Marvel, Star Wars: Han Solo - Mark Brooks sul taglio cinematografico della storia

Harrison Ford, alieni e scene dinamiche, la ricetta di Mark Brooks per assicurarsi che Star Wars: Han Solo sembri come un film

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Spoiler Alert
La tipica fortuna delle canaglie (e delle canaglie Corelliane in particolare) ha colpito ancora: Han Solo si è assicurato per la sua miniserie personale Marvel un team creativo da sogno, che vanta non solo la talentuosa Marjorie Liu ai testi, ma anche e soprattutto un artista come Mark Brooks ai disegni. Con alle sue spalle una serie di acclamate variant cover a tema Star Wars (oltre che numerosi progetti di prestigio nel resto dell’Universo Marvel), Brooks torna a disegnare le tavole di una storia completa proprio con Star Wars: Han Solo, e in occasione di questo evento ha voluto condividere una serie di bozzetti in anteprima sul sito ufficiale Marvel, accompagnati da alcune note di commento alle tavole e al suo approccio alla serie in generale.

Han Solo #1, anteprima 01Quando cerco di rendere al meglio un personaggio, le fattezze sono importanti, ma contano fino a un certo punto, diciamo il 70%. Il resto mi concede qualche margine di manovra. Harrison Ford ha delle fattezze molto particolari da cogliere, ma ho capito (dopo averlo disegnato circa una sessantina di volte) che ci sono alcuni tratti essenziali del suo volto che, una volta colti, ti consentiranno di disegnare il resto del volto affidandoti alla memoria muscolare: la forma e lo spessore delle sue sopracciglia, la forma delle sue narici e la bocca leggermente angolata sono tutti fattori che, se fissati a dovere, consentiranno a un fan di Star Wars di dire: “Sì, questo è proprio Han”. Inoltre è necessario indovinare anche il suo portamento e la sua postura. Han si comporta e si muove con la sicurezza di un pistolero, quindi cerco di infondere questa sensazione in lui il più possibile, cosa che a volte è più difficile che azzeccare i lineamenti!

Uso molte linee cinetiche e vignette spezzate per trasmettere quella sensazione della dimensione e del movimento che altrimenti avrei difficoltà a realizzare. Tutti sono in grado di immaginarsi il Millennium Falcon che schiva colpi di laser mentre si addentra in un campo di asteroidi, ma di solito se lo immaginano come un’immagine in movimento. Disegnarlo come immagine fissa e riuscire a trasmettere la stessa sensazione di velocità e di pericolo richiede un approccio diverso che finisce per assomigliare a un taglio più cinematografico.

Quando si tratta di disegnare, credo che uno degli aspetti più divertenti sia la varietà. In Star Wars ci sono centinaia di razze aliene e con questa serie ho l’opportunità di disegnarne moltissime, in genere nelle scene di massa. In un normale fumetto di supereroi in genere devo limitarmi a un gruppo di umani in sottofondo, ma con Star Wars posso condire il tutto con Dug, Twi’lek, Hutt e Gamorreani. Di tanto in tanto provo a infilarci in mezzo perfino un Gungan. Aggiunge un ulteriore livello di interesse alle vignette e magari spingerà qualche lettore ad approfondire il background sulle sue razze aliene di Star Wars preferite.

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Fonte: Marvel

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