piccione, intruglio medievale, latticello e porro fritto, accompagnato da infuso alla barbabietola e aneto. A seguire, il primo – Ravioli kebab – è la sua reinterpretazione del kebab: una polpetta di agnello speziato dentro un fagottino di pasta all’uovo servito con salsa all’albicocca e foglie di carota. La seconda portata è Capesante al curry: il connubio inusuale tra le capesante, dolci e delicate, e il curry, speziato e profumato, con l’aggiunta di maionese al corallo e coriandolo fritto. Infine il dessert, Matrimonio in bianco, una finta mousse di cocco con cremoso di liquirizia e arancia e inserto di maracuja: pur con qualche piccolo problema nel corso della cucinata, il risultato è stato, secondo i giudici, davvero ottimo.
Il menù di Hue
Per Thi Hue Dihn, 27 anni project assistant nata in Vietnam e ora a Firenze, il menù era “La sinfonia di stagione” e aveva come protagonista il mondo vegetale, suo cavallo di battaglia in tutta questa edizione: un racconto di sapori, colori e sensazioni che vogliono richiamare le quattro stagioni, utilizzando ingredienti dell’Italia e del Vietnam, per una unione che crea una musica culinaria e un’esplosione di colori. Il menù inizia con la primavera, stagione in cui in Vietnam si festeggia il Capodanno Lunare, la festa più importante dell’anno: l’antipasto è quindi Giardino di primavera, con mela cotta nel vino rosso con crema di patate, porro, mela e wasabi; a seguire, un primo piatto dedicato all’inverno che racconta l’unione tra Italia e Vietnam: Universo invernale, rivisitazione di sapori tradizionali vietnamiti uniti a quelli scoperti in Italia, ossia ravioli di cavolo rapa con ripieno di lenticchie, lardo di Colonnata e brodo di Pho (ricetta tipica vietnamita utilizzata per affrontare le giornate fredde di Hanoi); quindi l’autunno nel secondo Sotto la luce della luna piena d’autunno, papaia verde con lemograss aromatizzato al pepe Timut, cotta in brodo di costine di maiale con riduzione di funghi porcini e shitake; infine il dolce, un ricordo di una tipica giornata della bella stagione in Un giorno d’estate a casa, con gelato di riso fritto con confettura di bamboo, nido di zucchero filato e thè al gelsomino.
Il menù di Bubu
Antonio Gargiulo, per tutti Bubu, studente 19enne nato a Vico Equense, cresciuto a Cagliari e ora a Roma, si era appassionato alla cucina guardando le nonne, poi negli ultimi 5/6 anni l’ha approfondita studiando libri: «Se non si conoscono le ricette della tradizione è impossibile sperimentare», diceva, e così ha inizialmente studiato la tradizione per poi cominciare, solo di recente, a sperimentare. Per lui cucinare è una vera urgenza, tanto da voler dimostrare ai genitori di voler continuare in questo campo, più che negli studi di Scienze Archeologiche. Il suo menù della finalissima raccontava la sua vita: Io tra isola e golfo era «pensato per raccontare di come sono cresciuto tra due regioni e realtà culinarie molto diverse, che mi hanno formato e fatto innamorare dei loro sapori e profumi e della loro cucina. Oggi cerco di raccontarvi la Sardegna e la Campania – ha spiegato – attraverso dei piatti che vogliono connetterle tramite i miei ricordi e le mie esperienze. Vorrei anche dare importanza a tutto ciò che ho imparato qui a MasterChef grazie allo studio, alle sfide e agli chef incredibili che abbiamo avuto l’onore di conoscere». E così l’antipasto Quasi Frattau era ispirato a uno storico piatto di recupero sardo, il pane frattau, che ha come elementi principali il pane carasau, la salsa di pomodoro e l’uovo: il piatto è un finto uovo di seppia ripieno di composta di pomodorini gialli, salsa di carasau all’aringa affumicata, pomodoro del piennolo confit e granita di basilico e limone; a seguire, il primo La spiga nel mare, con dei culurgiones ripieni di battuto di triglia marinata, beurre blanc, orziadas in doppia consistenza, pomodoro e chips di triglia; quindi il secondo S’Angioni nell’orto, agnello in crepinette, glassato con senape e miele, col suo fondo al cannonau, mirto e ginepro, friggitello saltato, asparagi bianchi e fonduta di pecorino sardo; infine il Gioco di pastiera, mousse di pastiera, frolla croccante e coulis di cedro, kumquat candito e crema pasticcera all’arancio e vaniglia.
Le parole di Mattia, Hue e Bubu, finalisti di Masterchef 12
Sul podio a fianco a Edoardo, Thi Hue Dihn e Antonio “Bubu” Gargiulo hanno potuto presentare il proprio menù ai giudici, giocandosi la finale, mentre quarto classificato è stato Mattia Tagetto.
Cosa vi portate a casa da questa esperienza dal punto di vista umano e professionale?
Mattia: Dal punto di vista professionale sicuramente una crescita, la voglia di migliorare i propri punti deboli. Il punto di vista umano per me è stato il più importante, mi porto a casa amicizie vere, anche più di quanto mi aspettassi, non ero pronto a stringere dei rapporti così importanti.
