Marvel, Stan Lee: Gli X-Men? Non li avrei chiamati così
Stan Lee rivela un retroscena dietro alla creazione degli X-Men che coinvolge Martin Goodman
Volevo mostrare come le persone potessero essere diverse da noi e allo stesso tempo buone e meritevoli. Non basta seguire le persone simili a noi. Chi è diverso può essere altrettanto buono, e dobbiamo essere più indulgenti. No, non indulgenti, dobbiamo essere più aperti verso chiunque, indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione, da tutto. Siamo tutti insieme qui, sulla Terra, e dobbiamo fare del nostro meglio, qualunque cosa stiamo facendo.
Con gli X-Men è stato divertente dare ad ognuno un superpotere. Non riuscivo a pensare un modo in cui fornirgli queste capacità, così ho scelto la via del codardo: sono nati così! E ha funzionato.
Tuttavia, queste idee si dovettero scontrare con quelle di Martin Goodman, all’epoca editore della Marvel, che stando a quanto dichiarato da Lee, aveva un’opinione piuttosto negativa dei lettori.
All'inizio volevo chiamarli "I Mutanti". Lui disse "non puoi chiamarli 'I Mutanti'", e io risposi "Perché no?". E lui: "I nostri lettori, non sono così svegli". Non aveva alcun rispetto per i lettori di fumetti: "Non avranno idea di cosa sia un mutante". Be', io non ero d’accordo, ma il capo era lui e dovetti pensare a un altro nome.
Così, tornai a casa. Pensai e pensai e me ne uscii con "X-Men". Il giorno dopo glielo proposi e lui disse: "Questo va bene", e mentre uscivo dal suo ufficio pensai che fosse molto strano. Se nessuno sapeva cos'era un mutante, come avrebbero potuto sapere cos'è un X-Man? Ma aveva approvato il nome e quindi lo usai.
A oltre cinquant’anni dalla prima pubblicazione, possiamo dire serenamente che ormai questi dubbi possono considerarsi fugati: nonostante un avvio non particolarmente brillante, il team creato da Stan Lee e Jack Kirby è ormai universalmente riconosciuto come uno dei più emblematici dell’Universo Marvel.
Tuttavia, questo non ha impedito al Sorridente di togliersi un ultimo piccolo sfizio, chiudendo l’intervista con una battuta.
Non credo che il mio editore fosse molto sveglio. Ora posso dirlo perché non lavoro più per lui.
Fonte: Comicbook