Marvel's Voices: Darcie Little Badger parla del suo amore per Dani Moonstar
La scrittrice Darcie Little Badger parla del suo lavoro per lo speciale Marvel's Voices: Indigenous Voices e del suo amore per Dani Moonstar
La scrittrice racconta ai lettori il suo rapporto di vecchia data con Mirage, l’importanza di questo personaggio per tutti i nativi americani e l’approccio che ha scelto per raccontare la sua storia in Marvel's Voice: Indigenous Voices #1:
Little Badger - Ho contribuito a Marvel's Voices: Indigenous Voices #1 con gioia, scrivendo una storia su un personaggio vicino e caro al mio cuore di amante dei fumetti: Dani Moonstar, alias Mirage degli X-Men.
Mi sono già espressa in precedenza in modo poetico su tutte le qualità che rendono Dani un’eroina tanto straordinaria. Ad esempio, le sue abilità mutanti sono sia uniche che psicologicamente avvincenti (fedele al nome di Mirage, Dani può attingere alla psiche di un individuo e proiettare le sue più grandi paure o desideri come illusioni).Detto ciò, Dani ha un potenziale narrativo molto più vasto di quello che dieci pagine (o anche diecimila) possono contenere. Quindi, al fine di trovare un tema su cui concentrarmi, mi sono presa qualche momento per riflettere sull'importanza della voce. È stato allora che mi è subito venuto in mente un ricordo sconcertante della mia infanzia. Ero molto giovane. Forse quattro o cinque anni. Ai tempi, i miei genitori, mio fratello e io vivevamo in Iowa, a mezzo paese di distanza dal resto della nostra famiglia: zii, cugini e nonni. In altre parole, in teoria sapevo che la mamma aveva delle sorelle, avevo visto i loro volti negli album di foto, ma non le avevo mai sentite parlare.
In ogni caso, stavo giocando in un parco, tra l'erba e gli alberi, quando sentii una voce gridare: “Darcie! Darcie! Vieni qui!" Mia madre era seduta lì vicino e la voce somigliava alla sua. Il tono e il timbro erano perfetti. Ma riconobbi a livello istintivo che quel richiamo non proveniva da mia madre. Mancava il suo calore. Il suo affetto. L'accento era leggermente diverso. Era come se un doppelganger avesse assunto la forma di mia madre e mi avesse chiamato per nome ma la sosia non potesse imitare tutto ciò che rendeva la sua voce unica.
Fortunatamente, poi vidi mia zia. Ovviamente non era il mostro che avevo temuto. Tuttavia trovai l'esperienza inquietante. Ve lo racconto per mettere in evidenza un elemento importante delle voci. Un perfetto sconosciuto potrebbe suonare familiare. Forse è il suo accento, il gergo o il tipo di storie che racconta. Ma allo stesso tempo, ogni singola voce contiene degli elementi che le rendono unica. Dopotutto, gli umani sono complessi. Gli elementi che compongono le nostre identità e personalità sono una miriade.
Questa è la bellezza di Dani Moonstar. Alle medie, poco dopo che una serie di fumetti assortiti in un minimarket del villaggio mi fece conoscere i fumetti degli X-Men, iniziai a leggere le storie dei Nuovi Mutanti. Fu quello il mio primo incontro con Dani, una donna Cheyenne. Fu anche il mio primo incontro con una protagonista nativa americana in assoluto nei fumetti. Diavolo, diciamo pure in qualsiasi romanzo, film o programma televisivo. Sotto molti aspetti mi identificai subito con il punto di vista di Dani come donna indigena. Io sono Lipan Apache. Dani è Cheyenne.
Esistono centinaia di popolazioni indigene in questo paese, e non siamo fatti tutti con lo stampino! Ma siamo tutti discendenti di persone sopravvissute alla brutale colonizzazione delle nostre terre d'origine. Forse è per questo che il primo faccia a faccia di Dani con la morte ebbe un impatto così forte su di me come giovane lettrice. Poco dopo aver ottenuto i poteri di una valchiria, Dani era tornata a casa sua, nella riserva. E lì aveva cercato di salvare la vita di Pat, un uomo che era stato suo amico (e che sfortunatamente era diventato un individuo odioso; consiglio di leggere l'intero numero, New Mutants #41, per il contesto). Quando la morte arriva a prendersi Pat, assume la forma di un pistolero, un cowboy. Da un punto di vista narrativo, permettere a Dani di sfidare la Morte-cowboy, una figura del mito del "vecchio west", è stato potente. Cowboy contro indiani. Colonizzazione e genocidio contro resistenza e sopravvivenza. Certo, Naturalmente, Dani vinse la battaglia. E come giovane lettrice nativa, applaudii la sua vittoria.
Inoltre, in Dani, la cultura e il patrimonio nativo americano coesistono con altri aspetti importanti della sua personalità. Fin dall'inizio è stata eccezionalmente chiara con il professor Charles Xavier. Dopo essersi unita all'istituto di Xavier, un'adolescente Dani ha abbinato alla sua uniforme gialla standard un paio di stivali di pelle e una cintura decorata di turchesi. Quando il professore le chiede: "Danielle, la tua uniforme è irregolare. Per favore, spiegati", gli risponde: "Sono Cheyenne. Niente, nessuno, mi farà mai dimenticare o abbandonare la mia eredità. E sono anche una persona." Quello scambio di battute mi ha reso Dani speciale per tutta la vita, perché è così simile a ciò che provo ogni giorno della mia vita.
Chi è Dani Moonstar? Be', è una donna Cheyenne. Un’eroina mutante. Un’amica profondamente leale, una pensatrice indipendente, un’insegnante di successo, una leader efficace e, come accennato in precedenza, una valchiria a tempo perso. Come tutti i nativi, è molte cose contemporaneamente. Dani ha un carattere che non le permette minimizzare o compromettere la sua natura di nativa americana mentre lotta per proteggere la sua individualità e la sua complessità. Riflette elementi di me che vedo raramente nella narrativa popolare e allo stesso tempo rappresenta anche la fantastica varietà e il potenziale delle voci native. Sono queste le sue doti, in aggiunta allo spirito delle classiche avventure dei Nuovi Mutanti, sono ciò che in ultima analisi hanno ispirato la mia storia in Indigenous Voices.
Fonte: Marvel