Victoria Alonso si è rifiutata di rimuovere i riferimenti al Pride in Ant-Man 3 per l'uscita in Kuwait
Nuovi stracci mediatici nella vicenda del licenziamento di Victoria Alonso dai Marvel Studios: ora emergono dettagli su un recente scontro
Iniziano a volare i primi stracci mediatici nella vicenda del licenziamento di Victoria Alonso dai Marvel Studios. Come vi segnalavamo ieri, l'idea è che molto di questa storia sia legato al mancato pagamento di una cospicua buonuscita, e che quindi verosimilmente si possa risolvere in via extra giudiziale con un accordo tra le parti. Le trattative sarebbero in corso, ma nel frattempo stanno trapelando informazioni a mezzo stampa dopo che l'avvocata di Alonso, Patty Glaser, qualche giorno fa ha promesso che sarebbe stata fatta chiarezza su quanto accaduto realmente:
Victoria, una gay latina che ha avuto il coraggio di criticare la Disney, è stata zittita. Poi è stata licenziata quando si è rifiutata di fare una cosa che riteneva fosse riprovevole.
Secondo questi insider, a gennaio i dirigenti Marvel hanno chiesto di sfocare la finestra di un negozio che aveva delle decorazioni arcobaleno e la scritta "Pride" per la versione in uscita in Kuwait, che ha leggi molto dure contro le persone LGBTQ+. La richiesta è stata fatta ad Alonso, che guidava la divisione dei Marvel Studios dedicata alla post-produzione, ma la produttrice (che è gay) si è rifiutata di modificare le inquadrature. A quel punto i Marvel Studios hanno inoltrato la richiesta a un'azienda esterna.
Non è la prima volta, e non sarà l'ultima, che la Disney apporta dei piccoli tagli o delle modifiche a un suo film per un mercato internazionale. In passato, alcuni film come Eternals hanno saltato la distribuzione in paesi del medio oriente perché gli elementi LGBTQ+ erano talmente legati alla storia principale da rendere impossibili tali modifiche.