Bubu: Dal punto di vista professionale anche solo il commento dei giudici è un arricchimento, i grandi chef che abbiamo conosciuto, le prove, ti migliorano e cresci puntata dopo puntata.
Hue: Per me Masterchef è l'inizio del mio progetto di cucina. Un salto di qualità sia come persona che dal punto di vista culinario.
Come Masterchef ha cambiato la vostra idea di cucina?
M: Ho capito che l'alta cucina non è così semplice da fare. Tutto è molto più complicato di quello che sembra. Durante il percorso siamo passati in vari moduli, un percorso d'evoluzione. Sicurmaente avrò un attenzione diversa per impiattamento ed ingredienti, e mi ha spinto a trarre il meglio anche dal piatto più semplice. Questo anche grazie agli ospiti che ci hanno aiutato a definire la nostr aide adi cucina.
B: io non credo di essere entrato con una vera e propria idea di cucina, ma Masterchef mi ha aiutato a formarla. A riscoprire la tradizione, e a quanto sia importante avere basi solide per fare alta cucina. Il rispetto degli ingredienti per me è stata la lezione più grande che ci è stata data. Far risaltare un ingrediente semplice, anche quella è grande cucina.
Mattia, quanto ha influito la stanchezza sulla debacle del porro? Cosa ne pensi dell'etichetta da Burattinaio e pensi ti abbia penalizzato nel tuo percorso?
M: Io ho un istinto di protezione verso i più giovani, ero un po' lo zio. Poi ovvio non si può andare d'accordo con tutti, ma del percorso che ho fatto all'interno di Masterchef sono contento. Non credo di essere un burattinaio, io ci sono solo stato, ero presente per tutti e ci ho legato. Come nella vita non si piace poi a tutti, ma ho legato con la stragrande maggioranza dei concorrenti.
Per quanto riguarda la stanchezza, io non sono uno che molla, quindi anche col porro ho provato tante preparazioni ma non sono riuscito a portare a casa le mie idee. Tecnicamente nella prova ero il meno forte dei quattro, e sono stato contento per loro tre.
Bubu, cosa cambieresti del tuo menù? Cosa hai provato a cucinare di fronte ai tuoi genitori?
B: Del menù non avrei cambiato nulla, forse a posteriori avrei impiattato in maniera diversa. Ma non ho rimpianti, sono stato felicissimo, cucinare davanti ai miei genitori è stata una bella esperienza che mi ha permesso di fargli vedere quanto sono cresciuto e quanto amo questo lavoro.
Qual è la prova che vi è piaciuta di più dell'edizione?
M: La prova più significativa è stata sicuramente quella della monaca, perché ero abbastanza terrorizzato dal mondo vegano, lontanissimo dal mio. Quando è entrata avevamo la pelle d'oca, poi ho sentito la sua storia molto vicina, perché in qualche modo era la mia. E sono riuscito a fare mia la prova, sono riuscito a fare un piatto diverso come se ci fosse qualcosa di diverso, una cucinata tranquilla. Un'emozione che mi porto dentro molto nitida.
B: In realtà sono due, la prova dello stellato sicuramente con lo chef Colagreco, per me è stato un sogno poter fare un'esperienza del genere. cucinare in una cucina di quel livello piatti di quel livello, con la supervisione di uno chef di livello mondiale e anche dei suoi ragazzi della sua brigata tutti eccezionali. E poi una delle prime Mistery Box, quella dove i giudici ci hanno diviso in tre gruppi e assegnato i loro ingredienti. Perché le parole dello chef Cannavacciuolo le ho sentite davvero mie e mi hanno toccato il cuore. Ho cucinato seguendo l'istinto e me le porterò sempre nel cuore.
Hue, il tuo sogno è quello di tornare in Vietnam e portare lì la sua cucina, come stai pensando di realizzarlo?
H: Devo cogliere tutte le occasioni per migliorarmi e imparare. Devo diventare la migliore versione di me così che possa realizzare al meglio il mio sogno.
Come create i vostri piatti? Da cosa traete ispirazione?
H: Guardo prima la bellezza degli ingredienti, il colore e poi il sapore. Mi piace un piatto colorato e che mi seduca la bellezza della natura.
M: Masterchef ha cambiato il mio modo di approcciarmi alla cucina. Io parto sempre dall'idea di gusto, invece ho dovuto cambiare l'ordine e partire dall'idea del piatto finito. Non è stato un percorso semplice. Il mio arricchimento è stato che alla fine sono arrivato a pensare prima al piatto da portare e poi al resto.
B: Io sono nato a Vico (inchino) Equense, ma sono cresciuto ad Assemini in Sardegna. Io sono cresciuto con due culture culinarie molto diverse. Io amo mangiare, ho avuto la fortuna di mangiare benissimo in questi vent'anni e per me la cucina deve essere evocativa. La cucina deve essere buona e deve richiamare qualcosa. Da Masterchef ho imparato a rispettare i tempi e a impiattare, ma ho sempre cercato di mettere me stesso nei miei piatti (come nella triglia). Quando lo chef di Cannavacciuolo mi dice che sono gusti che conosce bene, il mio obiettivo è proprio quello. Raccontare me stesso tramite quei gusti e quei piatti. Quando cucino la prima cosa che penso è: cosa vorrei provare mangiandolo?
