Marvel: Tim Seeley parla del suo approccio al personaggio di Shatterstar
Shatterstar sta per tornare, e Tim Seeley ci parla del suo rapporto con l'ex membro di X-Force
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Ecco cosa abbiamo appreso di nuovo, quando mancano due settimane all'uscita di Shatterstar #1 negli Stati Uniti.
Ho l'età perfetta per far parte della generazione dei blockbuster. Avevo tredici anni nel Novanta, quindi, l'anno dopo, debutto di Shatterstar, ne avevo quattordici. Compravo New Mutants e mi ricordo perfettamente la sua apparizione. Era un po' un Wolverine ma più carino, e ricordo vividamente la scena in cui si pugnalava per riuscire a pugnalare un altro tizio. Mi spazzò via. Mi ci vollero cinque anni per scoprire che quella scena era presa di peso da Ronin, ma andava bene lo stesso. Era comunque un momento di definizione del personaggio.
Aveva un aspetto grandioso. Nel costume bianco. Non c'erano molti super eroi in bianco in giro, a parte Moon Knight e un paio di altri. All'epoca, da ragazzino, capivo istintivamente quando si presentava sulla pagina qualcosa di importante. Liefeld e Nicieza fecero un lavoro grandioso per moltissimi versi, perché ti buttavano letteralmente addosso questi personaggi. A tonnellate debuttavano in ogni numero e tu sapevi di dover stare dietro a tutti, perché pensavi che avrebbero avuto un grande impatto sulla storia.Credo che questo mi attraesse in modo particolare. Shatterstar era una cosa nuova. Quando un personaggio mai visto debuttava, come lui o Cable o Darkhawk o Sonnambulo, avevi l'impressione che fosse più tuo, perché aveva fatto la sua apparizione mentre tu eri presente.
La mia storia è frutto dei miei ricordi, perché credo che le migliori idee nascano dalla propria impressione personale di un personaggio, dalla propria versione, da quel che si ricorda di lui. La cosa che più conta, alla fine, è dar vita alla miglior storia per un personaggio che si ha dentro. Dopo aver scritto il soggetto, ho scavato nella mia cantina, ho trovato i miei numeri di X-Force e ho fatto una gran rilettura. Dopodiché, mi sono letto un po' delle storie di Peter David.
Il mio approccio a questa storia sta nell'idea che solo Shatterstar poteva esserne protagonista. Ecco come l'ho affrontata. Come potevo renderla molto personale e molto incentrata sul personaggio? Poi ho imparato un po' di cose nuove su di lui e sul suo passato, cose che ancora non sapevo.
Seeley applaude Peter David, che ha trovato, nella sua run su X-Factor, il modo di integrare un personaggio aggressivo e violento come Shatterstar in quella che, di fatto, era una storia di investigazione, concentrandosi sulla sua personalità e arricchendo il personaggio, espandendolo.
Nella mia storia lo vedremo cercare un posto per se stesso sulla Terra, una funzione che ha perduto. Si è ribellato. Sappiamo che si è unito all'Alleanza Cadre e ha combattuto contro Mojo. Non sappiamo perché. Non l'abbiamo mai saputo, e il mio lavoro è raccontarvelo e svelarvelo. La storia sarà basata su tutto quel che sappiamo di lui finora e un paio di cose che ancora non abbiamo scoperto. Spero di dare un contesto a molte delle cose che abbiamo visto di lui in passato e dargli un ruolo tutto nuovo nell'Universo Marvel.