Marvel: svelato il segreto dietro al cambiamento di Steve Rogers, Capitan America

Alonso torna a parlare di Capitan America, del tipo di storia che Spencer sta raccontando e delle ragioni dello scioccante colpo di scena di un mese fa

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Lettori Marvel e non che non sopportano o preferiscono evitare gli SPOILER, prestate attenzione, poiché questo articolo ne è colmo e la nostra coscienza di malefici redattori è ora pulita, poiché voi ne siete informati.

Per tutti coloro che sono ancora con noi, Axel Alonso, Editor-In-Chief della Casa delle Idee, torna a parlare di Steve Rogers, del suo ritorno nei panni di Capitan America e della rivelazione scioccante della sua affiliazione all'Hydra.

Il secondo numero della serie Captain America: Steve Rogers, scritta da Nick Spencer e disegnato da Jesus Saiz, inizia infatti a dare delle spiegazioni sull'accaduto. Come i fan più esperti e, lasciateci dire, più assennati avevano previsto, Cap non è affatto un agente Hydra sotto copertura, ma ne è solo convinto a causa di una serie di ricordi falsi impiantati nella sua memoria da Kobik, il Cubo Cosmico senziente divenuto una ragazzina (ora membro dei Thunderbolts), quando era sotto l'influenza del Teschio Rosso.

Captain America Steve Rogers #2, copertina di Jesus SaizQuando Nick Spencer mi ha proposto l'idea, all'inizio ero preda dello scetticismo come tutti gli altri, un po' come quando mi hanno parlato per la prima volta di Superior Spider-Man. Si trattava di un piano molto ambizioso che metteva un personaggio adorato in cattiva luce.

Poi mi è stato subito evidente che si sarebbe trattato di una grande storia raccontata attraverso Capitan America, un eroe che veste i colori della bandiera su cui si sarebbero scatenate domande e conversazioni, mentre l'Universo Marvel procedeva verso eventi importantissimi. Diciamo che ci ho messo un po' per accettare l'idea, ma n'è valsa la pena.

Siamo allenati ad aspettarci reazioni forti a colpi di scena come questo. Non prevedevamo però nulla di così grosso, comparabile a quanto accadde con la morte di Cap. Molti l'hanno presa male perché non sono lettori di fumetti, questo va detto. Insomma, hanno reagito con violenza soprattutto coloro che non hanno un'idea precisa di quel che succede nel nostro mondo. Ovviamente, le rivelazioni di Captain America: Steve Rogers #2, provocheranno discussioni tutte nuove.

Captain America Steve Rogers #2, variant cover di Mark BagleyL'idea di base è che Cap, l'eroe di cui la gente si fida più di ogni altro, non sia esattamente colui che tutti pensano. C'è qualcosa di sinistro nelle sue azioni, ultimamente, e ogni interazione e iniziativa che prenderà da ora in poi, sarà informata da questa condizione. Ora, i lettori sanno perché, a differenza di chi vive nell'Universo Marvel e di Cap stesso. Questa è la storia che Nick voleva raccontare sin dall'inizio e che farà da base a grandi conseguenze nel futuro prossimo.

Nick Spencer è stato scelto come scrittore delle storie di Capitan America per ragioni molto precise, una delle quali è la sua capacità di leggere nella situazione sociale e politica del nostro mondo contemporaneo e tradurla in temi interessanti per una storia a fumetti, senza avere alcuna paura dell'importanza di questi argomenti. E ora lo sta facendo con una vicenda interessantissima e appassionante che vede il Cap originale in una missione sotto copertura, una situazione che sarà esplorata davvero a fondo nella storia. Del resto, c'è copertura migliore per una spia? Cosa c'è di meglio che vestire i panni della persona che ispira più fiducia al mondo. Non credo che si faccia fatica a comprendere di cosa stiamo parlando, quale visione e quali temi dell'Occidente post-11 settembre stiamo andando a toccare.

Insomma, come abbiamo suggerito da subito, il tempo passato ad accusare la Marvel di tradire lo spirito di un personaggio, a puntare il dito contro velleità di retcon arditissima e a lanciare strali di assurdità è stato tempo sprecato. Cap è sempre Cap e, come sempre, è vittima di un'offensiva, che pone le basi, almeno sulla carta, di storie tematicamente interessanti e di situazioni nuove sotto il cielo. Due elementi di cui tendiamo a non lamentarci, quando leggiamo fumetti.

Questo significa che il ciclo di Nick Spencer sia già da considerare un successo? Ovviamente no. Ma certamente si tratta di qualcosa che abbiamo voglia di leggere e, nel caso venisse condotto tramite svolte di trama che non divertono, incoerenza rispetto alle premesse, forzature eccessive, saremo i primi a esprimere pareri negativi. Ma non certo per pregiudizio non informato. Si tratta di una promessa.

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Fonte: Comicbook.com

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