Marvel: Tom King ricorda la genesi della serie su Visione

Il primo incontro con Visione, la transizione della storia da Super Vicky a Breaking Bad e il rapporto con Walta nelle parole di King

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Dopo le sue recenti dichiarazioni, Tom King torna a parlare dell'uscita di Vision - Director's Cut, riedizione speciale del suo acclamato ciclo di storie Marvel, disegnato dall'altrettanto applauditi Gabriel Hernandez Walta e Michael Walsh. Vi ricordiamo che entrambi i volumi di Visione sono stati pubblicati da Panini Comics.

Vision: Director's Cut #1, copertina di Mike Del MundoIl primo fumetto che mi ha spinto a comprare il numero successivo, l'albo dopo e poi quello dopo ancora, è stato Avengers #300. Sul retro c'era una sorta di tabella che mostrava ogni Vendicatore e dava conto della sua prima apparizione nella squadra. Negli anni, guardando e riguardando la tabella, ho memorizzato ogni volto, ogni particolare di ogni costume. Ricordo di aver visto Visione tra gli altri, di essermi domandato chi fosse e perché avesse debuttato nel team così presto. Per me, prima ancora di essere un personaggio, era un mistero.

La mia storia preferita su di lui è Avengers #57, la sua prima apparizione. Lo strumento di un nemico diventa un uomo di giustizia. E, nel finale, una lacrima negli occhi di un robot. Difficile da battere. Ma il mio momento narrativo preferito si trova in Avengers Forever, quando viene spiegato il suo rapporto tra lui e la Torcia Umana originale, il fatto che abitino lo stesso corpo pur non essendo lo stesso essere. Un concetto così follemente barocco!

Ci sono delle svolte di trama e dei cambiamenti alla continuity così maldestri, in quella storia, mescolati tutti in una narrativa lineare, da renderla una delle cose più poetiche mai scritte. Si può quasi vedere il coraggioso sforzo di una dozzina di autori che cercando di annodare le fila di centinaia di storie in un singolo, magnifico momento epico. L'essenza dei comics in poche vignette.

Vision #2, copertina di Mike Del Mundo

Il mio primo ricordo del mio progetto su Visione è la telefonata del geniale editor Wil Moss, che mi dice di avere un'idea per cui sarei perfetto. Essendo io un agente dello spionaggio, impegnato a lavorare sulla storia di una spalla di un altro universo narrativo in procinto di diventare una spia [Grayson della DC Comics - NdR], ero sicuro che si trattasse di qualcosa sul Soldato d'Inverno. Ho pensato ad almeno sei storie per lui. E, invece, era Visione.

Da ragazzino ero un fan seriale della Marvel e volevo disperatamente lavorare con loro. Quindi, ovviamente, ho finto di avere già almeno sette idee pronte per il personaggio. Poi gli ho chiesto cosa avesse in mente per un fumetto su Visione. Mi ha risposto che voleva della fantascienza. Ho gettato via le mie idee per una storia di spionaggio e ho pensato a una bella saga spaziale. Poi, in una mail, Wil chiariva meglio: fantascienza, ma non nello spazio. E un'altra sceneggiatura nel cestino.

Al che ho pensato che volesse qualcosa tipo Frankenstein. Frankenstein aveva una moglie, quindi forse l'avrebbe avuto anche Visione. Ma poi avrei raccontato la stessa storia e io non volevo essere citato per plagio, quindi ho pensato potesse avere un'intera famiglia. Io ho una famiglia, quindi so tutto quel che serve sapere. Forse, Visione avrebbe creato la sua famiglia per essere felice, umano. Cosa che mi parve subito un po' inquietante. Era il segno che avevo per le mani una buona idea.

King ha dichiarato di aver mandato la sua prima versione del soggetto a un amico, il quale gli ha detto che gli sembrava una brutta puntata di Super Vicky, telefilm anni Ottanta con una bambina robot come protagonista. Motivo per cui King lo rassicurò sulle svolte di trama che lo avrebbero reso più simile a Breaking Bad che alla zuccherosa serie TV.

Tuttavia, volevo che la svolta di trama che rende la storia oscura fosse una sorpresa. Quindi, le prime immagini e le anticipazioni della serie mostravano ai lettori semplicemente la generica idea di Visione che si fa una famiglia. Ecco perché molti, come il mio amico, bollarono la cosa come un po' patetica. Poteva tranquillamente sembrare una storia comica e stupida.

La prima grossa difficoltà fu quindi far capire quali fossero le intenzioni della serie, far intravedere che qualcosa di terribile era in agguato. Ed è da qui che è scaturita l'idea della voce narrante, di qualcuno che già sapeva cosa sarebbe successo e che permetteva ai lettori di capire che c'era da preoccuparsi.

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Tom King ci avverte. Vision: Director's Cut serve soprattutto a mostrare il dietro le quinte della storia, in modo da mostrare come il merito della sua creazione sia anche dei suoi colleghi artisti ed editor, da Gabriel Hernandez Walta al copertinista Mike Del Mundo, passando per il colorista Jordie Bellaire e il letterista Clayton Cowles. Parole lusinghiere sono state spese soprattutto per il disegnatore spagnolo.

Lavorare con Gabriel è stato un privilegio. Non so cosa io abbia fatto per meritarmelo, ma cercherò di farlo di nuovo. A un certo punto, ero in grado di vedere in anticipo nella mia mente quel che lui avrebbe fatto con una pagina della mia sceneggiatura. Quindi, scrivendo Visione, non dovevo far altro che descrivere discorsivamente gli eventi. Il mese dopo, la pagina arrivava a casa mia come l'avevo immaginata. Raccontare le storie così semplicemente assieme a un disegnatore è magico.

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Fonte: Marvel

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