Marvel, Star Wars: Howard Chaykin contro la nostalgia e la celebrazione della mediocrità

Howard Chaykin e la sua posizione nei confronti delle sue vecchie storie a fumetti di Star Wars

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Howard Chaykin è uno dei grandi veterani del Fumetto americano, creatore di Killraven - assieme a Neal Adams - e di Dominic Fortune. A fine anni Novanta ha messo in pausa la carriera fumettistica in ambito major per poi tornare a metà dei Duemila, oltre a iniziare a scrivere per la Televisione. In epoca di grandi recuperi del passato e di nostalgia onnipresente, ha rilasciato delle dichiarazioni interessanti su uno dei suoi lavori più famosi e importanti: l'adattamento a fumetti Marvel di Star Wars: Episodio IV di fine anni Settanta.

Con un post su Facebook, ha commentato il suo ricordo di quell'opera in maniera quantomeno critica e controcorrente, spiegando perché ha rifiutato l'invito a presenziare al San Diego Comic Con:

Star Wars #1, copertina di Howard Chaykin

Se mi invitate per un'opera che ho prodotto più di quarant'anni fa, con risultati verso cui ho una gamma di reazioni che vanno da indifferenza a orrore, al servizio di quello che, con mia sorpresa, si è rivelato negli anni come un brand da svariati miliardi di dollari, una serie di fumetti che erano parte di un'iniziativa che salvò la compagnia per cui furono realizzati e che mi è valsa poco più del minimo garantito per pagina, all'epoca...

...se decidete di promuovere la mia apparizione al vostro show esclusivamente con immagini tratte da quell'opera discutibile, perché il brand multimiliardario è la prima o forse l'unica cosa che vi viene in mente quando pensate a me come ospite... allora, vi prego di pensarci due volte prima di invitarmi.

Quel lavoro fu realizzato quando ero una recluta non ancora matura e ben poco talentuosa del mondo del Fumetto ed è così apprezzata solo in forza del brand di cui fa parte. Più nello specifico, lo è perché il settore dei comics ha avuto un incredibile successo nel convincere i fan che quel materiale, quel personaggio, quel prodotto sono ciò che sostiene un brand.

Mi trovo a dissentire con forza perché credo fortemente... anzi lo so per certo, ca**o... che sono il talento e l'abilità a sostenere un brand. Naturalmente, questa convinzione non mi porta grandi vantaggi, dato che i fan continuano ancora ad amare questi personaggi in maniera incondizionata e, nel mio caso, per nostalgia.

Con tutto il rispetto, 'fan**lo la nostalgia. Questa ossessione per una schifezza che ho realizzato quando avevo vent'anni diminuisce l'importanza e manca di rispetto al lavoro davvero buono, intelligente, innovativo e influente che mi ha permesso di avere successo in una carriera di quasi cinquant'anni. Lavoro che continua a uscire dal mio studio e dalle mie mani in questi anni.

Chaykin accusa tutta l'industria dell'intrattenimento di premiare ciò che è facilmente riconoscibile, ciò che innova solo superficialmente concetti già noti e che si ripetono e che quindi i suoi interessi e le sue idee imbarazzano e respingono la maggioranza dei fan. Ecco perché si sente ai margini della comunità del Fumetto di oggi, escluso da ogni rivalutazione o attenzione.

Detto questo, firmerò volentieri le copie ai vostri show, lo farò con gentilezza e con il sorriso sulle labbra, come sempre. Voi e i vostri amici avete tutto il diritto di adorare le schifezze insipide che ho creato da post-adolescente. Non voglio farvi cambiare idea su qualcosa che avete amato con tutto il cuore e per così tanto tempo, che è stampato nel vostro DNA culturale... perché, come vi direbbe ogni persona onesta, tutti amiamo cose che sono un inutile spreco di tempo, per l'affetto che nutriamo. Semplicemente non voglio imporre quell'amore a nessuno, tranne che alla mia adorata moglie che mi sopporta con incondizionato amore.

Tuttavia, vi prego, non usate il mio antico errore di associare me stesso a questa specifica pletora di inutili storie come ragione principale per cui invitarmi al vostro evento. Non sono un artista finito, non mi sono ritirato dalle scene e non accetterò di essere trattato come tale, anche se (o forse a maggior ragione se) quel trattamento è percepito come un atto di gentilezza. Che, diciamola tutta, è l'equivalente di una concessione, di un'elemosina. Fidatevi.

Fonte: Newsarama

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