Cosa vi hanno lasciato i giudici?
M: Rigore e disciplina. Col tempo è diventato un rapporto più umano. Il percorso ha creato un'empatia con tutti e tre. Con lo chef Locatelli mi sono sentito più vicino, è quello che umanamente mi ha lasciato la parte più importante. Ma grazie a tutti e tre siamo cresciuti.
B: Io ho iniziato il percorso in maniera un po' più chiusa, con il dovere di dimostrare di essere bravo. Cannavacciuolo mi ha preso in simpatia da subito, per le nostre origini. Barbieri ha sempre avuto una buona parola nei miei confronti anche quando era severo. Locatelli ha saputo farmi notare con leggerezza quando mi stavo lasciando andare troppo. Mi hanno aiutato a capire cosa fosse per me la cucina, mi porterò per sempre nel cuore i loro consigli e insegnamenti.
Hue cosa ti porti a casa del rapporto con chef Cannavacciuolo?
Il mio è stato un normale rapporto tra concorrente e giudice. Ma lo chef ha saputo spronarmi quando non credevo in me stessa e farmi tirare fuori gli attributi davanti alle esitazioni e alla paura.
E a proposito di tirare fuori gli attributi, ora ti sei resa conto di essere brava?
Credo di averlo dimostrato in finale. Si vede una Hue che si gode l'ultima cucinata più tranquilla e orgogliosa di quello che fa. Con il mio menù ho finalmente fatto capire a me stessa di essere brava.
Potete parlare di Edoardo e soprattutto, avete un consiglio da dargli?
M: Io di Edoardo penso che sia una persona speciale, che può sembrare simpaticissimo, ma dietro c'è molto di più. È un gentiluomo, è il primo che si mette in gioco per pulire o dare una mano, c'è un mondo intero che traspare oltre l'uomo che incita tutti. Spero che riesca a prendersi tutto ciò che riesca da questa esperienza. Che riesca a stare dritto sul suo discorso perché si merita tutto quello che il mondo ha da offrirgli
B: Di Edo si possono dire tante cose secondo me. Oltre i lpersonaggio istrionico e sempre attivo, io ho avuto un periodo abbastanza critico nella Masterclass, e Edoardo è uno delle peersone che mi è stato più vicino i nquel momento. è una persona molto empatica che ha sempre la parola giusta e un attenzione particolare verso il prossimo. Dal programma è passato tanto il suo essere caciarone, ma lì dietro c'è una persona bellissima. Mi auguro che lo conoscerete tutti come lo abbiamo conosciuto noi. Non farti travolgere da cosa ti verrà incontro ma travolgili tu e rimani te stesso.
Nel momento in cui hai visto l'errore nel dolce di Edoardo avevi sperato nella vittoria?
La finale è un menù su 4 portate, non si giudica su un solo errore. Ci tenevo tantissimo come tutti. ci ho messo anima e corpo nei miei piatti quindi penso domani essere delusi dal verdetto. Ma a posteriori penso che tutti abbiamo un po' vinto. Io ho vinto con le persone che ho trovato in Masterclass e ho capito cosa voglio fare della mia vita.
Mattia, quale sarebbe stato il tuo menù della finale?
Avrei portato un menù legato alla montagna rivisitato mettendoci dentro la mia storia e il mio percorso. Avevo una sella di daino con il pino mugo cotta nel fieno. Una gelatina di rafano e testina di vitello fritta, con asparagi in crema e croccanti. E poi dei canederlotti di rapa rossa come primo. Volevo uscire dal discorso contadino e fare una presentazione degna di una finale.
Dopo Masterchef cosa vi aspetta?
M: io non mi vedo particolarmente vicino al discorso ricette a casa, mi piacerebbe portare avanti la mia passione per i ristoranti stellati, cercando di fare delle interviste agli chef, e portarli alla portata di tutti e non solo nell'olimpo culinario.
B: Io voglio il mio ristorante e voglio portarlo a un grande livello. Ma la strada è lunga. Voglio viaggiare tanto, scoprire tanto, fare esperienza nei ristoranti, mi voglio mettere in gioco e scoprire. Voglio vivere il maggior numero di esperienze per poter realizzare il mio sogno.
Bubu come hai gestito il cambio di studi coi tuoi genitori?
I miei genitori hanno capito che questo è quello che voglio fare, sono stati i primi a iniziare a darmi una mano, e mi supporteranno in futuro.
Mattia, dato che sei un sommelier, puoi abbinare un vino a ognuno dei finalisti?
Edo è una bonarda, facile ma che si beve sempre. Hue un Gewürztraminer, lei è fiori e profumi, quindi qualcosa di aromatizzato. Bubu uno Château Musar giovane, un vino che si farà, che quando lo apri sarà una grandissima esperienza. Mentre per me, io sono una grappa del territorio.
Più tardi vi riporteremo invece le parole di Edoardo, il vincitore di Masterchef 12.
Fonte: Sky