Marvel's Voices: Alex Segura presenta Comunidades, lo speciale sugli eroi latino-americani
Lo sceneggiatore Alex Segura parla di Comunidades, il nuovo speciale di Marvel's Voices dedicato ai supereroi latino-americani
Segura - Il mio primo ricordo degli X-Men risale a quando avevo circa sei o sette anni. Mio padre aveva portato a casa una copia di Uncanny X-Men # 237, di Chris Claremont e Rick Leonardi, parte della prima storia di Genosha. Assieme a quell’albo c'era anche New Mutants #30, sempre di Claremont, splendidamente illustrato da Bill Sienkiewicz. Con il senno di poi, forse non erano i numeri più "adatti come punti di partenza per i nuovi lettori", ma fui immediatamente attirato dalla storia, dalle incredibili illustrazioni e soprattutto da quei personaggi, imperfetti e avvincenti, che erano diversi da qualsiasi cosa che avessi letto prima.
Ero affascinato e amavo la necessità di mettere insieme le informazioni un po’ alla volta per avere un'idea del quadro più ampio. Arrivato al liceo, ero ormai un appassionato lettore degli X-Men e di Spider-Man, totalmente ipnotizzato dal lavoro di artisti come Jim Lee, Marc Silvestri, Rob Liefeld e altri ancora. Anche le storie mi ipnotizzavano: dopo la partenza di Claremont, mi lasciai davvero rapire dalle trame di autori come Fabian Nicieza e i suoi contemporanei.Nel caso di Marvel’s Voices: Comunidades #1, sono state le due fantastiche editor dell’albo, Sarah Brunstad e Lauren Amaro, a contattarmi e a chiedermi se volevo essere coinvolto. Non credo di aver mai risposto a un'e-mail tanto velocemente! Siamo stati molto rapidi a definire il tema della storia: giusto il tempo di scambiarci qualche parere sui personaggi e poi siamo partiti in quarta.
Sono un ragazzo cubano-americano di Miami, e sono cresciuto in una casa bilingue dove avevamo questa costante sensazione che, in mancanza di un termine migliore, potrei definire di "laggiù". In riferimento a Cuba, il paese da cui i miei genitori hanno dovuto fuggire per trovare la libertà qui negli Stati Uniti. Amavo tutti i super eroi di cui leggevo da bambino, ma pochi mi davano l’impressione di rappresentarmi davvero o di essermi vicini. Con Roberto da Costa ho sentito subito di avere un legame, non solo come uno dei Nuovi Mutanti, allontanato da casa sua per una causa o una missione più grande, ma perché sentivo di avere con lui varie somiglianze in termini di background.
Ora, come tutti potranno confermarvi, le esperienze dei Latinx sono tutt’altro che monolitiche, quindi non parlo di una corrispondenza precisa, ma sentivo di poter relazionarmi con Roberto e Sunspot in un modo che non avevo fatto con nessun altro super eroe fino a quel momento. Tutto qui. Poi ho avuto un'esperienza simile con Miguel O'Hara, lo Spider-Man del 2099. Mi ha aperto gli occhi e ha segnato un momento importante per me sia come lettore che come scrittore.
Delle vecchie storie di Sunspot, mi piace molto quella in tre parti a cui partecipano Cloak e Dagger, con Roberto che perde il controllo dei suoi poteri. Segue poi la storia incentrata sui Gladiatori, dove Roberto diventava loro schiavo. Penso che mi siano piaciuti entrambi quei racconti perché mostravano Roberto che veniva sopraffatto in qualche modo, ma continuava a combattere per rialzarsi e trionfare. Quello è un aspetto importante del suo personaggio, superare le avversità.
Infatti, senza fare spoiler, nella storia di Sunspot che ho realizzato per Comunidades, ho cercato di richiamarmi agli esordi di Roberto e di arrivare al nocciolo di chi sia in realtà. Per me è stato un grande onore lavorare su questo grande mito e arricchirlo. Ancora non riesco a crederci.
Sono cresciuto come fan degli degli X-Men. Mi piacevano gli Avengers e i Fantastici Quattro, ma gli X-Men erano la mia squadra: erano gli emarginati, i reietti, e facevano la cosa giusta nonostante fossero odiati. Penso che in una certa misura, chiunque sia mai stato ostracizzato o preso di mira può relazionarsi con loro. E i Nuovi Mutanti erano ancora più speciali per me perché avevo la stessa età di quei personaggi. È un po’ l’esemplificazione della figura della giovane spalla: nelle storie è quella che rappresenta il lettore. Be', i Nuovi Mutanti erano una squadra di adolescenti come me, che speravano un giorno di potersi diplomare per diventare X-Men. Non poteva esserci niente di più fantastico.
Quanto agli X-Men veri e propri, è Ciclope il mio X-Man preferito e penso che lui e Roberto abbiano molti punti in comune a livello caratteriale: sono entrambi individui conflittuali, emotivi e di grande talento che sono stati segnati da diverse tragedie. Mi piacerebbe esplorare questa loro dinamica, o leggerla in qualche forma.
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Fonte: AIPT
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