Marvels Snapshots: Jay Edidin racconta la disforia di genere tramite Ciclope

Lo sceneggiatore Jay Edidin ha deciso di trattare un tema complesso come la disforia di genere tramite una storia di Marvels Snapshots

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Nonostante il Covid-19, il palinsesto Marvel del 2020 è ricco di eventi e anniversari: è l’anno del megaevento Empyre e del crossover mutante di X of Swords, ma proseguono anche le celebrazioni per il venticinquesimo anniversario di Marvels, il capolavoro di Kurt Busiek e Alex Ross. Tra le iniziative indette per i festeggiamenti c’è Mavels Snapshots, una serie di speciali supervisionata dallo stesso Busiek che applica lo “stile Marvels” di osservare i grandi eventi dell’Universo Marvel attraverso gli occhi di un osservatore comune.

Nell’imminente X-Men: Marvels Snapshots, scritto da Jay Edidin e disegnato da Tom Reilly, il gioco dei punti di vista si fa ancora più complesso: ancora una volta l’evento catartico è lo storico esordio dei Fantastici Quattro, ma il punto di vista “normale” è quello di qualcuno che non resterà normale ancora a lungo, quello di un giovanissimo Scott Summers ancora relegato in un sinistro orfanotrofio del Nebraska.

Edidin racconta al sito ufficiale della Casa delle Idee come ha approcciato questa sfida e come ha sviscerato elementi nascosti e chiavi di lettura alternative del personaggio di Ciclope:

X-Men: Marvels Snapshots #1, variant cover di Tom Reilly

Edidin - Questa storia è per me un sogno che diventa realtà, ma c’è anche un po’ d’ansia. Da un lato, conosco questa continuity e il personaggio come il palmo della mia mano. Dall’altro, sarà tremendamente imbarazzante se non faccio un buon lavoro. Mi piace molto il fatto che Scott Summers sia molto lontano dal concetto popolare di super eroe, e specialmente di un super eroe che sia anche un leader. Non è una persona popolare e non è affatto carismatico. È un pianificatore di contingenze compulsivo e pesantemente codificato come neurodivergente. In genere è atipico in un modo che lo rende insapore a molti lettori, ma lo avvicina anche a quei lettori che hanno difficoltà a correlarsi con la maggior parte dei super eroi.

Lo Scott di questa storia non è ancora diventato Ciclope, ma è comunque molto simile a quello che conosciamo, specialmente nelle cose che gli rendono la vita più difficile. È molto rigido e ha bisogno che tutto attorno a lui abbia un senso, il che rende la sua situazione all’orfanotrofio ancor più dolorosa e frustrante; ed è ancora abbastanza giovane da credere che se si premono i tasti giusti, tutto andrà magicamente a posto (e non sarà così). Ha un senso molto radicato di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e un bisogno quasi compulsivo di sfidare le ingiustizie... ma nel suo stato attuale, difficilmente può far seguire alle parole i fatti.

X-Men: Marvels Snapshots #1, copertina di Alex Ross

Scott non è un personaggio testualmente trans, ma io sono un autore trans; non so se è qualcosa che ogni lettore coglierà subito, ma questa è, almeno per me, nella sua essenza una storia trans. Io e Kurt abbiamo discusso molto nella fase iniziale su fino a che punto spingere all’estremo la situazione di Scott all’orfanotrofio: essere intrappolato in un mondo, in una vita e in un’identità che senti costantemente e sottilmente sfasate rispetto alle tue percezioni e alle tue esperienze, una situazione che ha molto in comune con la disforia di genere, e specialmente con la mia esperienza al riguardo, essendo qualcuno che ha elaborato questo elemento nella fase finale della curva dell’apprendimento.

Quindi la domanda diventa: come tiri fuori una storia che sia un messaggio di speranza e di positività da tutto questo? La risposta è farne una storia su come Scott scopra alcune parti fondamentali della sua vera identità. Non c’è nessun “e visse per sempre felice e contento” in questa storia... lo sappiamo, perché sappiamo come proseguirà. Ma Scott si conquista la possibilità di agire, e questo fa tutta la differenza del mondo.

X-Men: Marvels Snapshots #1, variant cover di Mike McKone

Senza poteri, non penso che Scott avrebbe mai preso in considerazione la carriera d super eroe. Il suo legame con quelle figure è ciò che rappresentano: la possibilità di fare tutto quello che puoi per aiutare. Ma quello stesso ethos significa che, una volta manifestati i poteri, deve fare la scelta di usarli, perché sono una risorsa che può fare la differenza in una situazione di crisi. Non so però se sarebbe diventato un super eroe vero e proprio senza Xavier. Quella è una domanda che ha ronzato a lungo nella mia testa. In quasi tutte le iterazioni del passato di Ciclope, in ogni sua versione, viene sempre coltivato e plasmato da qualcuno (Xavier, o Sinistro) e penso che sarebbe molto divertente esplorare le fasi della sua crescita in modo più organico (Marvel, hai il mio numero!)

Una mia scena preferita della storia, del tutto secondaria ai fini della trama, si svolge poco dopo che i poteri di Scott si sono manifestati, e sta fuggendo dall’orfanotrofio in preda al panico, convinto di essere una sorta di mostro. Mentre rimugina freneticamente su tutti gli errori che ha fatto, si rende conto con una fitta di panico che ha involontariamente portato con sé (e quindi ha rubato) un libro della biblioteca. Ed essendo Scott Summers, quello è il punto in cui decide che probabilmente è la persona peggiore del mondo!

Fonte: Marvel

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