Masterchef Italia 7: dalla preparazione del cervello alla cucina kosher
Il nostro racconto di Masterchef: ecco cosa è accaduto nel talent culinario più seguito d'Italia
Non una Mistery Box, ma tante scatole cinesi una dentro l’altra rivelano alla fine l’ingrediente misterioso con cui i concorrenti del cooking show si devono stavolta cimentare. E visto che i quattro giudici dissertano, in stile marzulliano, sulle grandi domande della vita “Chi siamo? Dove andiamo? Perché cuciniamo? E se cuciniamo siamo prede delle passionalità o seguiamo la più rassicurante via della razionalità?“ l’alimento che si nasconde nell’ultima scatola non può che essere il cervello. E quindi i giudici invitano a cucinarlo come si vuole, purché lo si faccia con il cuore. Il cervello, o le cervella, è da sempre un cibo controverso: alla maggior parte della popolazione fa ribrezzo per il suo aspetto e la sua consistenza, mentre i cuochi professionali lo apprezzano per la sua versatilità. E la Masterclass è in questo caso più vicina alla vox populi che a quella dei giudici. Il cervello genera confusione, la mancanza di esperienza nella sua preparazione deve necessariamente spingere a ragionare, soprattutto perché, se non si sa come trattarlo, diventa poco commestibile.
Sul bancone sono disposte tre cloches, sotto la prima, la cloche bellezza, vediamo uno sgombro, avocado, lamponi e sedano, cibi dal forte potere antiossidante, sotto la seconda campana, la cloche intelligenza, ci sono seppie, broccoli, pinoli e quinoa, ricchi di minerali e selenio che aiutano la memoria, mentre la terza campana, la cloche felicità, racchiude fusilli, cozze, asparagi, pomodori e lenticchie, cibi che stimolano la serotonina ed sono ottimi regolatori dell’umore. Simone sceglie per sé e per i suoi compagni la beneaugurante cloche felicità, ma può mettere in difficoltà due concorrenti assegnando loro una campana contenente sette ingredienti scelti da lui tra quelli delle restanti due campane. E qui il timido ventenne dà il via a quella che per tutta la puntata sarà una vera battaglia di tutti contro uno. L’obiettivo preso di mira è Italo, odiato dall’intero gruppo per il suo carattere deciso e sicuro.
Mentre torna al suo posto, tra il malcontento non celato degli gli aspiranti chef che speravano già di eliminarlo, borbotta “cornuti e str***i”. Come non dargli ragione, l’accanimento del gruppo nei suoi confronti è fuori luogo ed esagerato, tanto che anche i giudici sono costretti a riprendono i concorrenti. In tema di proverbiali massime ci viene da dire “Chi la fa, l’aspetti”, infatti il piatto di Simone, insieme a quello di Rocco e Davide, viene giudicato uno dei peggiori, ma il ragazzo dispettoso per ora è ancora in gioco e va dritto al Pressure Test. Per l'anonimo Rocco invece Masterchef finisce qui, ma dato che non ci eravamo ìneppure accorti della sua presenza, di sicuro non ne sentiremo neppure la mancanza.
Per la prova in esterna gli aspiranti chef si devono misurare con i dettami della cucina Kosher, cucinando per il banchetto di festeggiamento che segue la cerimonia ebraica del Bar Mitzvah del tredicenne Danny, rito di passaggio per tutti i ragazzini che a quell’età diventano responsabili delle loro azioni e iniziano a seguire tutti i precetti della loro religione, compresi quelli alimentari.
La cucina ebraica è sottoposta a rigide regole inviolabili che vengono fatte osservare da due supervisori impegnati a seguire da vicino ogni fase di preparazione del piatto nel corso di questa terza prova della puntata. Italo, a capo della brigata blu, vuole nella una squadra “elementi internazionali” come Kateryna e Joayda e opta per il menu di falafel, hummus, pollo con carote al cumino e crostata di fragole. Il suo team però è così mal disposto verso di lui che pare quasi preferisca perdere che dare la soddisfazione al suo leader di superare la prova. La maestra Giovanna, donna dalla lacrima facile e apparentemente timorosa ed insicura, sotto sotto è una iena e mostra un livore inaudito nei confronti del maturo ex comandante di aerei colpevole di averla designata capo della squadra avversaria, a suo dire, solo per farle dispetto. Promette che gliela farà pagare.
E mentre sono tutti affacendati nella preparazione dei piatti mediorientali da servire agli ospiti del banchetto, Joe Bastianich è in sinagoga a seguire tutte le fasi della cerimomia in compagnia di un amico ebreo, con il quale scopre di avere in comune una parte anatomica debitamente trattata così come vuole la religione dell’altro ma che anche per gli americani è una pratica diffusa. I più attenti teledipendenti ricorderanno sicuramente una puntata di Sex and the city quasi interamente dedicata all’argomento, trattato con estrema dovizia di particolari.
Tornando in cucina, Giovanna è nel panico, non sa prendere decisioni, è confusa e piagnucolante, mentre Italo, si diverte nel suo ruolo di capo, anche se manca di rapidità e senso pratico, tanto che ad un certo punto Antonia Klugmann perde la pazienza e lo invita cortesemente a togliersi dalle balle per lasciare lavorare con agilità i suoi. Lui non la prende bene, ma non si perde d’animo neppure un attimo dopo quando la sua squadra perde la prova e finisce al Pressure test. E guarda i casi della vita, si trova alla prova finale proprio con Simone. Antonino ed Kateryna vengono salvati dai loro compagni di squadra e finiscono in balconata, mentre gli altri componenti della brigata perdente vengono divisi in due gruppi da tre, creati da Giovanna, che dice “quel vecchiaccio stavolta lo faccio fuori“ e si giocano la salvezza in una sfida a tempo in cui devono cucinare un piatto che ha cinque step da seguire scrupolosamente. Si tratta di preparare un uovo pochè con bacon croccante, erba cipollina e maionese adagiata su una nuvola di albume. Joayda e Italo sono i più lenti dei due gruppi e il duello finale a base di pomodoro e delle sue varie declinazioni è proprio tra di loro. Non c’è neanche da dire per chi facciamo il tifo e anche i giudici decidono di premiare la tradizionale pasta al pomodoro alla Zichichi proposta dall’ex comandante d’aereo, in cui la cipolla e il pomodoro reagiscono provocando un’esplosione di sapori, come pare avergli spiegato il noto scienziato, suo passeggero in più occasioni. Joayda deve togliersi il grembiule, Italo è salvo.
E come in ogni favola che si rispetti, i cattivi sono stati puniti, il nostro eroe d’antan, solo contro tutti, continua il suo percorso.