Marvel: Tom Scioli parla del Grand Design dedicato ai Fantastici Quattro
Dopo X-Men: Grand Design, anche i Fantastici Quattro sono oggetto della rilettura personale e riassuntiva da parte di un autore: Tom Scioli
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Scioli, che ha firmato la biografia a fumetti di Jack Kirby, ha risposto a qualche domanda del sito ufficiale della Marvel in merito al progetto:
Chris Robinson mi ha contattato per questo progetto più o meno quando è uscito il primo numero di X-Men: Grand Design. Alla Marvel ci stavano pensando da un po', ma non avevano ancora deciso nulla. Chris mi ha chiesto di presentargli un soggetto per qualcosa di simile sui Fantastici Quattro, con lo stesso approccio del lavoro di Ed.
Per me, l'obiettivo principale era capire quale potesse essere la linea connettiva tra tutte quelle storie, realizzate in tempi diversi da tanti team creativi nel corso degli anni. La mia idea era che i Fantastici Quattro possedessero una conoscenza molto riservata della storia segreta del pianeta Terra, di tutte le divinità e le invasioni aliene, di tutta la criptozoologia del mondo. Il loro principale compito e proposito al Baxter Building era creare una sorta di base madre di guardiani contro ogni invasione possibile, dallo spazio, dal Microverso, dalla Zona Negativa, da Atlantide... e così via.Quel che mi fa impazzire è il fatto che un sacco di elementi dell'Universo Marvel, dei mondi, delle dimensioni, degli eroi e dei cattivi abbiano in effetti debuttato su Fantastic Four. L'Isola dei Mostri, gli Skrull, Latveria, l'Osservatore e la sua Zona blu della Luna, gli Inumani, Silver Surfer, Galactus, la Zona Negativa, Pantera Nera, i Kree e l'Intelligenza Suprema, così come gli Accusatori, Adam Warlock... e ne ho nominati solo alcuni.
I fan parlano spesso di quali eroi abbiano la miglior galleria di nemici. Per me i Fantastici Quattro vincono a mani basse. Ci sono nemici degli FQ che oggi hanno serie tutte loro. Silver Surfer è nato in quel ruolo: è venuto sulla terra, ha causato un sacco di problemi e poi è passato ai buoni. Pantera Nera ha fatto altrettanto, per poi diventare il loro miglior alleato. Abbiamo visto Adam Warlock venire creato in un laboratorio e uscire dal suo bozzolo su Fantastic Four. Siamo abituati a pensare che ognuno di questi personaggi abbia la propria storia, separata da tutti gli altri, ma se leggiamo le loro avventure dall'inizio, vediamo che per almeno un albo sono stati nemici dei Fantastici Quattro. E la cosa riprende a suo modo i cicli arturiani, che vedono Re Artù incontrare un cavaliere, combatterlo e poi invitarlo tra i suoi uomini. Jack e Stan erano davvero di un livello irraggiungibile. Numero dopo numero, hanno creato un impero.
Una collezione quasi completa su carta e il resto in un archivio digitale sono stati fondamentali per Scioli nel lavorare a Fantastic Four: Grand Design. Strumento non meno utile, il coraggio di lasciare fuori dalla sua opera moltissimi momenti fondamentali di sei decenni di storie. Non tutto poteva trovare spazio in ottanta pagine. Il risultato dei suoi sforzi? Quella che definisce una visita guidata molto personale alla mitologia dei Fantastici Quattro, sotto forma di storia completa.
Gli anni Settanta erano un periodo in cui poteva succedere veramente di tutto e venivano provate le idee più disparate. Universi alternativi, terre parallele... Credo che il materiale prodotto da Stan Lee e Jck Kirby gettasse un'ombra talmente lunga che i team creativi successivi le abbiano provate tutte per trovare qualche angolo non ancora esplorato, a volte fallendo in maniera spettacolare.
Mettere assieme una storia del genere è stato molto faticoso. Quando crei una storia da solo sei molto libero, nessuno saprà mai quali idee hai lasciato fuori. Un progetto del genere comporta il fatto che chiunque potrà fare paragoni con l'originale. Quindi, la sfida principale è dimenticarsi di questa cosa e mettersi al lavoro. Ho fatto finta che nessuno avesse mai scritto un fumetto sui Fantastici Quattro prima di me. Cosa non facile.
Dal punto di vista tecnico, c'è il fatto che le storie originali sono spesso molto episodiche, quindi fare in modo che avessero una stretta connessione di causa ed effetto è il puzzle che devo risolvere ogni volta.
Credo che una delle caratteristiche principali della squadra sia la grande chimica che c'è tra i componenti. Si vede sempre che si vogliono bene l'un l'altro, e questa è una caratteristica rara nelle storie a fumetti. Quel che cerco di fare è portare questo concetto alle estreme conseguente, di mettere duramente alla prova i legami tra i personaggi e vedere se reggono. Se lo faranno, allora i Fantastici Quattro si meriteranno davvero il titolo di Prima Famiglia Marvel.
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